Risposta dei Docenti del Liceo Virgilio di Roma alla Buona Scuola
Docenti del Liceo Virgilio di Roma - 13-11-2014
Desideriamo rispondere all'invito del Governo, del MIUR e dell'USR ( nota MIUR prot.n° 3043 del 2/10/2014) a discutere sulla proposta di riforma "La buona scuola", esprimendo le seguenti considerazioni:

Le assunzioni...
 Il piano di assunzioni del Governo è un atto di giustizia dovuto per i tanti insegnanti che hanno prestato un servizio necessario al funzionamento della scuola senza vedersi riconosciuti i loro diritti di lavoratori e pertanto non possiamo che accoglierlo con favore. Tuttavia la soluzione proposta del "serbatoio" di supplenti per le scuole consorziate in rete non produrrà, a nostro avviso, nessun miglioramento nella qualità dell'istruzione, anzi avrà effetti negativi, come quello dell' ulteriore impoverimento culturale degli alunni già penalizzati dalla riduzione delle ore d' italiano, geografia e di altre discipline prevista nella recente riforma; infatti potranno essere impiegati nelle supplenze docenti di classi di concorso di materie affini che non hanno un'adeguata formazione universitaria e non hanno potuto ricevere il necessario aggiornamento. Sarebbe più opportuno assumere i docenti precari per coprire i posti vacanti e per un'azione di supporto e/o per il recupero pomeridiano degli alunni con difficoltà scolastiche, soprattutto in ragione del mutamento sociale del nostro paese in cui aumentano il numero degli alunni immigrati e quello degli abbandoni scolastici per motivi economici e sociali.

Lo status giuridico...
L'intervento sulla modifica dello status giuridico del docente preoccupa per diverse ragioni:
 la legge interviene su una materia finora oggetto di contrattazione sindacale;
 la progressione di carriera e gli scatti di competenza connessi vengono aprioristicamente previsti solo per un 66% del corpo docente ( di una scuola o di reti di scuole), in seguito al conseguimento di crediti didattici, formativi e professionali; il c.d. portfolio del docente, costituito dalla certificazione di queste esperienze professionali e culturali, sarebbe il risultato di un meccanismo concorrenziale tra i docenti stessi, contrario al clima di collaborazione necessario al buon funzionamento della didattica. Inoltre il portfolio, approvato annualmente dal nucleo di valutazione e consultabile on-line dai Dirigenti, creerebbe una competitività tra scuole trasformando i docenti in merce da esporre in vetrina o da tenere dietro le quinte, a danno della loro dignità umana e professionale;
 gli aumenti di 60 euro ogni tre anni probabilmente sono meno di quanto un docente avrebbe potuto maturare con gli scatti di anzianità sommati all'adeguamento dello stipendio all'inflazione e, cosa assai grave, sarebbero finanziati con quanto sottratto ai colleghi giudicati "non meritevoli" dal nucleo di valutazione;
 infine non si può escludere che a distinguere tra docenti di serie A e di serie B possa concorrere un fattore assolutamente estraneo alla preparazione, alle capacità didattiche e all'aggiornamento conseguito: il gradimento del Dirigente. Qualora poi tale gradimento fosse condizionato anche dal giudizio delle famiglie, si tratterebbe di una strisciante forma di privatizzazione della scuola pubblica, nella sua forma più deleteria;
 il giudizio negativo del nucleo di valutazione ed il conseguente mancato aumento di stipendio potrebbe causare nel docente "non meritevole" demotivazione e disinteresse: l'obiettivo di ottenere un miglioramento delle prestazioni, dunque, oltre a fondarsi su criteri di cui sarebbe difficile misurare l'obiettività, potrebbe avere per un terzo dei docenti un effetto contrario al "circolo virtuoso" desiderato e innescherebbe comunque un clima di divisioni e conflitti in seno al corpo docente.


I contenuti degli apprendimenti...
Per quanto riguarda i contenuti degli apprendimenti, esprimiamo i nostri dubbi sulla effettiva compatibilità delle attuali strutture scolastiche con il potenziamento della storia dell'arte, della musica e dell' educazione fisica: è necessario prima investire fondi nell'edilizia scolastica per ovviare alla carenza di strutture e per creare ambienti davvero idonei alla didattica di quelle discipline.
Il ricordo delle "tre I" ( Internet, Inglese e Impresa), vessillo di rinnovamento di un governo di qualche anno fa, non è tanto lontano da non riconoscere nella rivisitazione in chiave ludica delle nuove tecnologie (si veda l'invito a pratiche denominate con i termini coding, gamification etc.), nell'inglese come lingua veicolare delle tecnologie stesse e nell'introduzione dell'economia tra le discipline curriculari la riproposizione di un modello egemone di cultura tecnologico-finanziaria; di nuovo la cosiddetta "cultura del fare" appare in alternativa o in sostituzione all'educazione al pensiero critico. Nel quadro previsto dal documento relativo all'alternanza scuola-lavoro preoccupa anche l'ingresso nella scuola di soggetti privati, quale fattore di condizionamento della libertà didattica attraverso contribuzioni e finanziamenti.

La scuola pubblica democratica...
Quanto alla democrazia dell'intero sistema scolastico questa viene ridotta con il ridimensionamento dell'importanza degli organi collegiali che hanno garantito dal 1975 ad oggi una condivisione ed una partecipazione al dialogo educativo di tutte le componenti della scuola.

Il sondaggio...
Esprimiamo inoltre forti perplessità in merito alla consultazione attraverso lo strumento del sondaggio: innanzitutto la modalità del questionario on-line indebolisce il dibattito tra lavoratori e sindacato, limita la concertazione sindacale, sposta discussione da un ambito istituzionale e collettivo ad un ambito individuale in cui ogni cittadino ha l'illusione di contribuire al bene comune, semplicemente partecipando ad una consultazione virtuale; in particolare le stesse modalità del sondaggio su "La buona scuola" orientano le risposte, riducendo la possibilità di esprimere un pensiero compiuto perché non consentono di scrivere nello spazio dedicato alle osservazioni libere; inoltre non permettono di verificare la composizione del campione statistico sul quale si esegue il sondaggio, non facendo distinzioni, tra coloro che vi partecipano, né in base al ruolo, né alla motivazione; di conseguenza anche i risultati del sondaggio risulteranno difficilmente verificabili e di dubbia validità statistica. Non si capisce dunque come potranno essere utilizzati, senza suscitare il dubbio di una strumentalizzazione demagogica, falsamente democratica.

Per tutte queste ragioni, esprimiamo
DISSENSO
all'operazione "La buona scuola" ,
sia nel merito delle proposte, sia nel metodo utilizzato per accreditarle.

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