Niente baci Perugina Nestlè
Tra terra e cielo - 14-02-2004
E' passato un anno da quando Nestlé si è impegnata a promuovere "Sviluppo sostenibile e riduzione della fame in Africa, ... sicurezza alimentare e acqua potabile" al popolo Etiope. (Comunicato Stampa Nestlè del 24 gennaio 2003.)

Quanti bambini Nestlè ha sfamato in un anno? Quante mamme ha dissetato?
E' una multinazionale che ha fatturato nel 2002 60,6 miliardi di euro, 10 volte il PIL Etiope. Nestlè potrebbe veramente intervenire e sconfiggere fame e sete.
Pensate che campagna di immagine sarebbe a livello mondiale.

INVECE ...

Quello che segue è una sintesi della situazione.

ITALIA-ETIOPIA-BRASILE-TOGO.
La Nestlè diventa buona!


Apri il sito Nestle.it e ti sembra di essere al Social Forum. Si parla di "sviluppo sostenibile", "di un'azienda fortemente multietnica" che vende nel "rispetto delle abitudini di consumo in ogni Paese" e "della legislazione locale".
La Home del sito affronta subito la questione che la pone sotto accusa da oltre 20 anni: "L'alimentazione dei lattanti nei Paesi in via di sviluppo".

Ma allora la Nestlè è divenuta buona!
Dopo aver "donato" i soldi del famoso debito dell'Etiopia a Croce Rossa, Caritas e UNHCR (Alto Commissariato per i Rifugiati delle Nazioni Unite), ha deciso di "regalare" un sacco di prodotti a marchio Nestlè al Brasile di Lula per combattere la fame. Peccato che l'IBFAN (International Baby Food Action Network) del Brasile cerchi di rovinare la festa affermando che:

1) la donazione al Brasile, come quella all'Etiopia non è altro che una grande campagna promozionale per recuperare un'immagine un po' compromessa presso l'Europa e gli USA, suoi principali mercati;

2) la diffusione di prodotti a marchio Nestlè in Brasile serve a far conoscere prodotti che poi i cittadini brasiliani saranno indotti a comprare. Tra questi c'è latte in polvere che potrebbe andare a neonati anche se destinato all'alimentazione adulta;

3) la "Fondazione Nelson Mandela per l'Infanzia" ha rifiutato donazioni della Nestlé comprendendo il conflitto di interessi nascosto in questi aiuti umanitari provenienti da un'impresa che promuove il latte in polvere in contrasto al latte materno.

Noi aggiungiamo tre notizie recenti:

4) a Trento il Comune ha aderito al boicottaggio. La Nestlé è intervenuta presso il sindaco e la stampa locale pubblicando sabato 7 febbraio pagine a pagamento in cui ribadisce il suo rispetto delle raccomandazioni dell'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per la vendita di latte in polvere destinato all'infanzia.
"La nostra politica nei Paesi in via di sviluppo non prevede campagne pubblicitarie, promozioni nei negozi o distribuzione di campioni gratuiti".
E' UNA BUGIA! L'autorevole British Medical Journal ha pubblicato prove di violazioni da parte di Nestlé del Codice OMS in Togo e Burkina Faso.

5) L'Antitrust Italiano ha condannato la Nestle (ed altre compagnie) per costituzione di un cartello mirante a tener alti i prezzi (sentenza confermata in appello dal TAR del Lazio). Nella sentenza dell'Antitrust sono riportate numerosissime violazioni del Codice Internazionale, verificate dai carabinieri del NAS.

6) Il Salvagente nel numero del 5 -12 febbraio scorso cerca OGM nei prodotti venduti in Italia. Nel cioccolato Galak Nestlè ce n'è più dell1%. Eppure non c'è traccia di OGM né sull'etichetta, né sul sito nestle.it. Su nestle.com c'è solo un vecchio documento del 1999 in cui si dichiara tranquillamente che per Nestlè è indifferente usare soia con o senza OGM.

Continuiamo a boicottare?

Ti chiediamo di inviare la seguente lettera alla Nestlé presso gli indirizzi indicati e alla nostra redazione: lettera@traterraecielo.it .
Per una migliore efficacia vi invitiamo a consegnare copia di carta anche al negozio/supermercato di fiducia perché la trasmetta ai propri fornitori.




INFO:

www.RIBN.it ;
coord@cnms.it, Centro Nuovo Modello di Sviluppo
Guida al Consumo Critico, EMI Edizioni
www.TraTerraeCielo.it
www.ibfan.org.
www.babymilkaction.org
Nestle
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