La buona scuola, l'etica della cura e la democrazia paritaria
Severo Laleo - 18-05-2015
Troppi tra noi sono ancora abituati a ragionare con la cultura maschilista e/o maschile. E troppi anche nel governo, a prescindere dal genere di ministri e sottosegretari.
Specie in questi tempi bui di leaderismo approssimativo e urlato, solo per Maschi Alfa. E in Italia, oggi, tutti i leader sono Maschi Alfa.
Un esempio di dominante visione maschilista/maschile è dato dal ddl la buona scuola. Il disegno di legge ha un obiettivo di "novità" (si fa per dire: in realtà è un ritorno a un autoritarismo maschilista del passato) di fondo: l'introduzione della competizione tra docenti in vista di un miserevole merito.
In breve si tenta di introdurre, insieme alla carota di un miglioramento economico di vergognosa indicibile misura, il bastone di un controllo culturale e politico attraverso una rivalità permanente e divisiva tra persone di cultura operanti in un ambiente di cooperazione, empatia, cura e dedizione ai minori.
Il massimo della contraddizione, ma coerente con una visione autoritaria del potere maschile. Se analizziamo il disegno di legge da un punto di vista di una cultura di genere è facile notare quanto sia tracotante, appunto, l'imposizione di un modello maschilista/maschile (a competizione avvilente) a una struttura, ormai anche a livello di dirigenza, ad alto tasso di presenza femminile (a cooperazione di cura).
Se l'etica femminista ha prodotto l' "etica della cura", proprio in opposizione all'ossessione della competizione, forse la battaglia perché la scuola pubblica, con tutti i suoi limiti, non si trasformi in azienda privata, è anche una battaglia per la democrazia paritaria. Di donne e uomini. Alla pari.
O no?
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 Carla Giulia    - 25-05-2015
Ha colto nel segno!
Il "declino" della scuola pubblica è iniziato proprio quando (con i vari provvedimenti: leggi, circolari, ma anche con l'istituzione del contratto decentrato e delle RSU volute da chi ha assimilato la scuola alla fabbrica) alla cooperazione si è voluta sostituita la competizione. A scuola è la cooperazione (tra insegnanti, tra insegnanti e dirigente, tra insegnanti e genitori tra ...) che consente di mettere al centro lo studente, la sua crescita umana...il suo apprendimento.
Questo spazio è frequentato soprattutto da insegnanti pertanto non stupirà ciò che sto per affermare: gli insegnanti per anni si sono opposti (nei collegi, nei consigli, nelle aule ... nei corridoi degli edifici scolastici) con il loro comportamento a questa visione aziendalistica della scuola.