Se ne parla tanto, sui social, nelle sale docenti, nei gruppi whatsapp di genitori. Un gran chiacchiericcio dopo la notizia pubblicata sui principali quotidiani.
Quale docente, quale genitore, appresa la notizia, non ha cercato la posizione in classifica della scuola in cui opera dall'interno o dall'esterno?
La classifica dei licei e degli Istituti tecnici della provincia in cui vivo mi stupisce, stupisce i miei colleghi, preoccupa i genitori che hanno optato per scuole retrocesse o che non compaiono nella top-ten, o li rende compiaciuti nel caso contrario.
Le nostre scuole sono valutate, si auto-valutano. Gruppi di docenti solerti lavorano per interpretare le banche dati fornite alle scuole per stilare e pubblicare il Rapporto di Auto Valutazione: il tanto temuto R.A.V. che, per quanto contempli uno spettro di parametri di valutazione ampio ed eterogeneo, non riesce a fornire una immagine nitida ed esaustiva della realtà scolastica, né di come la si vive dall'interno né di come la si percepisce dall'esterno.
La Fondazione Agnelli ha progettato il sistema Eduscopio.it la cui "idea di fondo è proprio quella di valutare gli esiti successivi della formazione secondaria - i risultati universitari e lavorativi dei diplomati - per trarne delle indicazioni di qualità sull'offerta formativa delle scuole da cui essi provengono".
Troppa curiosità scientifica, eccessivo attaccamento alla scuola in cui insegno da 12 anni, forte timore di non aver orientato al meglio i miei figli nelle loro scelte scolastiche, mi inducono a capire con quali criteri è stata impiantata l'indagine statistica da cui è scaturita la temuta classifica.
Visito la sezione "DATI E METODOLOGIA" del sito
https://eduscopio.it.
Non esprimo giudizi tecnici, ma la valutazione degli esiti universitari di un campione di diplomati a partire dal 2012, è un aspetto troppo riduttivo per valutare la qualità, e i molteplici fattori che la determinano, di una realtà scolastica.
Ai genitori alla ricerca delle date degli imminenti open-day, avidi di consigli e dell'imbeccata giusta, auguro di non affidare il futuro scolastico dei propri figli ad una classifica riduttiva e, forse, fuorviante.
Una insegnante, una madre