Il blitz esagerato e tardivo di Davide Faraone
Vincenzo Pascuzzi - 13-01-2015
Così venerdì, 9 gennaio aveva twittato: "Domani (cioè sabato, 10 gennaio) sarò alla scuola S. Bivona a Menfi (Ag). 70 insegnanti su 170 malati o con 104. Stop vergogna ai danni di chi ha bisogno. @MiurSocial".
Davide Faraone annunciava una sua visita-lampo (o blitz) all'I.C. 'Santi Bivona' di Menfi (Agrigento) motivata da numerose assenze del personale docente e ata nello stesso Istituto.
Diverse testate in rete riprendevano e completavano la notizia, vediamone alcune.
Leggiamo su loraquotidiano.it: «A scuola in troppi favoriti dalla "104". Il blitz di Faraone contro i furbetti» e poi «Il sottosegretario all'Istruzione sarà a Menfi per incontrare i vertici della scuola, dove sarebbero state rilevate alte percentuali di "agevolati". E da lunedì verifiche in tutta Italia»
«Faraone in Sicilia: guerra ai 'fannulloni'» così riporta il sito tuttoscuola.com.
Mentre livesicilia.it scrive «Insegnanti malati o con la 104. Scuola, affondo di Faraone».
E stamattina ancora livesicilia.it riportava «La carica delle 104 nelle scuole siciliane. Faraone: "Faremo una guerra senza quartiere"».
Ricorrono termini forti, muscolari, inquietanti, anche gratuiti e offensivi - se non dimostrati - quali: blitz, furbetti, fannulloni, affondo di Faraone, guerra senza quartiere, verifiche in tutta Italia!
Riguardo all'annuncio enfatizzato di questa visita-lampo con esplicite e dichiarate finalità ispettive e intenzioni punitive, sono opportune alcune osservazioni.
La prima è che Faraone corre in Sicilia a fare la voce grossa (?) mentre non è corso tre giorni fa alla Scuola Materna di Sesto San Giovanni dove è crollato un contro-soffitto (alcuni mq di intonaco più pezzi di mattone) e sono rimasti feriti alla testa (anche con necessità di punti di sutura) alcuni bambini! Non è andato Faraone, come non è andata Giannini, tanto meno Renzi! Governo e ministri evitano di recarsi dove si verificano o si rischiano tragedie, come i crolli imputati a "dilatazioni termiche" non meglio specificate o le alluvioni causate da "bombe d'acqua" fantomatiche e, pare, caratteristica esclusiva e recente della penisola italiana!
Altra osservazione è che il gruppo dei "furbetti della 104″ di Agrigento era già stato individuato e aveva subito 19 arresti e 101 denunce a settembre scorso, come riporta Repubblica edizione Palermo del 22.9.2014: "grazie alla complicità di medici dell'Asp e di personale dell'Inps due diversi gruppi di persone riuscivano a fare ottenere le certificazioni necessarie [per la 104/92]. Nei filmati della Digos, che ha piazzato le sue microcamere negli uffici dell'Asp di Agrigento, in quelli di Naro che ha filmato i falsi invalidi si vedono scene davvero grottesche ....". Sempre in data 22.9.2014, agrigentonotizie.it pubblica l'elenco nominativo di tutti gli indagati. Un'indagine che chiaramente è iniziata mesi prima! Su Facebook esiste ora la pagina "Comitato contro gli abusi della legge 104/92" con lo slogan "SI alla legge 104, NO agli abusi!". È mai possibile che Faraone non ne fosse al corrente? In ogni caso il suo blitz è quello di chi scopre l'acqua calda e pure in ritardo!
La terza osservazione è di ordine generale, strutturale e strategico. Non è possibile giustificare che situazioni critiche, o presunte tali, come quella di cui stiamo parlando, debbano essere affrontate, gestite e risolte (almeno si spera) dal centro, a livello di vice-ministro, con interventi eccezionali, sporadici, precipitosi, scavalcando tutta la struttura, l'organizzazione e le procedure ministeriali e governative. Struttura, organizzazione, burocrazia che devono essere rese efficienti (anche in termini di costi/benefici), punto. Ministero e Governo devono provvedere a ciò e non precipitarsi a soccorrerle, supplirle, umiliarle!

Tags: davide faraone, blitz, furbetti, fannulloni, 104, agrigento


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 Giocondo Talamonti    - 12-01-2015
Riprendendo una delle osservazioni di Vincenzo a proposito di non sicurezza nelle scuole, pubblichiamo qui l'opinione inviataci da Giocondo Talamonti, che come sempre ringraziamo.
La Redazione di Fuoriregistro


Il caso del Liceo Artistico “Metelli” continua a raccogliere incomprensioni e prese di posizione drastiche, sostenute, queste ultime, da improbabili richiami storici spesi per giustificare la salvaguardia della sede. Dire che essa costituisce una realtà storica, appunto, non ha senso. L’attuale ubicazione ha preso il posto di una vecchia palestra di epoca fascista, la GIL, voluta per l’addestramento sportivo della gioventù locale; dire che i laboratori sono rispondenti alle esigenza di chi li frequenta è, quanto meno, inesatto, dal momento che la struttura espone gli studenti e i docenti a gravi rischi per la salute. Il freddo d’inverno e il caldo insopportabile che opprime i capannoni nei mesi caldi impediscono che si realizzino le condizioni ideali per un proficuo apprendimento.
La sicurezza non è un optional nella scuola. Non si può fare a meno di sottolineare che le carenze di utilizzo della struttura possono rappresentare una fondata preoccupazione per studenti, famiglie e cittadini. L’Amministrazione è giustamente impegnata a risolvere il problema e se ciò comporta un temporaneo spostamento delle attività scolastiche in altra sede non può, obbiettivamente, costituire oggetto di disputa. L’invito a esternare in Consiglio comunale le opinioni delle parti deve essere interpretato nella sua accezione più evidente: confronto aperto sul tema, offrire sicurezza ai ragazzi, affrontando spese già di per sé gravose per le casse locali. In tale contesto, suonano poco concilianti i toni della protesta di alcuni genitori che affiancano l’azione degli studenti, minacciando di farli ritirare dai corsi.
La tempesta sembra sia scoppiata in un bicchiere d’acqua. A qualsiasi persona animata da serenità di giudizio appare eccessiva la reazione. Anzi, per dirla tutta, strumentale. A volte, bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome. E questa appare una strumentalizzazione. I partiti a sostegno di tesi traballanti pensano al consenso politico; molte famiglie accondiscendono all’iniziativa scioperante, come mezzo taumaturgico di ogni pretesa; gli studenti non disdegnano supplementi di vacanze; i docenti si adeguano all’inattesa sospensione lamentando la difficoltà a completare i programmi, ma senza strapparsi i capelli.
Se l’idea della conservazione del posto di lavoro, quella per capirci che ha recentemente animato la ferrea protesta dei lavoratori TK-AST, ha suggerito azioni pienamente giustificative per ottenere i risultati, il timore di una impropria e inopportuna emulazione sembra, invece, sottostare alla volontà di rifiutare un inevitabile intervento manutentivo a favore della sicurezza fisica di chi frequenta la ex-GIL.
Come possa essere considerata assurda, intollerabile, inaccettabile la decisione di spostare per un periodo di tempo le attività scolastiche del Metelli presso i Geometri, solo con il fine di ripristinare, nei tempi occorrenti, la sicurezza agli studenti, qualcuno lo spieghi ai cittadini di Terni.