Nuovo ministro dell'Istruzione
Il neoministro dell'Istruzione si chiama Lorenzo Fioramonti, ha 42 anni, è sposato, ha due figli, si è laureato presso l'Università di Roma con una tesi in Storia del pensiero politico ed economico moderno. Ha conseguito un dottorato di ricerca in Politica comparata ed europea presso l'Università di Siena. Possiede una spiccata propensione europea e internazionale, essendo professore ordinario di economia politica all'Università di Pretoria, ed è, nello stesso ateneo, direttore del Centro per lo studio dell'innovazione Governance. Inoltre, ha incarichi presso l'Università di Heidelberg e presso l'Università delle Nazioni Unite. Scrive per il Financial Times e sui articoli sono apparsi su: The New York Times, The Guardian, Harvard Business Review, Die Presse, Das Parlament, Der Freitag, Mail & Guardian, Foreign
Policy e opendemocracy.net.
Ha una rubrica mensile nel Business Day, il principale quotidiano finanziario del Sudafrica. È stato co-direttore della rivista scientifica The Journal of Common Market Studies.
Naturalmente ha scritto anche numerosi libri sugli argomenti di sua competenza. È stato assistente parlamentare del ministro Antonio D Pietro negli anni che vanno dal 1997 al 2000. Poi è stato eletto al parlamento italiano nelle ultime elezioni del marzo 2018 nelle liste del Movimento 5 stelle, e successivamente è stato prima sottosegretario e poi vice ministro del Miur nel governo Conte_1.
È un burocrate come quelli che con Renzi hanno scritto la famigerata loro' Buona Scuola'? Sarà un professore che si interesserà di scuola-università-ricerca senza gerarchie, come fece (per poco tempo purtroppo) il prof De Mauro? Boh, non lo sappiamo per l'evidente motivo che ancora non ha fatto niente. Ma lo sapremo. Diamogli il tempo necessario, sperando che non sia troppo lungo. C'è urgenza di interventi.
La sua prima uscita, quella della tassa sulle merendine per finanziare la scuola, lasciamola stare, gli avversari non aspettavano altro. Ciò dimostra però la sua ingenuità che non per forza è negativa, basta solo non esagerare.
Nel suo discorso di insediamento al Ministero che naturalmente già conosceva ma di cui ora è il responsabile, si sono intraviste un sacco di buone intenzioni. Ha detto che metterà lo stesso impegno per scuola università e ricerca, che la centralità sarà degli studenti e che i giovani vanno incoraggiati e sostenuti e non demonizzati come sempre normalmente si fa. Il sottotesto sperabile è che bisogna cogliere come sia paradossale che tutti in coro si dica che bisogna dare spazio ai giovani, ma appena qualcuno di loro dice una cosa che non ci piace, li sotterriamo sotto una montagna di feroci critiche. Si preferisce dire che i giovani non sono più quelli di una volta. Peccato per chi si esercita con questo tipo di tiro al bersaglio, ma evidenziando  questa mentalità, non si fa che ripetere una critica che viene fatta  praticamente da sempre. Se ne ravvisano tracce anche durante la civiltà greca. 

Intanto, come piccolo e minimo  consiglio, come contributo non richiesto, vorremmo che il neoministro e il suo staff ponessero l'attenzione su un lavoro necessario (perchè di lavoro si tratta) e cioè mettere in evidenza finalmente in modo chiaro che la scuola italiana è totalmente immobile e che non produce più mobilità sociale.. Siamo arrivati negli ultimi anni a percentuali che esistevano prima del sessantotto. Si laureano ormai da noi solo i figli dei laureati, e non perchè siano i più bravi , anzi. E' anche vero che questa immobilità interessa anche altri paesi ma da noi il bilancio è più negativo che altrove e non di poco. Per stare ai rilievi che ha reso noto il consorzio AlmaDiploma,il 30 per cento di chi è arrivato a diplomarsi con un voto alto, da novanta a cento, se ha genitori che hanno solo la terza media, non si iscrive neanche all'Università. Insomma, siamo sulle stesse medie che 50, 60 anni fa facevano imbestialire don Lorenzo Milani, e su cui il prete scomodo essenzialmente concentrava l'attenzione e basava la sua denuncia.

Infine, è assai apprezzabile che, sempre nel suo discorso di insediamento, il ministro abbia specificato che nel suo ministero vorrebbe che si creasse un'atmosfera allegra. Che si lavorasse in allegria. L'idea è importante, anche perchè è la prima volta che si sente una cosa del genere. La prima volta che un ministro esprime un concetto - una volontà- di questo tenore. E certamente è un fatto altamente positivo. Vuol dire che si conosce, si sa qualcosa dell'importanza dei climi nei luoghi di lavoro. Si sa che quando c'è un clima positivo e allegro si apprende e si insegna meglio. Proprio come ci vorrebbe  nella scuola. Buon lavoro.


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