LORO. Continuo a guardare con sospetto i miei prof. Mi chiedo chissà perché hanno scelto di fare questo mestiere. Io ho voglia di tornare nella classe dell'anno scorso, c'era più movimento, mi divertivo di più con Angelo, Mattia e Sergio. Oggi ho fatto il sacrificio di entrare alla prima ora, e quindi ho diritto di riposare un poco. Abito in un paesino del circondario, prendo la corriera delle 6.50 per arrivare a scuola in orario. Qualche volta la perdo.
IO. Chiedo, per farmi del male, che cosa ne pensano dello 'ius soli'. Silenzio totale. Uno solo accenna una spiegazione, ma poca cosa. Allora spiego e leggo dal giornale di cosa si tratta nella versione italiana. Mi infervoro forse un po' troppo, devo contenermi. Alla fine Gaia mi dice che aveva capito tutt'altro. Pensava significasse semplicemente dare la cittadinanza agli stranieri, così, in generale e lei non era d'accordo.
LORO. Marina, la mia compagna di classe fa la stupidina con i prof. Si propone, è sempre disponibile, insomma pensa di ingraziarseli. Non mi dà fastidio, ma non mi piace. Io non lo farei mai. Il prof ci parla della 'scuola siciliana' e io faccio ridere tutti imitando Maria che parla con quell'accento, accentuando le doppie e usando il passato, 'u capisti?'. Il prof non se ne accorge, forse.
IO. Sara mentre stiamo spiegando mi fa la domanda, prof perché il mezzogiorno d'Italia è il meridione? Non dovrebbe essere il pomeriggio?
LORO. Sabato faremo due ore in meno. Ci sono le elezioni di mattina dei rappresentanti di classe. Nel pomeriggio quelle dei genitori. Io neanche gliel' ho detto ai miei, che comunque non sarebbero venuti.
IO. Si parla da anni di riformare la partecipazione di genitori e studenti alla gestione della scuola. Ma da anni ci si ritrova un sabato pomeriggio di ottobre con due o tre genitori irriducibili, al massimo quattro, a parlare di scuola ma anche di altro, mentre in alcune classi non si presenta nessuno, aumentando la solitudine dei colleghi insegnanti delegati dal preside.
LORO. Il prof ha chiesto alla classe quando abbiamo due ore insieme, e tutti hanno risposto 'domani'. Solo Marina ha detto sottovoce ma non tanto, 'che palle'. Al che il prof si è arrabbiato, ma un po' faceva finta. Ha detto che per punizione alla prima interrogazione le abbasserà due voti ... ma nessuno ci crede. Ho il sospetto che 'che palle' avrebbe voluto dirlo anche lui.
IO. Nell'ora di lettura e discussione, chiedo ai ragazzi quali, secondo loro, sono le notizie che si sentono di più in questi giorni. La strage di Las Vegas e il referendum in Spagna, rispondono. Vero, dico, ma avete capito perché si votava in Catalogna? Io mi sono accorto di qualcosa di strano quando ho visto il Barcellona giocare a porte chiuse, ma non ci ho capito niente, dice Mariano. Dopo ci fermiamo su un articolo che parla di topi ammaestrati per scovare le mine che ancora ci sono in Cambogia. Sono attratti da questo fatto. Cerco di portarli a parlare dei Kmer rossi, degli anni settanta, della lunga guerra in Vietnam. Mi ascoltano, ma poi sono impazienti, incombe la campanella. Ci vorrebbero più ore, altroché...