Un caro saluto
Francesco Di Lorenzo - 27-08-2019


Il ministro Bussetti di cui sentiremo la mancanza come si sente la mancanza del futile e dell'inutile (o, ad esempio, di una birra calda in piena estate), ci lascia in eredità il piccolo cambiamento dell'esame di Stato: ha sostituito la tesina con una relazione e ha limitato lo studio della storia. In compenso, come tutti gli altri ministri prima di lui, nei giorni che passano tra le dimissioni e l'entrata dei nuovi, si è dato da fare con le nomine di suoi fedeli e amici, inserendoli nei posti dirigenziali del ministero, il Miur (fonte-Tecnica della Scuola). Lo ha fatto per adeguarsi ad uno stile e non apparire il fesso di turno? Ma sì, lo ha fatto perché si fa così, ma soprattutto lo ha fatto per il bene del paese (la formula per il bene del paese e non per tornaconto personale, impazza a sproposito in tutte le dichiarazioni dei politici). Senza spiegare, però, che cosa avrebbe fatto se voleva il male del paese, ma possiamo immaginarcelo e certo non vogliamo neanche saperlo.
Intanto, i nuovi che stanno preparando (forse) il governo, sulle questioni della scuola non si sono lasciati sfuggire una presa di posizione chiara ed esplicita. Essi si sono impegnati, attraverso una serie di interventi, a rendere la scuola, l'Università e i centri di ricerca, luoghi della conquista del sapere. Naturalmente in proposito saranno fatti interventi efficaci ed efficienti, possiamo starne certi. Come efficaci (ma pure efficienti?) saranno gli interventi per ridare dignità agli studenti e valorizzare la funzione docente. In modo che il mestiere dell'insegnante torni ad essere il mestiere più bello del mondo.
Tutto questo per il bene del paese. E anche per il nostro mal di stomaco.



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