Previsioni di voto
Vittorio Delmoro - 13-10-2003
IO DICO CHE VOTEREMO A MAGGIO

Sì, io dico che la prossima primavera non voteremo solo per amministrative (dove ci sono) ed europee, ma voteremo per le politiche.

Certo non rischio nulla a fare questa previsione, giacché non ne dovrei poi rendere conto a nessuno, semmai risultasse errata; e poi non sarei l’unico a sbagliare previsioni, dopo che sono incorsi nel medesimo incidente fior fiore di politologi, commentatori ed analisti.

La mia previsione si basa su alcuni dati di fatto e su un ragionamento e naturalmente si porta dietro delle conseguenze.

I dati di fatto sono :

- la recente flessione elettorale del centro-destra alle ultime amministrative (anche se parziali e locali);

- i risultati dei sondaggi che su ogni argomento affrontato dal governo lo danno in calo;

- la clamorosa, ampia e duratura rinascita della protesta di piazza (dai tre milioni di Cofferati, alle marce per la pace, ai girotondi), che hanno rivitalizzato la sinistra, riunificandola attorno ad un radicale antiberlusconismo;

- le spaccature all’interno del centro-destra, segno di nervosismo, paura e riposizionamento;

- il modificato atteggiamento dei poteri forti (Banca d’Italia, confindustria) nei confronti di un governo che li sta deludendo;

- La personalità di Berlusconi, disposto a tutto pur di restare in sella sullo scranno più alto.

Cosa pensate infatti che possa succedere se (escluse le elezioni politiche) Berlusconi perdesse le europee? Potrebbe far finta di nulla e continuare in attesa del 2006? Praticamente impossibile; anzi inizierebbe una lunga china piena di buche e trabocchetti creati da tutti i suoi comprimari.

Berlusconi non può permettersi di perdere le europee e nello stesso tempo non controlla tutti gli elementi che gli garantiscono di vincerle e di proseguire tranquillo la sua avventura governativa, magari in attesa di fare la legge che lo catapulti a Presidente della Repubblica prima ancora della scadenza elettorale.

Gli elementi di cui non può disporre sono prima di tutto di tipo economico (la stagnazione-recessione), che non miglioreranno nei pochi mesi che ci separano dalla primavera, poi anche di tipo politico, con gli alleati impegnati a combattersi a viso aperto.

Se nel mio piccolo anche io riesco a leggere la situazione attuale, figuratevi lorsignori nelle loro stanze di palazzo!

Per questo ritengo che tutti quanti abbiano ormai messo nel conto le elezioni politiche a breve, seppure non date ancora per certe, se non altro per non scoprirsi troppo e restare all’improvviso nudi senz’altra alternativa.

Nonostante le elezioni politiche possano apparire un salto nel vuoto per il centro-destra e un rischio ancora maggiore dell’eventuale sconfitta alle europee, Berlusconi sembra convinto di avere ancora il fascino necessario per ammaliare gli italiani, un fascino basato sostanzialmente sul rinnovo delle vecchie promesse (dopo un periodo di crisi internazionale, conseguente ad un 11 settembre imprevedibile) e sull’idea che in questi due anni gli è stato impedito di lavorare come voleva, mentre bisogna condurre a termine (nei prossimi 5 anni) il lavoro appena iniziato.

Qualcuno dei suoi alleati potrebbe giudicare queste velleità berlusconiane come puro avventurismo, ma non può farci niente, perché lui è il padrone del vapore, tiene i cordoni della borsa ed è in grado di decidere chi debba o meno venire candidato (ed eletto), non solo nel suo partito, ma anche in quello degli altri. Per questo gli alleati sono stati compatti nell’approvare in pochi giorni tutte le leggi ad personam che lui ha voluto e continueranno a farlo. Solo che non possono proprio annullarsi e, in vista del confronto elettorale (per loro più temuto, che voluto, al contrario di Berlusconi), devono per forza riposizionarsi e caratterizzarsi, per non rischiare addirittura la scomparsa e lo scioglimento dentro Forza Italia.

Ecco perché in primavera voteremo anche per le politiche, così che Berlusconi possa fare l’en-plein in tutte e tre, spendendo il suo carisma (e i suoi soldi, e le sue TV), col sistema della propaganda anticomunista di cui è campione.


COSA SIGNIFICA QUESTO PER LA SCUOLA?

Significa che le lotte in corso e in programma (pensioni, riforma, finanziaria) costituiscono solo uno strumento per meglio piazzarci in vista della competizione elettorale; sono infatti tutti argomenti destinati a decadere in breve tempo : la riforma pensionistica, seppure fosse approvata in tempo, costituirebbe solo un regalo per l’eventuale futuro governo di centrosinistra (ma su questo tornerò in un’altra occasione); la riforma scolastica non inizierà mai il suo corso; la finanziaria permetterà al paese di vivacchiare in attesa del miglioramento dell’economia internazionale.

Se invece dovesse vincere ancora Berlusconi, allora queste sarebbero solo bazzecole, in confronto a ciò che ci capiterà.

Dunque ogni sforzo va ora indirizzato ad ampliare il più possibile il fronte antiberlusconiano, che di per sé è già un buon programma elettorale unitario, al contrario di ciò che sostenevano appena due sere fa le teste pensanti del salotto televisivo di Gad Lerner. Essere antiberlusconiani, non significa soltanto aver acquisito la sperata immunità al virus di montanelliana memoria; significa aver maturato un sistema di valori, che sembrava smarrito all’interno della sinistra, anch’essa irretita dallo scintillio capitalistico.

Sarebbe invece piuttosto arduo unirsi attorno ad un programma riformista che, ora su un punto ora sull’altro, vedrebbe in disaccordo un pezzo o l’altro dell’attuale minoranza. Certo, una volta messo in minoranza Berlusconi ed archiviato il caso anomalo, il centrosinistra ritroverebbe intatte tutte le vecchie questioni, dalle pensioni, all’orario di lavoro (le indimenticate 35 ore!), dalle ristrettezze di bilancio (l’enorme debito pubblico) alle tasse, dalla politica sull’immigrazione alla sicurezza dei cittadini, eccetera eccetera eccetera.

Ebbene, ci penseremo dopo e troveremo un qualche modo per convivere (un altro mondo è possibile!) : la paura che torni un Berlusconi addirittura più agguerrito, farà rinsavire anche i più temerari.


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 ilaria ricciotti    - 13-10-2003
Io voglio credere con tutte le mie forze a quanto hai detto, ma ho anche il terrore che molti italiani continueranno a lasciarsi incantare da chi sa vendere molto bene soltanto fumo e promesse che poi non mantiene. Ho inoltre il terrore che questi italiani imbevuti troppo di modelli ed idoli senza scrupoli, che guadagnano soldi così facilmente come fossero caramelline, allettati da costoro li vogliano imitare e quindi seguire in un'impresa che risulterà fallimentare. Ho il terrore che le TV, soprattutto quelle della RAI comincino, una volta firmata la legge Gasparri, a fare una martellante propaganda politica non certo egualitaria nei tempi. Io ho tante paure, tuttavia, come ho scritto in qualche commento, la mia campagna politica, come cittadina che non accetta quanto si sta facendo per il popolo italiano, l'ho già iniziata: quando vado a fare la spesa, quando parlo con la gente, quando mi esprimo su questa rivista, quando scrivo ai quotidiani, insomma mobilitandomi da sola o insieme ad altri come possiamo, poi, "sarà quel che il popolo italiano vorrà. Tuttavia, se il popolo italiano gradirà ancora il premier Berlusconi non avrà più il diritto di contestarlo su ciò che egli stabilirà".