Alcune considerazioni sugli effetti della Pandemia Covid 19
Danilo FalsoniI - 03-10-2021

E' indubbio ormai che il febbraio 2020 passerà alla storia come una data spartiacque, non solo per l'Occidente democratico e prospero, ma per l'intera umanità; e questo per le conseguenze della pandemia mondiale originatasi dalla Cina e diffusasi poi ovunque nel giro di pochissimi mesi.
Degni di una riflessione profonda ai fini di comprendere quale china stiano scendendo le nostre società, sono i fatti determinatisi a ritmo incalzante da quella data, soprattutto in Europa, culla della civiltà giuridica dei diritti e della democrazia, della tolleranza e dell'inclusione, civiltà che venne offuscata e negata dai totalitarismi 900eschi, ma che risorse nella seconda metà del secolo scorso, e pienamente dopo la caduta del muro di Berlino e del comunismo.

1. Purtroppo, la pandemia che ha sconvolto il mondo appare oggi come fosse stata l'effetto di una vera e propria arma batteriologica, uscita da quei più che enigmatici laboratori della cittadina di Wuhan, da cui tutto sarebbe partito. Del resto, la più letale delle epidemie conosciute dall'Occidente, quella della peste nera del 1348, ebbe origine da un uso spregiudicato del virus ad opera dei Mongoli assedianti la colonia genovese di Caffa, odierna Feodosia, in Crimea.
Al di là di ogni complottismo fantascientifico con le sue immaginose elucubrazioni, è ormai emersa come sempre più verosimile l'origine artificiale di questo virus, in un primo momento attribuito alla contaminazione da parte di pipistrelli o degli esotici pangolini: ma, e questa è già una prima domanda stimolante, perché i poteri politici hanno a lungo e decisamente negato tale origine chimica, dovendo poi rassegnarsi ad ammetterne la possibilità dinanzi a indagini ulteriori? E' chiaro che un tale atteggiamento alimenta i sospetti di qualcosa di poco chiaro sulle origini dell'epidemia... Si teme che qualcuno pensi a una sua origine "dolosa" o intenzionale? E perché? Cui prodest un tale (eventuale) disegno?

2. E', comunque, indubbio che tutti i "poteri forti", economici e politici dell'Occidente, e non solo, in seguito a questa pandemia si sono rafforzati inusitatamente ed hanno potuto attuare una vera e propria cancellazione dei più elementari diritti umani dei popoli con il pretesto della loro tutela igienico-sanitaria: tre secoli di cultura giuridica liberale e democratica sono stati cancellati come niente in un paio di settimane da provvedimenti assurdamente liberticidi presi da governi senza consultare i parlamenti, sotto la pressione di fantomatici comitati tecnico-scientifici costituitisi in fretta e furia, nominati da un giorno all'altro. In Italia, provvedimenti di una inusitata gravità, volti a negare la libertà di movimento alle persone chiudendole nelle loro abitazioni con veri e propri "coprifuoco" (termine bellico), a separare parenti, nonni, genitori e figli, a isolare individui, a negare persino il diritto elementare di acquistare i beni di prima necessità vietando la spesa quotidiana a più membri di una stessa famiglia convivente, sono stati varati e sono entrati in vigore attraverso un mostro giuridico, il cosiddetto dpcm, cioè un Decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che non è nemmeno un decreto-legge, e che come tale non ha nessun valore legislativo: e tutto questo nel silenzio consenziente e terrorizzato del Parlamento, di tutte le forze politiche, delle autorità giuridiche, dei mass media, degli intellettuali, di tutti coloro, insomma, che erano soliti stracciarsi le vesti dinanzi ad ogni minima o presunta violazione dei diritti delle persone, a invocare negli anni scorsi qualunque scemenza in nome del "diritto alla privacy", secondo il quale persino la propria data di nascita era tutelata dalla garanzia della riservatezza!
Ebbene, in questi mesi, stretti dalla paura, da un panico diffuso e alimentato dai media martellanti, tutti hanno accettato che qualunque tutela dei propri più elementari diritti fosse spazzata via, che ognuno di noi divenisse un umile suddito impaurito, obbediente, volente o nolente, a norme che nemmeno i regimi più totalitari da sempre stigmatizzati avevano osato porre in essere. E l'Italia fu il primo paese, dopo la Cina e su imitazione di essa, a sperimentarle e ad aprire la strada ai provvedimenti presi successivamente da tutti gli altri paesi europei.
Per la prima volta nella storia, in occasione di un processo pandemico non sono stati isolati i malati, un tempo relegati nei lazzaretti, ma i sani, precipitosamente confinati e imprigionati nelle loro abitazioni attraverso i cosiddetti lockdown, secondo il modello adottato immediatamente dalle autorità cinesi nella regione da cui tutto avrebbe avuto origine: ma della Cina comunista, stato capitalista-totalitario, secondo un nuovo modello economico sociale inusitato, ci si poteva e può fidare? E, soprattutto, è stato saggio e utile da un punto di vista sanitario imitarne i provvedimenti liberticidi, possibili solo nel contesto culturale e socio-politico di quel paese?
Fatto è che così è avvenuto, con la complicità di politici, giornalisti, intellettuali, burocrati e, soprattutto, nell'abbandono ciecamente fiducioso agli ordini e alle consulenze di sedicenti "scienziati", epidemiologi, virologi, infettivologi etc. spuntati come funghi sugli schermi di tutti gli apparati mediatici, ascoltati e riveriti come novelli profeti e stregoni, lautamente pagati (come ben presto l'opinione pubblica ha scoperto) per le loro plurigiornaliere presenze nelle case e nella vita della gente: medici di nicchia, destinati a umbratili esistenze, trovatisi d'improvviso alla ribalta a causa dell'emergenza sanitaria.
E dopo i lockdown, temporaneamente accantonati per impedire che la società implodesse economicamente e socialmente su se stessa, sgretolandosi - pensiamo al gigantesco disastro della scuola e dell'educazione, rimasta invischiata per mesi nella famigerata dad, con tutte le articolate problematiche conseguenti che meriterebbero un'ulteriore approfondita specifica discussione - nel giro di nemmeno un anno sono comparsi sul mercato farmacologico i discussi "vaccini", vari e prodotti da colossi farmaceutici internazionali potentissimi e prestigiosi, che tutti conosciamo: vaccini venduti all'UE con contratti "secretati", chissà perché... .
Il diluvio politico-mediatico a quel punto si è scatenato concentrandosi su di essi, elevati a salvifiche pozioni miracolose, unici rimedi in grado di neutralizzare la pandemia e ridare ai popoli la loro "libertà" di movimenti: grande propaganda strombazzata con poche eccezioni di intellettuali scettici e anticonformisti, fatti ovviamente subito oggetto di linciaggio mediatico, stessa sorte subita da alcuni medici coraggiosi e intraprendenti, che fin dall'inizio pandemico avevano cercato di sperimentare possibili vie terapeutiche alternative ai ricoveri d'urgenza in terapie intensive con intubazione dei pazienti: immagini queste ultime che i media diffusero subito generosamente, insieme a quelle di centinaia di bare trasportate nottetempo da mezzi dell'esercito fuori dagli obitori di ospedali intasati e con i Pronto Soccorso pieni all'esasperazione: morti portati via e bruciati senza che i parenti potessero vederli, senza autopsie per verificarne le cause effettive dei decessi... Uno straziante spettacolo in diretta, in grado di sgomentare, commuovere e impaurire chiunque.
Tutto ciò diffuse nella società italiana, e non solamente, una paura e un panico che posero gli individui di fronte a una realtà che non avevano mai conosciuto, se non quei pochi che potevano ricordare i massacri della guerra: la morte divenuta dimensione concreta e tangibile nella quotidianità di ognuno, attraverso le immagini mediatiche e l'esperienza diretta di propri cari, quasi tutti anziani, colpiti e falcidiati inesorabilmente dal morbo: la mitica immagine tardomedievale del Triumphum mortis o delle danze macabre sembrava tornata a incutere il suo terrore in una società che sino a poche settimane prima l'aveva da sempre esorcizzata fino allo spasimo, in un'esasperata celebrazione dell'edonismo.

3. La paura, appunto. E qui si apre un'interessante riflessione di ordine psicosociologico sul meccanismo della paura e le sue conseguenze individuali e di massa, perché indubbiamente è questo sentimento diffuso nella dimensione collettiva che ha facilitato l'accettazione di provvedimenti talmente restrittivi delle libertà individuali che in una situazione di normalità mai avrebbero potuto essere varati da nessun governo "democratico": solo l'emergenza, e un'emergenza ingigantita ossessivamente dai media, impegnati 24 ore su 24 fino dall'inizio dell'epidemia a divulgare statistiche e cifre terrorizzanti sui numeri dei decessi, dei contagiati, dei ricoverati negli ospedali, tralasciando ogni altro argomento, ha permesso un'operazione di irregimentazione e una vera e propria oggettiva schiavizzazione di popoli interi, con l'adozione di provvedimenti illogici o grotteschi, quali il divieto di uscire di casa senza le mascherine sul volto, o di allontanarsi dall'abitazione di più di 200 metri - forse il più assurdo - o le multe sproporzionate per chi facesse la spesa oltre un raggio di poche centinaia di metri, o la chiusura totale di tutte le attività commerciali, i bar, i ristoranti, le scuole, i musei: paradossi, assurdità che con la tutela dal contagio poco o nulla avevano a che fare, dato che comunque il virus ha continuato e continua a circolare.
Per mesi e mesi i media non hanno fatto altro (e continuano tuttora) che divulgare di ora in ora statistiche necrofile, sconvolgenti elenchi di contagiati, ricoverati, morti a valanga, cifre queste ultime assolutamente inverificabili, accatastate davanti agli occhi sgomenti della gente dietro i video dei notiziari in termini ripetitivi, martellanti, ossessivi. Poi, si è scoperto che in quelle cifre, assai probabilmente, furono inclusi fra i decessi per covid anche quelli per altre cause , mentre qualche voce isolata si era levata da subito a pretendere una maggior oggettività e trasparenza nella loro divulgazione : ma poco importava, l'effetto della creazione di un terrore di massa era ormai ottenuto, la psicologia e il comportamento individuale e collettivo ormai irreversibilmente condizionati, fino a creare una nuova tipologia di individuo, non più cittadino ma suddito consenziente per una paura introiettata subliminalmente ai livelli psichici più profondi, prono a qualunque imposizione igienico-sanitaria del potere, giustificato e confortato dalla "autorevolezza" indiscutibile dei vari "scienziati" e Cts.
Il fatto è che la stessa scienza ha dato forse in questa occasione la prova più evidente e la peggior dimostrazione della sua impotenza e fallacia attraverso le continue contraddizioni di sedicenti "scienziati" trasformati in star televisive e mediatiche, soprattutto quando viene manipolata per interessi diversi e contrastanti rispetto alla vera ricerca e studio dei fenomeni.

4. Troppe, dunque, le contraddizioni per non stigmatizzare il fenomeno di un diffuso abuso da parte di tutti i poteri politici, ad ogni livello, attraverso provvedimenti sparati dall'alto in modo inspiegabile e con inusitata violenza al punto da apparire "repressiva" e quasi punitiva, per non far sorgere nelle coscienze rimaste vigili e critiche una serie di domande.
Ad esempio, fin dai primi giorni dell'epidemia, perché non furono eseguite le autopsie dei morti? Non sarebbe stato logico in una contingenza simile, di fronte a un virus nuovo, inusitato, sconosciuto, che i medici effettuassero accurati esami autoptici per verificarne effetti sugli organismi? per capire di più di un nemico invisibile e parzialmente ignoto, sui suoi sintomi, effetti, conseguenze fisiologiche?
Perché il rifiuto di considerare tipologie terapeutiche suggerite e attuate fin dall'inizio, sembra con successo, da alcuni scienziati e medici, come - solo per citarne un esempio - il dott. Di Donno di Mantova, poi misteriosamente suicidatosi quest'anno?
Perché la consegna della responsabilità sanitaria del paese a un gruppo esiguo e rissoso di sedicenti scienziati, scatenatisi in contraddittorie e grottesche diagnosi sulla pandemia, in un carosello mediatico di presenzialismo terrorizzante delle masse? Perché l'imposizione di norme assolutamente illogiche come le mascherine all'aperto anche per chi uscisse da solo?
E, soprattutto, perché l'ipocrita e mascherata imposizione di vaccini "sperimentali" (che siano tali lo dimostrano le ripetute controverse e contraddittorie indicazioni e controindicazioni succedutesi nel giro di pochi mesi, e gli effetti collaterali rivelatisi solo man mano che le vaccinazioni procedevano e venivano diffuse fra la gente, quindi non in sede di corretta verifica sperimentale), definiti ufficialmente "non obbligatori" ma in realtà imposti da alcuni governi con ricatti nefandi che hanno praticamente determinato un'ulteriore violazione dei più elementari diritti dei cittadini?
Stabilire chiaramente che chi non si vaccina sarà privato di tutti i diritti umani (perché così sta avvenendo), che non potrà circolare, che perderà i propri diritti sul posto di lavoro o sarà licenziato in tronco, che perderà garanzie di tutela sociale, è una violazione palese della dignità della persona, anche a fronte di un'emergenza sanitaria, è un provvedimento che ricorda le famigerate leggi discriminatorie di Norimberga del 1935 nella Germania nazista nei confronti di una minoranza.
E' veramente incredibile, e lascia sgomenti, il fatto che intellettuali e forze sindacali e politiche non si rendano conto della pericolosità di una serie di tali discriminazioni attuate per di più a fronte di una "non obbligatorietà" formale della vaccinazione, che non comprendano come oggi siano discriminati i non vaccinati, ma domani - assuefatta la mentalità comune della gente ad accettare e ritenere ovvie simili ingiustizie - potrà essere la volta di coloro che si rifiutano di svolgere lavori straordinari o di iscritti a sigle sindacali ritenute "antisociali" o addirittura di appartenenti a ideologie religiose o etnie diverse... Probabilmente usando ancora, in uno stato di emergenza infinito, terrorizzanti motivazioni sanitarie, dimostratesi assai più potenti di quelle ideologiche o economiche presso l'immaginario collettivo ormai subliminalmente condizionato.
Ma come non rendersi conto che questa infame normativa emergenziale apre le porte a una serie infinita di soprusi discriminatori nei confronti dei popoli da parte dei cosiddetti "poteri forti", economici, politici, militari, annullando nella prassi sociale conquiste giuridiche di secoli?
Perché, inoltre, l'intolleranza rabbiosa verso chi non si vaccina per vari motivi, se in tal caso si assume un rischio che è tutto suo, dato che chi è vaccinato "non dovrebbe" contagiarsi? E se invece può contagiarsi, contagiare ed anche ammalarsi, che razza di vaccino avrebbe assunto? Evidentemente solo un palliativo, un farmaco in via di sperimentazione sulla pelle di popoli intimiditi, ma acquistato dagli Stati in dosi massicce e assai remunerative per i colossi mondiali della produzione farmaceutica...
Perché in Italia lo Stato non si assume tutte le sue responsabilità, dichiarando la vaccinazione obbligatoria, come tante altre effettuate nei decenni precedenti? Forse perché è esso stesso a dubitare della sua assoluta efficacia immunizzatrice e teme quindi le conseguenze di ricorsi e rimborsi da parte dei cittadini, onerosi per l'erario pubblico?
Inoltre, dopo anni e anni in cui abbiamo dovuto sorbirci tutte le imbecillate della privacy, adesso tutti i poteri, quelli pubblici e anche quelli imprenditoriali privati, violano qualunque diritto e riservatezza in senso coattivo, minatorio e repressivo nei confronti dei lavoratori per costringerli a sottoporsi a codesto "miracoloso" vaccino dagli effetti un po' scarsi, se già si minacciano altri confinamenti (o chiusure o lockdown) per l'autunno: non sarà un sordido modo per togliere diritti al mondo del lavoro e sviare dai suoi veri problemi, come ad esempio avviene nella scuola, criminalizzandone i lavoratori non vaccinati?
E, infine, perché solo il porre questi quesiti e dubbi è fatto che viene additato al pubblico ludibrio, mentre in tutti i mezzi mediatici di massa, tranne attraverso il web, qualsiasi dibattito è stato censurato e zittito?

5. Mi sembrano considerazioni e interrogativi che qualunque mente lucida e non indottrinata o intossicata dalla paura e dal terrorismo della propaganda dovrebbe porsi, anche perché, dopo più di un anno e mezzo, i risultati della lotta alla pandemìa lasciano ancora parecchio a desiderare, la confusione sulla reale efficacia dei vaccini è diffusissima, e i provvedimenti di emergenza sanitaria e le conseguenti limitazioni dei diritti non sembrano affatto allentati, anzi, nonostante il martellamento della campagna vaccinale continuano ad essere in vigore e i cittadini ormai ridotti a "sudditi" impauriti vengono minacciati di subirne ulteriori inasprimenti per il futuro...
Tutto questo a chi giova? E fino a quando i popoli si faranno incarcerare e subiranno proni in nome di un'emergenza che assai probabilmente non finirà mai (come qualcuno lascia intenzionalmente capire)?
Come dimostra la storia (lo si saprebbe se venisse studiata), quando un popolo perde, per un motivo o per un altro, la propria libertà, recuperarla poi è difficilissimo e può costare molto, anche in termini di vite umane.

Ottobre 2021 Danilo Falsoni.


Tags: virus, diritti, mass media


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