Il Dirigente Scolastico
Giovanna Casapollo - 23-01-2002
Anche quella mattina una piccola folla di alunni stazionava pigramente nei pressi della Presidenza.
Incurante della loro presenza, il Preside rispondeva al telefono, apponeva svolazzi personalizzati alle circolari, interpellava tecnici e segretari, blandiva bidelli neghittosi, sistemava per la diciottesima volta l’orario definitivo, leniva le ansietà dei precari e le paure degli anziani, rassicurava genitori allarmati e ...
...di quando in quando autorizzava per l’ultima volta i ritardatari abituali ad entrare alla seconda ora.

“La gestione quotidiana della scuola è il banco di prova del dirigente scolastico; è qui infatti il luogo in cui le soluzioni si mescolano con gli imprevisti...”

Con un atto di forza, reclamando un’urgenza che non c’era, Elena riuscì a interrompere quella barriera umana e andò a sistemarsi in una delle due poltroncine accidentalmente vuote davanti alla scrivania del ‘capo’.
E ... mentre sulla soglia il Preside conteneva la calca, frenava slanci e garantiva interventi, Elena sbirciava nelle cartelle delle programmazioni didattiche gonfie di relazioni, riallineava fogli sparpagliati, si trastullava distrattamente con gli ‘Aquila’ smollati.
Guardandosi intorno, con sollecitudine donnesca, considerava disadorno e negletto l’arredamento.

“...se riflettiamo sul lavoro del dirigente scolastico così come esso si svolge, vediamo che una parte rilevante del tempo e delle energie impiegate vengono dedicate alle lamentele espresse da varie parti...”

Dopo un tempo indefinito la scritta ‘occupato’ dardeggiò inflessibile accanto alla porta chiusa.
Dietro una scrivania ricolma Elena ritrovò il giovane collega di una volta sorridente e spossato: battute consunte sul ‘tempo che passa’ e giaculatorie sulle frustrazioni del mestiere, aprirono le danze al minuetto elegante e vagamente sensuale che ingannava le loro solitudini.

“...ancora oggi l’immagine del Dirigente scolastico mantiene nell’opinione dei più una prevalente connotazione burocratica, venata di autoritarismo se non di conservatorismo ideologico...”

Sguardi stanchi e divertiti parlavano di città antiche lassù nel continente ricco di opportunità umane e culturali, di licei prestigiosi ed elitari, lontani da scolaresche chiassose e turbolente, da colleghi sospettosi e rassegnati.

‘La grande varietà di conoscenze personali e di abilità interpersonali, che la nuova figura del preside richiede, pone il problema, non facile della sua formazione...’

Poi, Elena con premura diligente, parlò di circolari ignorate, decisioni dimenticate, regolamenti non rispettati, progetti esagerati ...

“La nuova figura del preside/manager si riconosce nella maggiore tempestività delle azioni, nella produzione di nuovi stili cognitivi, nell’attenzione focalizzata dei risultati...”

A fine anno, nel fondo prestigioso e anonimo del Giornale d’Istituto qualcuno parlava con preoccupazione ed enfasi di autorità perduta .

(da "Una prof qualunque" di Giovanna Pisu Casapollo)

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