breve di cronaca
Cancelliamo la riforma del ministro, difendiamo il tempo pieno
Repubblica on line - 29-11-2003
29 novembre 2003: sabato di lotta contro la Moratti
in piazza studenti e sindacati.
A Bologna e Roma, due cortei in difesa della scuola pubblica.
Pezzotta: "Senza risorse impossibile un'istruzione di qualità"





"A scuola con gioia, non con Letizia". Nello striscione retto da un gruppo di ragazzi a Bologna c'è la sintesi delle manifestazioni che oggi hanno visto scendere in piazza sindacati e studenti in difesa della scuola pubblica. "Da tutta Italia un solo grido: cancelliamo la riforma Moratti, difendiamo il tempo pieno", recitava lo striscione d'apertura del corteo di questa mattina a Bologna, diecimila persone. Tantissimi anche a Roma, nel pomeriggio ("Siamo centomila"), confluiti in una piazza Farnese stracolma con gli interventi dei leader sindacali di categoria.

"Impossibile una scuola di qualità senza risorse" ha detto il segretario della Cisl, Savino Pezzotta, alla manifestazione della capitale, mentre il segretario della Cgil Scuola, Enrico Panini, ha commentato la mobilitazione dicendo che "da stasera il ministro Moratti avrà centomila problemi in più, quelli che tutte queste persone stanno ponendo per dire che la scuola pubblica è irrinunciabile".
I bambini sono stati i protagonisti del corteo di Bologna, arrivati da tutto il centro-nord, con insegnanti e genitori, con cartelli fantasiosi, palloncini, sciarpe arcobaleno, cappellini e fischietti. E soprattutto pronti a chiedere quella scuola che, dicono, garantisce meglio il loro futuro. Tema centrale dell'iniziativa, la difesa del tempo pieno, in una Bologna simbolo di questa conquista, fin dagli anni Sessanta.



Fra gli slogan, "La riforma Moratti fa male al tuo futuro", oppure il ministro Moratti in versione fatina che "taglia" la scuola con un paio di forbici, e la scritta "Tanti anni di fatica con un colpo di riforme la fatina fa sparire". Numerose le bandiere dei Cobas, i sindacati di base della scuola, assenti quelle delle altre organizzazioni sindacali, che comunque hanno aderito alla manifestazione. In coda al corteo, studenti e lavoratori e i rappresentanti del Bologna Social Forum.

Siamo centomila" è stata invece la voce che si è diffusa tra i partecipanti alla manifestazione di Roma, indetta dai sindacati confederali della scuola. Una piazza Farnese stracolma, tanti che non sono riusciti ad entrare. Animato dai palloncini della Cgil Scuola e dalle bandiere dei sindacati, la manifestazione è partita da piazza Bocca della Verità, dove è confluito il corteo degli studenti che stamani ha aperto la giornata di protesta, e si è diretta in piazza Farnese, per i comizi finali.


"Alla testa del corteo, i leader di Cgil e Cisl, Guglielmo Epifani e Savino Pezzotta e, assente Luigi Angeletti, il segretario confederale Uil Antonio Foccillo, affiancati dai tre segretari dei sindacati di categoria, Enrico Panini (Cgil), Daniela Colturani (Cisl) e Massimo Di Menna (Uil). In mezzo al corteo, vestite da maestre-sandwich, le insegnanti elementari di Firenze, che indossano cartelli con la riproduzione di una nota marca di sigarette e la scritta "Letizia danneggia gravemente la salute", "Letizia uccide i precari".

"La questione principale che solleviamo - ha detto il segretario generale della Cisl, Savino Pezzotta - è quella della dimensione nazionale del sistema pubblico di qualità, quello che vogliamo è che si investa di più, a differenza di quello che ha fatto la Finanziaria, sulla scuola e sull'istruzione, proprio per recuperare quegli obiettivi della società della conoscenza che sono stati definiti anche dall'Unione Europea".

Per il leader della Cigil Scuola, Enrico Panini, "mentre il ministro Bossi chiede di accelerare la devolution, questa manifestazione dichiara l'indisponibilità dei sindacati confederali ad ogni devoluzione dell'istruzione pubblica alle Regioni. I valori delle nostre richieste - ha proseguito Panini - sono chiari: scuola pubblica, risorse e qualità, esattamente il contrario di quel che il governo sta facendo e ha fatto in questi due anni".

E per il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, la manifestazione di oggi è un "segnale forte che indica che il mondo della scuola e tutti gli insegnanti sono per valorizzare la scuola pubblica, frequentata dal 93 per cento degli studenti".

Dopo questa manifestazione, ha detto Di Menna, il ministro Moratti "deve uscire dal suo isolamento e riprendere il confronto col sindacato, perché il sistema di istruzione è centrale per lo sviluppo del Paese. Una riforma senza il consenso degli insegnanti - ha concluso - può solamente fallire".

Il segretario generale della Cisl-Scuola, Daniela Colturani, ha sottolineato dal palco la massiccia partecipazione alla manifestazione di oggi: "Il suo successo è il successo della scuola in trincea, che è riuscita a far sentire la sua voce, per rivendicare una politica diversa da quella del governo che è deludente, punitiva, mortificante per la scuola pubblica statale".

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