Un ago dopo l'altro, il mio turno si avvicina. Alla Stazione Marittima, luogo simbolo della «regina del Mediterraneo» e del «porto dell'Impero» di Mussolini, la puzza delle camicie nere non è ancora svanita e qualcosa sopravvive del delirio fascista.
Passo il tempo leggendo: «la Palestina abbandonata al suo destino...». D'un tratto mi sento un ladro. Il sangue ribolle, nonostante l'età e mi dico che non si può essere pacifisti quando la violenza è legittima difesa. Ricorderemo questi giorni feroci, ricorderemo Draghi, il suo atlantismo
e l'europeismo cialtrone della doppia morale. Ricorderemo e salderemo i conti, senza concedere attenuanti. E' il solo modo che abbiamo perché questa tragedia diventi la boa che segni infine la decisiva inversione di rotta.
Juan Pablo Nahuel Sanchez, sanitario di «Medici Senza Frontiere », scrive che dopo due mesi terribili, in Cisgiordania, la nuova ondata di Covid- 19 ha rotto gli argini, mettendo in ginocchio strutture sanitarie già fragili e ridotte allo stremo. Malati in aumento, medici che lottano contro contagi in aumento, la variante inglese che dilaga: mancano spazi, letti, personale, terapie con ossigeno e ventilazione; per i pazienti in condizioni critiche non c'è speranza.
Mentre mi vaccino, mi vergogno per il privilegio. Al sistema sanitario della povera Palestina, già messo in ginocchio da decenni di occupazione israeliana e dal lungo blocco economico, la distribuzione dei vaccini è lentissima. Israele che pure dispone di enormi quantità di dosi e si avvia verso una immunità generalizzata, non muove un dito per aiutare gli abitanti dei Territori palestinesi, in cui né anziani, né sanitari in prima linea sono protetti dalla malattia".
Nell'indifferenza dei Paesi ricchi, che accumulano ricchezze grazie allo sfruttamento e alla morte dalla povera gente, entro e fuori dei loro confini, in Palestina il numero dei vaccinati non raggiunge il 2% della popolazione e la terza ondata della pandemia minaccia una strage.
Mi hanno vaccinato. La mia vita valeva quindi più di quella dei miei coetanei di cui non si ricorda nessuno? Mai come oggi ho sentito un odio così profondo per il capitalismo e mai come oggi ho avuto la percezione netta di una ingiustizia che ha superato i limiti concessi dalla Storia. E' il momento adatto per urlare un invito più attuale che mai: «Proletari di tutto il mondo, unitevi!». Questo vaccino domanda vendetta.