Pierangelo Indolfi - 24-04-2004 |
da Repubblica Bari del 24.4.2004 pag. X L´ANALISI Bocciato il Corridoio 8 ma la colpa è del governo Il Parlamento europeo non ha finanziato questo progetto per lo sviluppo della Puglia e ciò si deve al fatto che l´Italia ha puntato tutto sul ponte dello Stretto ANTONIO GUIDA Sabato sorso il Giulio Cesare di Bari ha organizzato un dibattito su "Corridoio 8: quali prospettive di sviluppo per la Puglia?". Si è discusso di infrastrutture portuali, autostrade marittime e informatiche, del futuro dei giovani. L´europarlamentare Lavarra non s´è nascosto le difficoltà di ottenere un sì di Bruxelles e ha accennato a responsabilità del governo italiano. In quella circostanza molti hanno pensato che si trattasse delle solite schermaglie politiche. Bisogna prendere atto che, pur invitati, i rappresentanti della maggioranza non hanno potuto presenziare all´incontro con gli studenti. Ma eravamo certi che tutta la classe politica avrebbe sostenuto fino in fondo gli interessi della Puglia. Invece non è stato così. Siamo fuori dalle grandi rete europee di trasporto. Il Parlamento europeo ha deciso che nella lista delle grandi opere da finanziare non rientrerà il Corridoio 8. Svaniscono nel nulla le infrastrutture che avrebbero collegato i porti del basso Adriatico al Mar nero (passando per Albania, Macedonia e Bulgaria). Il mancato finanziamento dell´opera sottrae alla nostra regione importanti occasioni economiche e culturali di contatto con l´area balcanica e mediorientale. Di fatto la Puglia è emarginata dalle grandi correnti di traffico internazionale e non avrà alcun beneficio dall´allargamento dell´Unione europea ai Paesi dell´Est. Indubbie sono anche le ricadute negative sulla ricerca e sui rapporti culturali con i popoli balcanici. L´Ateneo di Bari aveva puntato molto sulla costruzione di una rete di università lungo le stesse direttrici del Corridoio 8. Ora, anche il terziario avanzato e il settore delle comunicazioni informatiche dirotteranno le loro attenzioni verso altri lidi. L´amarezza risulta maggiore se si pensa che le responsabilità del "no" europeo non sono attribuibili a cordate di Paesi stranieri. Appena lo scorso marzo la commissione europea aveva dato parere favorevole al Corridoio 8. Invece la situazione si è ribaltata nei due successivi incontri tra i governi. Il nostro, non ha sostenuto in alcun modo il progetto, puntando invece sulla costruzione del ponte sullo Stretto di Messina. Certamente non si vogliono sostenere polemiche campanilistiche, ma sono poco chiari i criteri che hanno portato il ministro Lunardi e il sottosegretario Viceconte a privilegiare eventuali interessi di altre regioni, tanto più che si affannano poi a ribadire (a parole) l´importanza del Corridoio Otto. Anche quando sembrava che l´opera dovesse decollare, solo pochi rappresentanti politici pugliesi espressero grande soddisfazione (Enzo Lavarra dei ds e Poli Bortone di an, l´ex presidente regionale Salvatore Distaso) e, persino nell´incontro decisivo di qualche giorno fa, dei sei europarlamentari pugliesi erano presenti solo in due (Lavarra e Procacci dell´Ulivo). Purtroppo l´attuale classe dirigente non sembra rendersi conto che, in assenza di infrastrutture che favoriscano lo sviluppo, i Balcani resteranno un´area di grande instabilità, con forti spinte all´emigrazione. |