Nel 1946, a giugno
Fuoriregistro - 31-05-2003
Il 2 giugno 1946 gli italiani vengono chiamati alle urne, oltre che per il referendum istituzionale tra repubblica e monarchia che sancirà la fine di quest’ultima, anche per eleggere i membri dell’Assemblea Costituente cui sarà affidato il compito di redigere la nuova carta costituzionale (come stabilito con il decreto-legge luogotenenziale del 25 giugno 1944, n. 151).

La campagna elettorale fu assai vivace, e l'affluenza alle urne fu altissima: votò l'89,1 per cento dei 28.005.449 aventi diritto, per un totale di 24.946.878 votanti).

La scheda per il referendum istituzionale proponeva all'interno la scelta fra i simboli della repubblica e della monarchia: per la repubblica due fronde intrecciate di quercia e di alloro con al centro la donna turrita, che già raffigurava l'Italia sul francobollo da quattro lire, per la monarchia lo stemma sabaudo sormontato da una corona. Per i comuni della zona mistilingue dei collegi di Trento ed Udine venne adottata una scheda bilingue.




All'esterno la scheda veniva firmata da uno scrutatore e timbrata dal seggio elettorale .





2 GIUGNO- "Roma Notizie pervenute all'Ansa dai più importanti centri italiani confermano che le operazioni di voto si sono svolte ovunque regolarmente e con notevolissima affluenza di votanti"

Non mancarono polemiche sul conteggio dei voti, ma alla fine la volontà degli lettori fu chiara .





I risultati del referendum furono proclamati dalla Corte di cassazione, riunita in seduta solenne presso la Sala della Lupa in Palazzo Montecitorio (10 giugno 1946) .

Segno delle ristrettezze finanziarie dell'epoca, il verbale ufficiale di proclamazione dei risultati venne dattiloscritto su un foglio di carta a quadretti .




e Pietro Nenni poté proclamare ufficialmente la nascita della Repubblica Italiana.


Proclamata la repubblica,
in questo 10 giugno
che placa finalmente la memoria di Giacomo Matteotti e dei morti della criminale guerra fascista
proclamata sei anni or sono,
si apre una nuova fase della nostra attività,
che sarà caratterizzata da quattro esigenze fondamentali:
la pace nei giusti confini d'Italia;
la pacificazione interna, il cui primo atto sarà l'amnistia;
pane e lavoro, per 45 milioni di italiani;
una moderna Costituzione


.
Ascolta il file audio


11 GIUGNO - Roma Il consiglio dei ministri si consulta. Ha interpretato nel senso più corretto l'art. 2 del decreto del 15 marzo 1946 il quale fa sì che, proclamato l'esito del referendum, "ope legis" i poteri del capo dello stato debbano essere assunti dal presidente del consiglio. Nessun'altra interpretazione è possibile. La Corte di Cassazione ha respinto le eccezioni riguardanti il quorum e la mancata votazione a Trieste e Bolzano, che non costituisce motivo per invalidare i risultati del referendum . (Ag. Ansa, 11 giugno, ore 15.30 )

18 GIUGNO-Alle ore 18.00 nell'aula di Montecitorio, il Presidente della Corte di cassazione, Giuseppe Pagano, ha dato lettura del verbale relativo al giudizio definitivo e ha comunicato i risultatidopo le contestazioni, le proteste e i reclami dei monarchici.

L'ITALIA DA OGGI - ORE 18 DEL 18 GIUGNO 1946 E' REPUBBLICANA





25 GIUGNO 1946- Roma - "Un'affluenza di pubblico quale si è raramente verificata anche nelle più solenni occasioni ha caratterizzato la prima seduta dell'Assemblea costituente, dando con la sua massa compatta che si estende su tutte le tribune l'impressione più viva del profondo interesse con cui il paese si accinge a seguire i lavori di queste assise elette dopo tanti anni di dispotismo dal libero voto del popolo.
E, come gremite sono le tribune, così l'aula appare occupata nella quasi totalità dei suoi scanni dai deputati di tutti i partiti.

Alle ore 16 il discorso inaugurale dell'On Orlando poi si alza a parlare il presidente del consiglio De Gasperi
:

" Il governo -egli dice- saluta nell'Assemblea l'espressione della sovranità popolare. Eletto il capo provvisorio dello stato, esso rimetterà nelle sue mani i poteri di cui era rivestito in questo periodo di transizione. Si compie così legalmente e pacificamente il più grande movimento della storia contemporanea d'Italia. Con tenacia, con ardimento, con disciplina di popolo, abbiamo gettato un ponte sull'abisso di due epoche, senza perdite di uomini e di materiale".

Si procede alla votazione per la nomina del presidente dell'Assemblea. Votanti presenti 468; maggioranza 234. Saragat voti 401. Venditti 26, Giordani 2, Mentasti 1, Mazzoni 1, Andreotti 1, De Gasperi 1. nulle 2, bianche 31. Saragat viene eletto quindi presidente della Assemblea costituente
. (Agenzia Ansa. ore 18 .)

26 GIUGNO 1946. - Il discorso inaugurale di Saragat:

"...Fate che il volto di questa repubblica sia un volto umano. Ricordatevi che la democrazia non è soltanto un rapporto fra maggioranza e minoranza, non è soltanto un armonico equilibrio di poteri sotto il presidio di quello sovrano della nazione, ma è soprattutto un problema di rapporti fra uomo e uomo. Dove questi rapporti sono umani, la democrazia esiste; dove sono inumani, essa non è che la maschera di una nuova tirannide
( Ag. Ansa, ore 12.00)


E, A MARGINE... IL SIMBOLO

Furono proposti questo




e questo




Ma Umberto Terracini, con questa lettera




comunicò di aver scelto questo




Viva l'Italia



Viva l'Italia, l'Italia liberata,
l'Italia del valzer, l'Italia del caffè.
L'Italia derubata e colpita al cuore,
viva l'Italia, l'Italia che non muore.

Viva l'Italia, presa a tradimento,
l'Italia assassinata dai giornali e dal cemento,
l'Italia con gli occhi asciutti nella notte scura,
viva l'Italia, l'Italia che non ha paura.

Viva l'Italia, l'Italia che è in mezzo al mare,
l'Italia dimenticata e l'Italia da dimenticare,
l'Italia metà giardino e metà galera,
viva l'Italia, l'Italia tutta intera.

Viva l'Italia, l'Italia che lavora,
l'Italia che si dispera, l'Italia che si innamora,
l'Italia metà dovere e metà fortuna,
viva l'Italia, l'Italia sulla luna.

Viva l'Italia, l'Italia del 12 dicembre,
l'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre,
l'Italia con gli occhi aperti nella notte triste,
viva l'Italia, l'Italia che resiste.


Francesco de Gregori


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 armando    - 09-11-2003
la repubblica non fu mai proclamata.

penso che per correttezza dovreste scriverlo nel vostro sito.

saluti

 andrea    - 12-10-2004
IL referendum fu una farsa molti cittadini non votarono monarchia perche' minacciati di morte dai repubblicani e furono annullate due milioni di schede monarchiche inoltre la corte costituzionale non proclamo' mai la repubblica.Quindi questo dimostra la falsita' e l'inganno di quel referendum.Alle persone intelligienti la conclusione

 Giuseppe Aragno    - 12-10-2004
Caro Andrea,
non tutti siamo intelligenti. Io no, per esempio. Le conclusioni, perciò, le puoi trarre tu?