Sulla mobilitazione del 5 maggio
Coordinamento Precari Scuola Napoli - 02-05-2015
COMUNICATO DEL COORDINAMENTO PRECARI SCUOLA NAPOLI
SULLA MOBILITAZIONE DEL 5 MAGGIO

2 maggio 2015 alle ore 20.32

Se è vero che i numeri, per quanto da interpretare, dicono sempre qualcosa circa il rilievo o l'irrilevanza di un fenomeno, lo dicono anche quando vengono applicati alle parole, che di solito valgono per la loro qualità e non per la quantità.

Da quando il DDL Scuola 2994 Renzi-Giannini è stato presentato e imposto al mondo della Scuola, le parole più ricorrenti tra i docenti, gli ata e gli studenti in lotta sono state "INEMENDABILE" e "UNITA'".

Con il primo termine, si è inteso respingere in modo netto la stessa ratio mercantilistica e privatistica che è sottesa al provvedimento governativo, che demolisce la Scuola Pubblica come istituzione preposta alla concreta attuazione del diritto all'istruzione e alla formazione personale e civica e crea, al suo posto, centri di addestramento al lavoro subordinato e precario, gestiti da padroni onnipotenti, chiamati ad esercitare e mantenere il totale controllo ideologico, materiale, amministrativo e didattico sulle loro "cellule produttive".

Con il secondo termine, invece, ora invocato come una necessità, ora evocato come un'utopia, si è inteso rimarcare la volontà di trovare e mostrare compattezza nella risposta da dare a questo ultimativo attacco al cuore pulsante della Democrazia del paese, anzi, al suo utero, oseremmo dire, dal momento che è dalla Scuola pubblica che nasce l'uguaglianza e che con la Scuola pubblica si perpetua il senso di comunanza valoriale che mantiene in vita e in pace la società.

Il Ddl è un monstrum giuridico, etico e politico, ma anche procedurale, dal momento che contiene 13 "deleghe" che il governo si autoattribuisce su materie delicatissime, e che praticamente danno all'esecutivo il potere di stravolgere tutto il sistema senza passare per il parlamento. Del resto, non è infondato il sospetto che il parlamento, definito "palude" dal sottosegretario Faraone, sia stato chiamato in causa solo perché gli fosse addossata la responsabilità della mancata assunzione dei precari, e per dimostrare, poi, che dibattito e confronto fanno perdere tempo e vanno rimpiazzati col decisionismo di un "capo carismatico". Il Ddl costituisce inoltre l'estensione, alla Scuola, del Jobs Act e dei suoi portati, primo fra tutti la decontrattualizzazione del lavoro, esposto all'arbitrio della valutazione dirigenziale, a sua volta parametrata sul taglio dei costi di produzione e sulla flessibilizzazione massima del personale. L'irrinunciabile libertà di insegnamento, così come tutte le altre peculiari componenti e speciali implicazioni relazionali, psicologiche, pedagogiche e scientifico-euristiche della Scuola, non sono nella proposta normativa del governo perché sono fuori dall'orizzonte intellettivo e morale dei suoi membri.

I docenti precari di Napoli hanno partecipato con costanza ed entusiasmo all'esperimento dello Strike-Lab e alla costruzione di un percorso fatto di composizione delle diverse istanze sociali emergenti dall'attacco neoliberista.

In questo percorso, hanno trovato leali e intransigenti compagni di viaggio nei COBAS SCUOLA di Napoli, che, rispettando la loro autonomia, hanno condiviso con loro, generosamente, fatiche, oneri, piazze di protesta, slogan e, soprattutto, piattaforme improntate a quella radicalità che la gravità della situazione e la protervia del governo pretendono in questo momento.

Sempre grazie ai Cobas, è stato possibile individuare nelle date del 5 e del 12, fin da febbraio "occupate" dagli indispensabili scioperi da loro indetti contro i test Invalsi, strumento cardinale dell'asservimento della Scuola ai voleri di Confindustria, le due giornate di possibile convergenza di tutte le sigle sindacali in una mobilitazione che fosse auspicabilmente oceanica e vincolante per il governo.

Gli studenti dell'UDS, l'11 aprile scorso, a partire da un'assemblea da essi convocata, e poi il 12 aprile, nel contesto dell'Assemblea Nazionale indetta dai lavoratori autoconvocati di Roma, che ha accolto il loro suggerimento amplificando la loro proposta, hanno chiesto che la data del NO DDL DAY fosse fissata al 12, in modo da consentire agli studenti delle superiori di far saltare gli odiati Invalsi.

Così non è stato. I confederali, trovando matura risposta "unitaristica" da parte dei Cobas, hanno indetto lo sciopero il 5, il che ha determinato l'incredibile reazione dell'Istituto Invalsi, che si è permesso di compulsare i dirigenti scolastici, come se fossero suoi diretti dipendenti, affinché, aggirando lo sciopero, costringano i docenti e gli studenti a svolgere gli Invalsi il giorno 6. Un atto di arroganza insopportabile, uno schiaffo al diritto di sciopero, un sabotaggio vero e proprio, un gesto provocatorio e un precedente pericolosissimo per i lavoratori!

Il giorno 5 ci saranno diversi cortei. I confederali sfileranno da Piazza della Repubblica a Piazza del Popolo. Chiedono in parte il ritiro e in parte modifiche al Ddl. La Fiom ha aderito anch'essa, come ha comunicato pochi giorni fa, il che ci rallegra e corrobora.

I Cobas chiedono fortemente e univocamente il ritiro del Ddl; presidieranno il MIUR e si recheranno, poi, in corteo, a Montecitorio, insieme agli studenti dei collettivi autonomi, che partiranno da Porta S. Paolo.

Il Coordinamento Precari Scuola Napoli, plaudendo all'unità raggiunta faticosamente dai lavoratori, rammaricato per il mancato raggiungimento di un'unica e incontrovertibile istanza rivendicativa e convinto della necessità di lanciare un messaggio inequivocabile e caratterizzato dalla massima intensità e chiarezza politica, ha deciso all'unanimità di partecipare allo sciopero del 5 maggio seguendo il percorso deciso dagli amici Cobas, che assedieranno i palazzi del potere fino al pomeriggio, chiedendo la decadenza del Ddl e il rispetto dei diritti e dell'imprescindibile libertà di insegnamento.

Ci pareva doveroso chiarire la nostra posizione e collocazione, ma siamo convinti che, al di là delle sigle, dei distinguo e delle piattaforme, la stragrande maggioranza dei lavoratori non intenda soggiacere a un progetto antidemocratico e violento (e cioè fascista!) di omologazione coatta, di destabilizzazione lavorativa ed esistenziale e di umiliazione della Cultura e degli studenti, sicché siamo strasicuri che mescoleremo o ammaineremo le rispettive bandiere, che ci comprenderemo a volo dagli sguardi e dagli striscioni e che, riconoscendoci gli uni nella rabbia e nella costernazione degli altri per quello che stanno osando, supereremo gli angusti confini delle piazze e delle piattaforme, riempiendo tutta Roma della nostra passione: SCUOLA, SCUOLA, SCUOLA!

Coordinamento Precari Scuola Napoli
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