No alla delega RSU! Nessun tavolo di trattativa difenderà i lavoratori.
USI-AIT Educazione - 09-02-2015
Le prossime elezioni delle RSU nella scuola impongono alcune riflessioni che, come sindacato anarcolibertario di settore, intendiamo condividere con i lavoratori e le lavoratrici posto che, la nostra natura etica e sociale, avversa agli autoritarismi e ai verticismi, non ci fa imporre alcuna linea ai territori, nessun dettame che da un sedicente centro si irradia alle presunte periferie, ma intendiamo qui porre solo riflessioni, a nostro avviso, utili alla lotta e alla presa di coscienza individuale.

I numerosi sindacati italiani, che siano essi confederati o meno, si vedono impegnati in questa campagna elettorale con un grande dispiego di denaro e di energie che forse sarebbe auspicabile dedicare altrove. La nostra unione ritiene invece, inutili queste elezioni. Riteniamo che la delega RSU sia solo un mezzo, fra i tanti, per creare e spartire potere e privilegi, al fine di sedere ai tavoli delle trattative con le dirigenze per contrattare le poche briciole finanziarie destinate alle scuole (FIS) e assegnate, quasi tutte, alla nutrita "consorteria" che affianca le dirigenze scolastiche o - quando va bene - agli "amici" ... votanti. Senza che la cosa modifichi di una virgola le pessime condizioni in cui versa la scuola pubblica italiana sempre più proiettata verso una visione "aziendale" tanto cara a Confindustria ed il cui, inesorabile, processo di decadenza (sociale, culturale ed economico) è iniziato con l'avvento di Luigi Berlinguer al dicastero di V.le Trastevere.

no rsu

Cosa rimane, infatti, di tutta questa "lotta" condotta, spesso, senza esclusione di colpi ai lavoratori? Crediamo un bel nulla o forse solo l'illusione di essere tutelati e rappresentati da un soggetto sindacale il quale - come ci insegna l'esperienza pregressa - finita "l'ubriacatura" della campagna elettorale - dimentica totalmente gli impegni assunti e gestisce la contrattazione di istituto come fosse "cosa sua" ignorando persino le più elementari regole della democrazia rappresentativa: ovvero il diritto degli elettori ad essere informati sulle proposte padronali e sullo stato della trattativa. Sappiamo bene, infatti, che concentrare potere nelle mani di pochi rende questi soggetti ancora più influenzabili e ancora più propensi a svendere le lotte.

In altri termini queste elezioni sono, per noi, comparabili a qualsiasi altra elezione di natura politica in cui gli eletti - una volta raggiunto lo scopo prefissato - rivendicano per sé una sorta di libertà decisionale senza vincolo di mandato che si traduce, quasi sempre, nel peggiorare le condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici che, a parole, pretendono di rappresentare.

Noi non possiamo permettere che mentre a Roma si discute Sagunto venga espugnata.

Noi siamo convinti assertori dell'assemblearismo e dell'autogoverno ovvero l'esatto contrario del principio della "delega in bianco" insito nelle elezioni RSU che ha provocato un enorme danno nel mondo del lavoro e nella società in generale.

Auspichiamo quindi che non si sprechi tempo ed energie in simili battaglie ma invitiamo tutti i lavoratori e le lavoratrici che ne hanno voglia e intenzione, a sottrarsi a questo gioco creato dal potere per calmierare i lavoratori e illuderli di "contare qualcosa", scegliendone solo alcuni, magari più propensi al mantenimento dello status quo, coi quali contrattare attraverso il filtro sindacale e rendere, pertanto, inoffensive le voci fuori dal coro coloro che non si riconoscono più nei sindacati tradizionali, coloro che hanno disvelato il velo di maia che mostra i lavoratori e le lavoratrici in balia dei poteri dirigenziali.

Noi crediamo che la sola via d'uscita sia l'autogestione che non passa certo attraverso una elezione ovvero una delega in bianco non revocabile.

Auspichiamo - laddove possibile - la nascita di sezioni sindacali per cercare di opporsi (e di contare) nel momento in cui la rsu e la "controparte" dirigenziale si siederanno al tavolo della trattativa per stipulare un contratto di istituto che - in base alle norme giuridiche/contrattuali vigenti - ha valore di norma cogente erga omnes: ovvero è equivalente ad una legge dello stato che si applica a tutto il personale. Che lo condivida o no.

USI-AIT Educazione


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Paolo Pilotto    - 09-02-2015
Ho letto il Vostro testo e pur non condividendone alcuni contenuti lo rispetto. Non sono iscritto ad alcun sindacato ma non ho una visione così negativa di ogni iniziativa sindacale e di ogni rappresentanza come quella che Voi rappresentate.
Il punto però è un altro.
Non Vi potete permettere di bollare come "consorteria" il lavoro pressochè gratuito che migliaia di collaboratori della Dirigenza e docenti con specifici incarichi svolgono a scuola e per la scuola.
Che fra i docenti italiani possano essere presenti persone "avide" o "ambiziose" o "opportuniste" è fatto più che possibile, come purtroppo in tutte le comunità umane, di lavoro e non. Ma che Voi Vi permettiate di definire genericamente "consorteria" la fatica di chi a scuola lavora per la scuola è al limite della diffamazione.
Non c'è partito o partitino, sindacato o para-sindacato che si possa permettere l'insolenza di offendere persone che lavorano con dedizione e responsabilità.
Circostanziate, definite meglio gli ambiti, accusate dove potete e siete in grado di accusare, ma non generalizzate.
Altrimenti rendete non credibili le Vostre posizioni e le Vostre battaglie.
Cordialmente.
Paolo Pilotto
Docente presso il Liceo Classico e Musicale Statale Bartolomeo Zucchi, Monza (MB)

 Maria Fortino    - 11-02-2015
Salve. Una breve risposta al commento apparso al comunicato usi-ait educazione. Quello che intendiamo sostenere quando parliamo di "consorteria" non è certamente una accusa generalizzata rivolta ad ogni singolo lavoratore. Quello che qui intendiamo evidenziare è l'intero sistema che è , esso stesso, generatore, di "consorterie". Mi spiego meglio: non siamo così ingenui da condurre discorsi dal tono generalistico che sa di ignoranza. No ... noi non siamo quelli che incasellano la gente e la delineano, siamo anarcosindacalisti e come tali riteniamo indispensabile il riconoscimento delle diversità individuali. Tuttavia, posto che non siamo sindacalisti di professione stipendiati da qualche grande struttura, ma semplici lavoratori presenti nel mondo della scuola e del settore educativo in generale, ci rendiamo conto, direttamente sul campo e non nel chiuso di qualche buio ufficio, del nefasto sistema piramidale che vige nella scuola. Riteniamo, quindi, che il meccanismo di delega tramite rsu sostiene accanto al sistema dei collaboratori queste gerarchie per questo diciamo no alle RSU e si all'autorganizzazione. Ci sono molti dirigenti , molti collaboratori che fanno bene il loro lavoro, ci mancherebbe, ma quello che qui si contesta è il sistema piramidale e fortemente gerarchizzato che la buona scuola, se mai vedrà la luce, andrà a rafforzare. Noi siamo docenti, studenti, lavoratori del settore educativo e siamo sempre pronti all'autocritica sia individuale che collettiva, quindi, non penso affatto si possa sostenere che il nostro sia un discorso calato dall'esterno. Ringrazio tuttavia il collega per questo commento, difatti sono personalmente convinta che ogni riflessione rappresenta un ottimo motivo per avviare proficui confronti dialettici.