Storia di Nuemi
Anna Maria Bertoldo - 22-01-2002
E’ una ragazzina come tante, con il suo visetto “morenito” e le lunghe trecce nere.
Arriva una di queste mattine, accompagnata dalla sua mamma, che non parla e non capisce se non il quechua.
Diamo un’occhiata alla sua “libreta” (pagella). Ha superato con ottimi voti l’”ottavo basico” (corrispondente alla nostra terza media) e anche le note dei professori sono incoraggianti.
Viene dal campo, dove vive con la mamma, con il nuovo compagno di lei e con i fratellini nati dalla nuova unione.
Il padre le aveva abbandonate da tempo.
La iscriviamo, ha tutti i requisiti per essere accolta.
Ma ecco l’inghippo: il nome del certificato e della libreta non corrispondono.
Ovverossia corrispondono il cognome materno e il nome, non il cognome paterno.
Cerchiamo di capirci qualcosa, parlando con la mamma, grazie anche ad una delle Suore di Colomi che ci fa da interprete.
Nuemi, che pur capisce e parla castigliano, e’improvvisamente ammutolita.
Un poco alla volta, con fatica, viene fuori la spiegazione.
Il “patrigno”, per farsi carico della chica e sostenerla negli studi, ha posto una condizione: che la ragazza assuma il suo cognome.
Senza peraltro voler legalizzare questo nuovo “status”.
Spieghiamo, con tutta la delicatezza possibile, che questo non e’ consentito, che la libreta, rilasciata con quel cognome, non ha alcun valore legale, che noi possiamo iscrivere Nuemi solo con il cognome riconosciuto legalmente.
Madre e figlia sono, a questo punto, spaventatissime: l’una, per paura che il compagno non voglia piu’ tenere con se’ la ragazza, l’altra, che vede sfumarsi, senza il sostegno economico del patrigno, la possibilita’ di continuare gli studi.
Noi chiediamo, come “pensione”, una quota puramente simbolica: 200 bolivianos all’anno, poco piu’ di 60.000 lire (quanto sara’ in euro?) per vitto, alloggio, sostegno agli studi, attivita’ parascolastiche, materiale didattico e di calcelleria.
Ma, per queste due povere donne, madre e figlia, che non posseggono nulla, anche questa e’ una cifra proibitiva.
Dipendono, totalmente, da questo “padre-padrone”.
Nuemi, non preoccuparti, ti iscriviamo con il tuo cognome, vediamo di fare tutti i passi legali per aiutarti a risolvere il problema, regolarizzando anche la tua libreta.
Per intanto, di te ci occupiamo noi, anche economicamente.
Ritorna il sorriso sul volto di Nuemi e anche la mamma si e’ rasserenata.

Questa e’ una piccola storia, che nasconde pero’ il dramma di tante ragazze, di tante donne, che la mancanza di autonomia culturale, da cui deriva anche l’autonomia economica, rende facilmente vittime della prepotenza e dell’arroganza altrui.


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