Resti dove ti dice il cuore o vai dove ti manda il Miur?
Gianfranco Pignatelli - 04-09-2015
Intrattenitore didattico è un ex docente chiamato dalla legge 107/2015 ad operare in classe proprio come un animatore turistico. Sì, come quello che mette il proprio destino nelle mani della Valtur per provvedere dal risveglio muscolare al cabaret, dall'acqua gim alle pulizie generali. Il tutto per quattro soldi ovunque serva, con tanti obblighi e nessun diritto. Così l'insegnante laureato, abilitato e titolato, ma sottoccupato se non disoccupato, è preso per fame e non per merito, come Renzi diceva di voler fare con La Buona scuola, proprio come il ragazzo che non ha alternative. La differenza? Il ragazzo ha pochi legami e tanto entusiasmo. Il docente precario è invecchiato facendo insegnamento saltuario nelle scuole che nessuno vuole per il tempo scartato da tutti. È saturo di esperienze, non ne può più. L'entusiasmo hanno fatto di tutto per spegnerlo. Se lo conserva è perché è idealista, ha la vocazione o è mirabilmente fuori di testa. Ha bisogno di stabilità professionale ed esistenziale. Invece il governo, per rispondere alle sue esigenze e a quelle della scuola, che fa? Lo catapulta in una realtà che non conosce a insegnare una materia qualunque. Ne fa uno spiantato tra distanti ed estranei. Lo confina per anni, lontano troppe centinaia di chilometri dal suo territorio, dai suoi interessi e dai suoi affetti, gli procura infelicità esistenziale e professionale dando ad intendere di aver regalato buona vita a lui, buona scuola ai giovani e grande futuro al Paese.
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