Storie di ordinarie follie nel mondo del lavoro
Gaetano Tizza - 15-10-2003
La crudeltà del mondo del lavoro forse ha raggiunto limiti inauditi per le persone adulte, e non solo, di noi del sud. Mai avrei immaginato che la situazione fosse evoluta in senso regressivo fino a toccare i limiti inumani delle esigenze di chi di lavoro dovrebbe (dovrebbe !!!!!!) Vivere.

La mia esperienza nell'ultimo anno e' stata a dir poco penosa. In parte l'ho voluta io, non mi discolpo però credo sia lecito per uno che vive al sud, dove ha messo radici, cercare un posto di lavoro nel proprio mondo bello o brutto che esso sia.

A gennaio di quest'anno ho vinto una borsa di studio finanziata dal fondo sociale europeo, la quale mi ha permesso di frequentare un corso di specializzazione come "esperto processi di gestione e sistemi ERP", al termine dei quattro mesi di aula, era previsto lo svolgimento di uno stage presso una azienda che adottasse questi sistemi ERP. Io nella mia piena insistenza alla mia direttrice del corso, ho chiesto di poter svolgere lo stage qui in Sicilia, nella speranza che magari mi avessero assunto e così magari avrei risolto i miei problemi di lavoro.

Ho svolto questo stage, in una azienda di Catania molto famosa in Italia ed in Francia, trattandosi di un colosso italo francese.

Andai a fare il colloquio, ed al confronto con il direttore del personale mi sento rispondere dopo le cordiali e solite presentazioni "..... E cosa dovrei farle fare qui, non so nemmeno cosa sia sto sistema ERP" al che io gli spiegai la finalità del corso frequentato e che era diretto a familiarizzare con i sistemi gestionali delle grandi imprese, insomma ad acquisire conoscenze in ambito di amministratore di sistemi facendo naturalmente le debite considerazioni con le differenze che esistono con i sistemi ERP, rivolti questi ultimi soprattutto verso le piccole e medie imprese.

Dietro la insistenza della mia direttrice del corso finalmente mi hanno accettato in questa azienda.

Iniziai alla fine del mese di giugno, ma già dopo tre settimane avevo corso seriamente il rischio di essere cacciato via, semplicemente perché mi ero rifiutato di andare a svolgere delle mansioni che non si conciliavano con le finalità del corso frequentato. Insomma qualche capo reparto aveva bisogno di qualcuno che fosse adibito a svolgere attività di magazziniere, come tappabuchi, ed avevano trovato la persona adatta in me.

Il mio rifiuto mi stava costando carissimo, anzi dico che l'ho fatto per un paio di giorni, al terzo giorno glielo dissi chiaro e tondo al mio capo ufficio che a quelle condizioni io non ci stavo e che se la sua azienda avesse avuto bisogno di qualche magazziniere poteva benissimo procurarselo in piazza vista la situazione cronica di disoccupazione che esiste quaggiù in Sicilia.

Non nascondo di essermi veramente arrabbiato, ma d'altronde reputo di avere avuto ragione a tutti gli effetti.

Reazione ineccepibile da un co-regionale: riferimento al capo del personale, questo mi prepara la relazione e la chiusura dello stage e subito dopo via, gli stavo sui maroni da un bel po'.

E' intervenuta la direttrice del corso a calmare un po' le acque, e ciò ha fatto si che sono ritornato in quel posto.

Da qui il gelo, nei confronti di una schiera di persone che al momento non mi davano nemmeno del ciao.

Pensate e' stato così per almeno due mesi, altro che mobbing c'e' di peggio cari amici. Ed inoltre il fatto di non avere appreso granché da questa esperienza di stage.

Comunque ho finito, con grande sollievo da parte mia. Almeno cosi non rivedo quelle facce che si rendevano abominevoli.

Il mio pensiero adesso va a quei famosi finanziamenti del fondo sociale europeo ed alle finalità che esse dovrebbero avere.

Sicuramente il ministero del lavoro ci ha rimesso del suo nei miei confronti così come la comunità europea, ma il risultato e' stato sempre peggio. Io mi ritrovo con un anno in più sulle spalle ed ancora senza un lavoro.

Abbiate pietà di noi meridionali e non inorriditeci così. Fate qualcosa di buono e di concreto affinché anche noi del sud possiamo vivere decentemente come i nostri coetanei europei. E che ci possiamo costruire una famiglia e possiamo soddisfare i più elementari desideri come un qualsiasi essere in questo mondo civilizzato.


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