breve di cronaca
L'urlo dei sindacati: «Non vi illudete, saremo compatti»
ROMA — «Lo sciopero sarà solo l'inizio». E' una dichiarazione di guerra durissima quella che il direttivo unitario di Cgil, Cisl e Uil, con la proclamazione delle sciopero generale di 4 ore il 24 ottobre, ha recapitato al governo. Con un'aggiunta tutta politica dei leader Epifani (Cgil), Pezzotta (Cisl), Angeletti (Uil): «Sia chiaro, marceremo compatti». Come dire che è inutile che il governo cerchi di giocare la carta della divisione sindacale. Stavolta non accadrà. Tanto che le dichiarazioni più dure sono venute da Pezzotta: «Lo sciopero e tutte le altre iniziative che faremo serviranno a fare cambiare idea al governo sia sulle pensioni, sia sulla Finanziaria che non crea sviluppo. Il dialogo auspicato dal ministro Maroni? Lui decide tutto prima e così quello che chiama dialogo diventa un monologo sociale. La genta sta reagendo perchè ha capito che la riforma è disastrosa. Noi chiediamo di ripartire proprio da zero visto che la riforma crea frammentazione e non tutela l'equità».
Secchi pure i commenti degli altri due leader sindacali. Per Epifani la riforma è «una scelta immorale, improvvida, sbagliata e non condivisibile». Per Angeletti è «una riforma ingiusta e sbagliata e quindi non condivisibile».
Le «altre manifestazioni» a cui hanno accennato i segretari di Cgil, Cisl e Uil saranno soprattutto «assemblee unitarie» nei luoghi e campagne di informazione sui contenuti della riforma e magari scioperi per settori e su base territoriale. Maroni ha avvertito che «non ci sarà dialogo con chi minaccia». E i sindacati attaccano con temini sempre più duri. I sindacati annunciano una campagna «di informazione vera sui contenuti della riforma», e il ministro replica che «il governo sta preparando una campagna informativa sullariforma il cui primo atto è stato il messaggio tv di Berlusconi».
I sindacati, però, sono determinati e hanno fatto capire che se tutte le azioni in programma non dovessero bastare c'è già allo studio un altro sciopero generale per l'intera giornata con una manifestazione nazionale a Roma.
Allo sciopero proclamato da Cgil, Cisl e Uil si è associata la Gilda-insegnanti perchè «la riforma falcidierà i redditi dei docenti futuri pensionati e rallenterà il ricambio generazionale». Sul fronte della battaglia «antiriforma» si è schierata pure l'Ugl. Secondo il sindacato vicino ad An è necessario «costringere il governo a correggere la rotta della riforma, recuperando lo spirito di dialogo che ha permesso di arrivare al Patto per l'Italia».
Una sorta di «anteprima» dello sciopero del 24 è stata la manifestazioni di ieri, a Roma, della Confederazione sindacati europei (Ces). Oltre ai leader sindacali hanno partecipato in forze gli esponenti del centrosinistra. Piazza del Popolo era gremita. Angeletti ha ironizzato: «Ne avevamo previsti 60mila, il resto deve avercelo messo Berlusconi».
Benchè fosse una manifestazione transnazionale organizzata per chiedere che nella Costituzione Europea fosse inserito un richiamo «ai diritti dei lavoratori», la riforma delle pensioni italiane è diventata l'argomento clou. Il presidente dela Ces, Candido Mendez ricordando che Berlusconi ha definito la riforma «saggia e giusta», ha rilanciato che, invece, è «ingiusta e ignorante».
Sul palco sono saliti anche i leader sindacali italiani e tra gli applausi hanno rincarato la dose. Pezzotta si è rivolto alla Lega: «Onorevole Bossi non è vero che le pensioni di anzianità le avete salvate, le avete abolite». Per Angeletti è una «riforma sgangherata». Quindi, quasi con compatimento: «Non sanno quel che fanno». Epifani ha tagliato corto sulla disponibilità del governo ad aprire una discussione: «Questo dialogo non lo vogliamo perchè questo governo non porta rispetto ai lavoratori».


Segnalato da Nuccio Natoli



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