Occasioni!!!
Cosimo De Nitto - 16-11-2014
Oddio, se anche Antonio Valentino comincia ad avanzare qualche dubbio sul vuoto pedagogico, didattico, professionale, di governance della "buona scuola" di Renzi, allora vuol dire che di quel raffazzonato documento non si salva proprio niente.
Se sbaglio correggetemi. Valentino non è per caso uno che insieme a Dell'Anna, Tiriticco, Iosa, Cerini avevano subito avanzato generose aperture di credito alla "buona Scuola" di Renzi, salutandola, come sempre accade loro, come una "occasione" (finalmente!) di smuovere le acque e di avviare un percorso "riformista" serio e profondo?
Il suo articolo è contraddittorio, e d'altronde come giustificare l'indietro tutta rispetto a poco tempo fa senza contraddirsi?
In premessa Valentino afferma:
" Questa è la ragione per cui snobbare o contrapporsi frontalmente a questo documento e alle opportunità che offre penso sia sbagliato."
Ok, Ok "contrapporsi frontalmente" è sbagliato, per voi. Ma se metodologicamente è sbagliato "contrapporsi frontalmente" sempre e a prescindere, altrettanto sbagliato è NON "contrapporsi frontalmente" MAI e a prescindere, come fanno alcuni dirigenti, ispettori, ex o in servizio permanente effettivo.
Se andiamo al merito la contraddizione emerge tutta nel prosieguo della lettura dove praticamente Valentino attacca e demolisce l'impianto e la filosofia stessa della "Buona Scuola", non solo questo o quell'aspetto.
E' persino generoso quando critica l'altisonante documento renziano affermando:
"La buona scuola non parte se non si mette contestualmente in crisi la mala scuola (quella dell'individualismo e della separatezza, la cui mentalità e le cui pratiche sono in molte situazioni ancora prevalenti) con scelte che indichino, sulle varie questioni affrontate nel documento, chiare direzioni di marcia che valgano a contrastarla".
Non la dice tutta. Non arriva all'unica, vera, oggettiva conseguenza che è questa: la "buona scuola" non può contrastare la "mala scuola dell'individualismo e della separatezza" perché è essa stessa "mala" in quanto si regge sull'individualismo e sulla separatezza. I singoli docenti, ancor più di oggi, sono messi gli uni contro gli altri, le scuole le una contro le altre, i dirigenti gli uni contro gli altri, le comunità scolastiche le une contro le altre, i territori gli uni contro gli altri attraverso il meccanismo della competizione. Se ho io gli aumenti, non li hai tu. se sono io la scuola premiata non puoi esserlo tu, se sono io bravo dirigente non puoi esserlo tu, se il mio territorio ha la scuola migliore non puoi averla tu. E' il meccanismo stesso della determinazione del "migliore", del premio meritocratico che scatena la competizione e il "mors tua vita mea". E' il meccanismo della valutazione/premio per alcuni/condanna per altri che è antinonimico con "la squadra", con la dimensione collettiva, collaborante e cooperante dell'insegnamento e della stessa organizzazione, gestione e governo della scuola.
Cosa contestano dell'impianto renziano coloro che "si contrappongono frontalmente" alla "buona scuola"? Proprio quello che Valentini rimprovera al documento. In più rimproverano altre cosucce veniali quali, per esempio, il fatto che tutti perderanno economicamente, chi più (33%), chi meno(66%), ma tutti saranno accomunati dall'impoverimento economico personale, professionale, scolastico, democratico, relazionale ecc.
E allora qual è la differenza tra coloro che si "contrappongono frontalmente" e Valentino che non si contrappone frontalmente? Nessuna, in gran parte del merito. Una sola, ma importante, nel metodo. Coloro che si "contrappongono frontalmente" hanno il coraggio, la chiarezza, l'onestà intellettuale, (perché no, anche quella) di prendere posizione nettamente "mettendoci la faccia" (come si dice oggi) e dicendo un NO deciso e forte. Valentino &C. dicono invece un "ni" piccolo piccolo, quasi scusandosi per averlo dovuto dire non essendo nelle loro intenzioni disturbare affatto il manovratore.
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