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15 febbraio, la pace va in onda
Liberazione - 10-02-2003



Si sa da giorni: la Rai non manderà in diretta le centinaia di manifestanti che sfileranno a Roma il 15 febbraio e i milioni di persone che faranno altrettanto in 72 città di 52 Paesi. Tutti contro la guerra anche se fosse un'avventura accordata dall'Onu. Tuttavia, un'altra informazione è possibile e il velo di Maya ufficiale non sarà squarciato solo dai media indipendenti. La7 - l'emittente che ha preso il posto di Telemontecarlo - ha già annunciato che sarà a lei a colmare il "buco" del (fu) servizio pubblico. «Sarà una diretta pluralista e non militante - spiega a Liberazione, Giulio Giustiniani, dal novembre 2001 direttore editoriale e dei tg dell'emittente che fa capo alla Telecom - in studio Giuliano Ferrara e Gad Lerner bilanceranno la piazza ma ci saranno anche ospiti dei partiti contrari alla guerra». Un'operazione che La7 ha già fatto in occasione della kermesse fiorentina di Cofferati e Moretti (con i riformisti ds in studio), o in occasione del Fse e, ancora, nell'Usa day del 10 novembre 2001 (surclassato dal corteo pacifista dei social forum). «Per noi è un vantaggio - continua Giustiniani - visto che lo share schizza al 7% con punte del 10 o del 12 per cento rispetto a una media del 2, 5%. Ma questo servizio pubblico così non funziona, va riformato. C'è bisogno di regole che consentano di evitare le risse politiche che si verificano ogni volta. Noi ce le siamo date. Così faremo se dovesse scoppiare la guerra».
Ma, per un servizio pubblico radiotelevisivo che abdica le proprie funzioni a favore di imprese private c'è anche un nuovo spazio pubblico, che risponde ad altre logiche per le quali l'informazione non è merce tra le merci: dopo aver trasmesso dal Fse di Firenze e dai cancelli Fiat di Termini Imerese, "Global tv" riaccende il suo segnale per il corteo del 15 febbraio in sinergia con il comitato organizzatore della manifestazione, "Fermiamo la guerra". La sua parte radiofonica lo farà già dal venerdì per trasmettere in tempo reale "pezzi" del 15 febbraio australiano. «Palinsesto e frequenze del satellite e delle tv analogiche saranno disponibili solo mercoledì. Per ora si può dire che le "isole di produzione" di Global tv saranno materialmente in un punto di passaggio del corteo romano (tra Porta S. Paolo e Piazza S. Giovanni) per la narrazione dell'evento e per corrispondenze da altre città europee teatro di analoghe iniziative in un intreccio tra tv e modulazione di frequenza», dice Alessandra Ferraro di Riot Generation Video, "isola creativa" della Capitale.

Appena rinnovato il suo sito (ora è www. radiogap. info) anche la prima cordata di radio, nata nella scuola Diaz di Genova, è pronta per trasmettere il corteo "minuto per minuto": «Veramente per noi il 15 febbraio è iniziato da un pezzo» spiega Daniela Morando, 33 anni romana, redattrice a tempo pieno di Radio Onda Rossa, l'emittente romana dove pulserà, tra sette giorni, la regia della diretta di Radio Gap ma che già da un paio di settimane ha aperto finestre sull'evento scaturito dall'enorme corteo fiorentino del 9 novembre scorso. «Alla lunghissima trasmissione lavoreranno una quindicina di corrispondenti mescolati tra gli spezzoni. I dettagli li sapremo solo dopo la riunione di lunedì ma possiamo assicurare che scenderanno tutte le radio del network: le bolognesi Città 103 e K Cenrale, Onda d'Urto di Brescia, Novaradio di Firenze, l'agenzia Amis. Ci saranno anche approfondimenti da studio ma, in generale, l'intera galassia dei media indipendenti collaborerà "travasando" da un mezzo all'altro i propri contributi. Sul web sarà possibile ascoltare e leggere, senza compartimenti stagni, tutti i reportage e le immagini di diverse realtà: da Indymedia a Radio Paz di Lecce».

Il progetto "No war tv" è lo specchio del ragionamento di Morando. In realtà è un nome fittizio per designare una «compagine che si è coagulata nell'esperimento compiuto da parecchi soggetti nella manifestazione contro la guerra promossa da Emergency e Cgil il 10 dicembre», ricorda Manolo di Candida, l'esperienza "elettrodomestica" romana ora nel circuito delle Telestreet, le tv di quartiere. «Sabato metteremo a disposizione alcuni materiali sul corteo - prosegue Manolo - ma il nostro è un altro tipo di operazione: sulla durata più che sull'evento perché la guerra, solo a evocarne il nome, apre scenari che vanno dall'economia allo spettacolo». In breve, "No war tv" (il nome è di fantasia) sta attrezzando una piattaforma polimediale di cui il satellite «sarà la spina dorsale in stretta relazione con Radio Gap, con le realtà in rete e con le telestreet che ritrasmetteranno il segnale satellitare sulle frequenze terrestri. La nostra non è l'esigenza di una struttura politica ma l'incontro di esperienze di chi lavora sulla comunicazione: da individualità "mediattiviste" ai professionisti di Megachip (la onlus promossa tra gli altri da Giulietto Chiesa e Maurizio Torrealta, ndr)».

Checchino Antonini
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 Fermiamo la guerra    - 11-02-2003
Mercoledì 12 febbraio dalle 11 alle 14 il comitato organizzatore della
manifestazione del 15 febbraio promuove un sit-in di protesta davanti alla
sede Rai di viale Mazzini per denunciare il boicottaggio da parte della tv
pubblica delle iniziative contro la guerra e della manifestazione globale
contro la guerra del 15 febbraio


Ricordiamo come l'opinione pubblica, secondo tutti i sondaggi, sia in larga
maggioranza contro la guerra all'Iraq e come nel mondo per la prima volta si
stia organizzando una mobilitazione internazionale per il 15 febbraio che ad
oggi coinvolge più di 300 città di oltre 54 paesi del mondo sulle stesse
parole d'ordine e con le stesse richieste.


Sarebbe del tutto consono alla sua mission che il servizio d'informazione
pubblico si occupasse di questo grande e storico evento, ad esempio
disponendo la diretta della manifestazione (che invece è stata negata) e che
riflettesse sulle opinioni e mobilitazioni di tanti cittadini e cittadine
italiani e nel mondo. Invece, l'informazione pubblica, con poche eccezioni,
si sta mettendo l'elmetto o preferisce parlare d'altro. Mentre il paese
reale discute, partecipa, si interroga e si schiera su un argomento che
condiziona le nostre vite e le nostre coscienze.


Per queste ragioni e per rilanciare una corretta informazione sulla
manifestazione del 15 febbraio e sulle mobilitazioni contro la guerra, gli
organizzatori della manifestazione promuovono un sit-in animato da
interventi NO STOP di tutte le associazioni, reti, organizzazioni, sindacati
e singoli che hanno aderito alla manifestazione e ai suoi contenuti.


Durante il sit-in l'ufficio stampa fornirà ai giornalisti le ultime
informazioni relative alla manifestazione di Roma del 15 febbraio, alle
adesioni al "Comitato organizzatore Fermiamo la guerra", alle mobilitazioni
in Europa e nel mondo.