Priapo in salsa russa
Gigi Monello - 10-03-2022


L'energetico infoiato belluino cerca l'avventura qualunque capace di elevarlo. Lo scopo è "arrivare". Il gioco riesce quando la congiuntura offra le frustrazioni di una massa grigia di cui, come nessun altro (è parto della stessa madre), sa indovinare le spinte. Non conosce Eros (produttore di vera relazione); a muoverlo è Priapo, ossia un erotismo centrato su se stesso: "il pragma della banda e del capintesta è un pragma bassamente erotico, un basso prurito ossia una libido di possesso, di comando, di esibizione, di cibo, di femine, di vestiti, di denaro, di terre, di comodità e di ozî", (Gadda, Eros e Priapo).
Uomo di fatti e di mano, calcolatore, amorale, narciso interiormente roso, manipolatore, combatte l'ansia di sapersi "a scadenza" usando gli altri come cose onde plasmare la sua vita "opera d'arte". All'impresa associa bravazzi, avventurieri, sbandati e profittatori di ogni risma. Nella facciata, "idealista" (patria, suolo, tribù, onore; ma - se del caso - rivoluzione, riscatto e liberazione di oppressi), nel suo irride e sprezza cultura (eccezion fatta per il Machiavello), argomenti, critica, analisi; mentre ammira forza, mascolinità e tecnica.
Con l'andar del tempo, tutto riuscendogli a puntino ("dove tocca suona"), l'uomo - a suo modo sensibile a mistico ed arcaico - si convince di un Destino, di un' Onto-storia che a mezzo lui manovri, di una scrittura nelle stelle: "Le masse debbono rassegnarsi a sottomettersi (...). Ma questo desiderio masochistico è riscontrabile anche nello stesso Hitler. Il potere superiore, a cui egli si sottomette, è Dio, il Destino, la Necessità, la Storia, la Natura. In realtà tutti questi termini hanno pressapoco lo stesso significato per lui: quello di simboli di un potere irresistibile (...) La sconfitta nella guerra del 1914-1918 è per lui «una meritata punizione da parte del giudizio eterno». Le nazioni che si mescolano con altre razze «peccano contro la volontà dell'eterna Provvidenza» (...) La missione della Germania è ordinata dal «Creatore dell'universo». «Il Cielo» è superiore agli individui, perché fortunatamente si può ingannare questi ultimi, ma «il cielo non può essere comperato»" (Fromm, Fuga dalla libertà). Nelle latebre, a muovere i giochi resta sempre il basso pragma di cui sopra, che dignitosamente convive - normale andirivieni dello schizoide - con la superfetazione.

Del temerario bombardiere oggi su tutti i giornali, un vecchio compagno dei tempi impiegatizi, ha scritto che, di lui lo colpiva "il pragmatismo, il disincanto, la sua mente precisa, anaffettiva, quasi matematica". Dejà vu: "Sentivo confusamente che nessuna commozione del cuore poteva agire su di lui. Guarda una creatura umana come un fatto o come una cosa, ma non come un simile. Non odia più di quanto ami. Per lui non esiste che se stesso: il resto delle creature sono cifre. La forza della sua volontà consiste nell'imperturbabile calcolo del suo egoismo" (Madame De Staёl, su Napoleone, in Considerazioni sulla Rivoluzione francese).

All'egolatra posseduto, tiradritto-tuttodunpezzo, ciò che non garba, a ben vedere, non è tanto la Nato a Kiev, ma "chiacchiere, vignette e discussioni" tra piazze, bar e redazioni. Finale probabile? Da furore a cenere (Gadda).


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