La finanziaria e la scuola
Maria Pia Silla - 12-11-2003
INCONTRO NAZIONALE DEGLI AMMINISTRATORI LOCALI

Il giorno 07/11/03 a conclusione dell’incontro nazionale a San Benedetto del Tronto degli Amministratori degli Enti Locali sulla “Finanziaria 2004 e i servizi per la scuola” viene stilato il seguente documento da trasmettere al Governo italiano ai Presidenti della Camera e del Senato.
Il documento, che viene proposto all’attenzione di tutte le amministrazioni locali di cui si auspica l’adesione, raccoglie in modo imparziale , coerente, condiviso le legittime istanze degli Enti Locali e degli Operatori scolastici impegnati quotidianamente per il buon funzionamento della scuola.
Il documento è il frutto di una concertazione tra tutti i soggetti intervenuti animati dal sincero interesse generale ad una scuola efficiente, capace di rispondere alle molteplici esigenze ed ai bisogni avanzati dalla collettività e dal sistema paese.

Assessorato all'istruzione di Ascoli Piceno



Il disegno di legge finanziaria 2004 mortifica le autonomie locali e colpisce la scuola, l’università e la ricerca.
Il disegno di legge finanziaria per il 2004 recepisce pienamente e sviluppa la politica dei tagli avviata con le due precedenti leggi finanziarie. Alle riduzioni molto gravi nei trasferimenti alle Regioni e agli enti locali, oggetto in questi giorni di una specifica contestazione nel confronto che il Governo ha dovuto avviare con il sistema delle autonomie locali, si aggiungono le misure specifiche per la scuola , rispetto alle quali gli amministratori locali esprimono le seguenti valutazioni:

· il disegno di legge finanziaria all’esame del Parlamento prosegue senza precise la politica dei tagli. Quelli, agli organici, già decisi nella finanziaria 2002, ripresi nel 2003, continueranno anche per il 2004 con pesantissimi effetti sull’anno scolastico 2004/05. La legge 448/01 ha stabilito la riduzione di 33.500 posti di insegnanti in tre anni: 8.500 per l’anno scolastico 2002/03, 12.500 per quello in corso e altri 12.500 sono già decisi per l’anno scolastico 2004/05. Continua il taglio dei collaboratori scolastici: 6% in meno nel triennio 2003-2005. Tali interventi comportavano una economia nel 2003 di 381,35 milioni di euro e di 726,75 milioni di euro nel 2004. L’articolo 14 della finanziaria attuale, “Disposizioni in materia di organizzazione scolastica”, riconferma che tutte le cattedre costituite con orari inferiori alle 18 ore settimanali di lezione frontale, vengano colmate. Dato l’attuale assetto degli organici a livello nazionale questa disposizione, se applicata in maniera brutale e senza stabilire adeguati periodi di ammortizzamento, produce effetti devastanti sulla organizzazione del sistema scuola nazionale. I danni maggiori saranno subiti dagli studenti in quanto le riaggregazioni orarie necessarie per dare seguito “alla prestazione oraria a tempo pieno”, sconvolgeranno gli attuali assetti degli organici all’interno delle istituzioni scolastiche e scaricheranno gli effetti della discontinuità didattica proprio sugli studenti. L’eliminazione del completamento di orario di cattedra, con ore a disposizione nella scuola per le supplenze, creerà ulteriori difficoltà alle istituzioni scolastiche che non avranno docenti disponibili per coprire le assenze momentanee e oltretutto non potranno chiamare supplenti per periodo inferiori i trenta giorni. Sarà doppio il danno per gli studenti, da una parte verranno meno i docenti dell’istituto con ore a disposizione per le supplenze brevi, dall’altro non potranno essere assunti i necessari supplenti. I tagli all’organico degli insegnanti di sostegno per i ragazzi portatori di handicap creeranno una riduzione del livello qualitativo di assistenza, colpiranno seriamente il diritto all’istruzione, all’integrazione scolastica, abbasseranno la qualità degli studi del gruppo classe in cui il ragazzo disabile è inserito.

· Il disegno di legge elude di fatto il tema della copertura finanziaria della legge 53/2003 compromettendo il piano finanziario recentemente approvato dal Consiglio dei ministri a sostegno della medesima. Esso prevedeva 8.320 milioni di euro per il periodo 2004-2008. Dei primi 4 miliardi di euro che sarebbero dovuti provenire dalle due precedenti leggi finanziarie 2002-2003 non risulta traccia alcuna nel bilancio dello Stato. A fronte degli altri 4 miliardi di euro che il piano governativo vuole investire nel periodo 2004-2008 viene messa a bilancio nel 2004 l’esigua cifra di 90 milioni (il 2,2% dell’intera somma da stanziare nel quinquennio) per tecnologie multimediali, lotta alla dispersione, istruzione tecnica superiore ed educazione degli adulti. Al riguardo è opportuno rilevare che i decreti legislativi delegati, per esplicita previsione della medesima legge delega, se si vogliono rispettare i tempi stabiliti per la loro emanazione, sono leggi di spesa a fronte dei finanziamenti posti nelle leggi finanziarie di quest’anno e dell’anno prossimo. Trascorso tale periodo occorrerà rinnovare la delega. Tutte le previsioni di finanziamento per la legge 53/2003 dovrebbero dunque essere previste chiaramente nelle suddette leggi invece , almeno per il 2004, ciò non si verifica. Ogni decreto legislativo delegato deve coprire le spese di tutte le innovazioni che introduce e che ciò deve essere descritto nelle prevista relazione tecnica. Nel decreto legislativo riguardante il primo ciclo di istruzione, reso noto nei giorni scorsi, non viene previsto il finanziamento della seconda lingua nella scuola secondaria di primo grado, cosi come quello della lingua inglese nella primaria o la generalizzazione della scuola dell’infanzia.

· Il disegno di legge ignora che l’ edilizia scolastica è la più importante opera pubblica del nostro paese, in quanto alla tabella F ripristina sì il finanziamento annuale dei mutui, ma la somma prevista, 30 Milioni di euro, è irrisoria perché non tiene conto delle gravi conseguenze che determinerà negli anni prossimi l’interruzione del finanziamento per due anni dei piani annuali regionali. Solo in questi giorni con il Decreto ministeriale 30 ottobre sono stati utilizzati i 10 milioni di euro previsti nella precedente legge finanziaria per erogare mutui, in maniera del tutto insufficiente, relativi ai piani annuali 2003 e 2004 della legge 23/96. Nel fare ciò è stato dimenticato l’anno 2002 per il quale è saltato ogni tipo di previsione. Per l’adeguamento e la messa a norma della situazione disastrosa dell’edilizia scolastica italiana, dopo il fallimento dell’articolo 80 comma 21 della precedente finanziaria, è stato quantificato in sede ministeriale un piano pluriennale straordinario di investimenti per 7,5 miliardi di euro, la legge finanziaria, art 14 comma 4, indica solo 39 milioni di euro per l’ammortamento dei mutui quindicennali, per dare attuazione a quanto previsto dalla precedente legge finanziaria per le zone a rischio sismico. Con una siffatta scelta non sarà assolutamente possibile rispettabile il termine categorico del 31 dicembre 2004 previsto per la messa in sicurezza di tutte le istituzioni scolastiche.

· Con la legge finanziaria per il diritto allo studio ci si limita a ripristinare l’esenzione dalle tasse scolastiche per gli studenti del primo anno della scuola secondaria superiore. Il riconoscimento dell’errore commesso con la cancellazione della legge 9/99, non incide tuttavia nel ripristino per gli stessi del diritto alle misure riguardanti la gratuità degli studi previste dalla legislazione nazionale e regionale .

· Il disegno di legge si caratterizza anche per i tagli che riguardano l’Università e la Ricerca scientifica . In quanto all’art 4, comma1; si prevede che il fabbisogno finanziario delle università statali non deve essere superiore del 4% al fabbisogno determinato a consuntivo nell’esercizio precedente. Per gli enti di ricerca il comma 2 dello stesso articolo fissa tale tetto al 5%. Viene inoltre confermato il blocco delle assunzioni anche per l’Università e la Ricerca e i finanziamenti richiesti dalla Conferenza permanente dei Rettori per il funzionamento ordinario delle Università italiane e per l’adeguamento delle retribuzioni di tutto il personale che vi opera, risultano totalmente rifiutati.

Non può essere in tale quadro infine ignorato che le misure restrittive, previste dal disegno di legge concernente la nuova finanziaria, accompagnano quelle che deriveranno dall’entrata in vigore del decreto legislativo Moratti sul primo ciclo dell’istruzione. Infatti in quella sede, con l’abrogazione dell’art 130 del decreto legislativo 297/94, viene colpita gravemente l’istituzione del il tempo pieno, dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria di primo grado, per l’intero percorso dell’obbligo che interessa oltre il 20% delle famiglie italiane. Con tale abrogazione viene così ridotta una positiva precedente decennale esperienza di buone pratiche di integrazione per la pari opportunità, di successo formativo di tutti gli alunni e di tutte le bambine e i bambini e tolta definitivamente alla scuola la conquista ambiziosa di pensarsi come luogo non solo di istruzione, ma anche di educazione e formazione. Si dimentica in tal modo come ancora oggi nelle nostre città la scuola rappresenti un fabbisogno di qualità nel processo di socializzazione delle giovani generazioni che viene così a essere fortemente limitato. La riduzione del tempo scuola si ripercuoterà, inoltre pesantemente sull’organizzazione della vita delle famiglie e nello specifico nelle possibilità delle donne di affermare le proprie capacità anche nel lavoro fuori casa, in evidente contrasto con la modifica dell’art.51 titolo V della Costituzione. Così le famiglie, non potendo rinunciare alla dimensione attuale dell’offerta, saranno costrette inevitabilmente a reclamare alle Amministrazioni locali un ruolo di supplenza, che sarà impossibile svolgere per la costante riduzione di risorse umane e finanziarie che gli enti locali stessi stanno subendo contemporaneamente all’aumento delle complessità sociali a cui rispondere e alle competenze ad essi attribuite.

L’Assemblea degli amministratori, indipendentemente dalla caratterizzazione politica delle rispettive amministrazioni locali,

RICHIEDE AL GOVERNO ED AL PARLAMENTO
una riconsiderazione sostanziale delle scelte che nel disegno di legge finanziaria 2004 riguardano la destinazione dei fondi per i servizi per la scuola, nell’interesse generale e diffuso di assicurare un servizio scolastico efficiente, capace di rispondere alle molteplici esigenze ed ai bisogni avanzati dalla collettività e dal sistema paese e di garantire ai giovani una preparazione qualitativamente elevata per un sicuro e armonico inserimento nel mondo del lavoro e nel contesto sociale.





Elenco delle prime adesioni

Province


Ancona Arezzo Ascoli Avellino Bologna Crotone Foggia Grosseto La Spezia Macerata Modena Napoli Parma Perugia Pesaro-Urbino Pistoia Rieti Roma Rovigo Salerno Teramo Terni Torino Vibo Valentia

Comuni

Verona Ferrara Abano Terme Ercolano

Regioni

Campania Marche


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