Dalema buonsensista
Vittorio Delmoro - 17-10-2003
EVVAI!

Finalmente c’è qualcuno che sta progettando il dopoberlusconi, progettandolo, dico, per noi della scuola, il che non è poco.

Si tratta nientedimeno che di Massimo D’Alema! Pensate che onore…

Il Corriere della Sera dà infatti notizia che la Fondazione Italianieuropei ha appena tenuto un seminario sulla scuola, seminario cui hanno appunto partecipato, oltre all’intruso D’Alema, le teste d’uovo di chi progetta la scuola in Italia, a cominciare dal pedagogista di corte professor Bertagna.

A scorrere i partecipanti troviamo (udite, udite) gran parte dei buonsensisti assurti negli ultimi giorni agli onori delle cronache virtuali, per cui si può ben dire che la fondazione dalemiana si presta a far da cassa di risonanza e da megafono per tutti coloro che vogliono gettare un ponte (prima che sullo stretto) verso il governo di centrodestra, così che le differenze possano sfumare sempre più.

Che ti dice dunque il D’Alema?
Che bisogna subito vaccinare la sinistra (nella fattispecie tutti noi della scuola) contro il terribile virus del dove eravamo rimasti (ma il virus non era Berlusconi?.)
Che la scuola non può sopportare una riforma ogni cinque anni e che non si può fare, come ha fatto Moratti, punto e a capo.

Certo sarà difficile fare punto a capo, se a guidare la riscossa verso una nuova vittoria ci sarà ancora questo D’Alema farneticante (ricordate Moretti sul palco : finché ci saranno questi qua dietro…)

Ora, non è che D’Alema sia antipatico prima di tutto alla sinistra, è quello che dice che non si può proprio digerire!

Le sue parole danno una mazzata prima di tutto alla riforma Berlinguer (legge 30, approvata e mai entrata in vigore), come se dopo tre anni di morattismo quella legge non abbia più un fondamento, ma si debba per forza adeguarsi ai guasti prodotti da Berlusconi.

Il ragionamento dalemiano sembra fondarsi sul concetto della ricerca del consenso, vale a dire che la riforma (ogni riforma) deve camminare su un ampio consenso sociale e che dunque non si possa fare punto e a capo perché questa controriforma un qualche consenso ce l’ha.

Consiglierei a D’Alema, prima di sparar cazzate, di girare un po’ le scuole e di chiedere quali sono le emergenze e i sogni del mondo che lì coabita.

Del resto un politico cessa di essere leader proprio nel momento in cui si distacca dalla sua base e sapete come era il seminario di Italianieuropei? A porte chiuse!

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Giovanni Berlinguer, Alba Sasso, Chiara Acciarini    - 18-10-2003
In merito a quanto emerso dal seminario della fondazione ItalianiEuropei, non crediamo che sia un’idea vincente, in grado di migliorare la qualità del sistema, quella di mettere sullo stesso piano, facendole competere fra di loro, scuola pubblica e scuola privata.

Laddove questo modello è già stato sperimentato, come nel caso emblematico degli Stati Uniti d’America, non ha chiaramente funzionato: negli Usa è sensibilmente elevato il tasso dell’analfabetismo di ritorno.

Occorre piuttosto promuovere e incentivare gli investimenti nel settore pubblico dell’istruzione, così come emerso dalla Conferenza di Lisbona, così come ha detto lo stesso Romano Prodi.

Va poi detto che se c’è una cosa che l’esperienza di questo Governo dovrebbe averci confermato una volta per tutte, è che è assolutamente improponibile l’idea di pianificare riforme “a tavolino” in un settore delicato e strategico come quello della pubblica istruzione, per poi farle calare, per così dire, dall’alto. E questa è una cosa che vale sia che governi il Centrodestra sia che governi qualunque altra coalizione. Certo, tornando al governo, non si tratterà per il Centrosinistra di ricominciare dal punto in cui aveva lasciato: si tratterà piuttosto di eliminare quei provvedimenti che hanno messo in discussione il diritto di tutti a un’istruzione di qualità, come la riduzione dell’obbligo scolastico, la riduzione degli insegnanti, l’eliminazione de tempo pieno e del tempo prolungato, l’eliminazione del sostegno ai disabili.

Giovanni Berlinguer - presidente "Aprile. Per la Sinistra"
Alba Sasso - deputata Ds
Chiara Acciarini - senatrice Ds, capogruppo in commissione scuola del Senato


 Giuseppe Aragno    - 18-10-2003
Dare ad intendere di pensare è molto più faticoso che pensare davvero, per questo D’Alema è sempre più stanco: la notte sveglio per studiar la posa, s’ingegna il giorno a fare lo “statista”: Massimo non riposa, è fuori fase. Parla, però, sebbene a porte chiuse, e allora sì, lo senti il riformista: basta, compagni, su, basta rivoluzioni!
Quali?
A scuola, diamine, non ve ne siete accorti? I rossi, i neri! Ma scherziamo? Continuità ci vuole! Noi siamo forza di governo!
E Sirchia minaccia di mettere la museruola ai cani…
Ai cani?
Sì, ai cani!?!



 Ilaria Ricciotti    - 17-10-2003
Punto e a capo il signor D'Alema cho ho stimato tanto è costretto a farlo se vuole che gli elettori delle sinistra e dell'Ulivo votino per tale schieramento. Inoltre proporrei all' on. D'alema, e glielo scriverò, che prima di fare seminari sulla scuola a porte chiuse, scenda dalla poltrona dove siede a Montecitorio e visiti le scuole, ascolti gli operatori scolastici e le famiglie. Per farla breve sarebbe stato molto più proficui per lui e per chi rappresenta che questo convegno lo avesse tenuto uno per ogni capoluogo di regione e non soltanto a Roma con certi personaggi e a PORTE CHIUSE. Che cosa avevano tanto da dirsi in segreto che noi non avremmo dovuto sapere? Così proprio non va. Si sta partendo con il piede sbagliato

 Gianfranco Strinna    - 19-10-2003
Il giornalista del corriere della sera mi sembra che abbia un po' esagerato nel riportare le dichiarazioni di D'Alema. D'altra parte il giornale è schierato su posizioni governative e tende a riportare le notizie nella maniera in cui gli fanno comodo. Certo è che il presidente dei DS, che d'altra parte stimo, dovrebbe lasciare le dichiarazioni sule poltiche scolastiche del governo a qualcuno che ne sa più di lui. Il contributo della fondazione italianieuropei sull'argomento è stato comunque molto utile. Per chi ha avuto modo di leggere il numero tre della rivista di quest'anno, viene riportato per intero l'articolo di Bertagna in cui emerge con chiarezza il disegno complessivo di questo governo di destra: minare le fondamenta dell’autonomia scolastica privando l’apparato scolastico e un non meglio identificato “establishment pedagogico-scolastico” di ogni potere decisionale, per riconsegnare alla politica la sua funzione di sintesi delle diverse istanze sociali: finiscono così nella “lista nera” di Bertagna i sindacati della scuola, la burocrazia ministeriale, le associazioni professionali, le riviste didattiche, i professori di pedagogia (sic) e gli stessi collegi dei docenti. Alla faccia del titolo V della Costituzione e della legge Bassanini 59 che sancisce il decentramento amministrativo e l’autonomia delle scuole, lo Stato “leviatano” ingoia in un sol boccone ogni spazio di libertà e di autodeterminazione che la scuola è riuscita faticosamente a conquistarsi in questi ultimi cinquant’anni.
Vi è dunque un complessivo disegno del governo di destra che cerca di colonizzare le sfere di autonomia, di uguaglianza e di pluralismo presenti nel nostro tessuto sociale. «La stagione in cui direzione e contenuti dei cambiamenti del sistema educativo di istruzione e formazione erano una partita giocata tutto sommato in casa, tra scuola, governo e sindacati della scuola, è finita», decreta laconico Bertagna, sgombrando il campo da qualsiasi ambiguità riguardo le reali intenzioni di questo governo. La Scuola al tempo della casa delle Libertà, dopo un breve periodo di riconquistata autonomia, torna dunque ad essere il ricettacolo di ideologie e pregiudizi, un contenitore vuoto da riempire di volta in volta di significati in nome di un riconquistato quanto malinteso primato della politica.


 vincenzo fontana    - 19-10-2003
Prendersela con D'Alema per i guasti prodotti alla scuola dal governo Moratti-berlusconi mi sembra una cosa francamente ridicola.
Peraltro la riforma Berlinguer non era la migliore possibile (si era arresa
di fronte all'opposizione del mondo cattolico di anticipare a cinque anni l'inizio della scuola elementare).
Si discute e nel frattempo bisogna impedire che la
"riforma" moratti passi.

 Anna Pizzuti    - 20-10-2003

da Tuttoscuola
La sortita di D'Alema e' ancora piu' apprezzabile se riesce a sottrarsi al rischio di confondere il lontano con il vicino, la prospettiva con il presente, non distogliendo l'attenzione dalle cose concrete e dai fatti reali.
Per questo le forze politiche anche di opposizione dovrebbero rendere chiari gli obbiettivi sui punti condivisibili della riforma, e, sugli aspetti critici, avanzare subito proposte innovative e agili.
Uno dei punti sui quali D'Alema manda al governo un segnale di disponibilita' riguarda il “sistema di istruzione e formazione professionale”, cioe' il famoso (e finora demonizzato) “secondo
canale”. Sempre che la Moratti tenga fede al suo impegno di garantirne nei fatti la “pari dignita'” con il sistema dei licei,rafforzando il ruolo della formazione per contenere l'inefficienza del sistema
scolastico che perde oltre il 30% degli alunni.
Un altro punto sul quale potrebbero convenire tutti e' costituito dall'alternanza scuola lavoro che deve favorire l'integrazione tra scuola e mondo del lavoro e una maggiore adesione dei contenuti di
apprendimento alle innovazioni del sistema produttivo.

Riporto solo questo dei due "pezzi" che Tuttoscuola dedica alle posizioni di D'Alema. Per completezza di informazione e per il senso di scoraggiamento e di tristezza che ho provato.
La questione del doppio canale segna il discrimine tra la scuola di tutti e quella di ciascuno (inteso come ciascuno che può) e qui viene indicata come punto di non difformità. E', la posizione di D'Alema, la legittimazione del documento del buonsenso, che su questa questione - come su tutte le altre - appare completamente schiacciato sulla visione governativa.
Due anni persi a discutere ed a richiamare l'attenzione. Che tristezza ed anche - perchè no - che rabbia.


 ilaria ricciotti    - 21-10-2003
Anche se ho criticato D'Alema in base a ciò che ho letto, se dovessi esprimere il mio giudizio tra lui e il Prof Bertagna, senz'altro D'Alema sarebbe il preferito, con il punteggio di 10 a 0.