Esami finali e scuole bocciate
Francesco di Lorenzo - 20-09-2014
La polemica continua. Tra chi demolisce con argomentazioni convincenti 'la buona scuola' di Renzi e chi non prende posizione (o prende una posizione tiepida e attendista), c'è spazio per inserire e far parlare dell'ennesima riforma dell'esame di maturità. Un modo per spostare l'attenzione dalle cose serie? Probabilmente sì. Forse, come è stato detto, ritoccare un pochettino l'esame finale è il solo un modo per lasciare una minima traccia del passaggio dei vari ministri che si sono succeduti nell'ultimo ventennio. Il ministro Giannini non si è lasciata sfuggire l'occasione. Si sarà detta: visto che la buona scuola porta la firma di Renzi, di me chi si ricorderà? Allora sai che novità ti tiro fuori? Ritocco l'esame di maturità (che senza decidere bene quale scuola si farà, è come rifinire l'ultimo piano di un edificio in costruzione).
Ma l'esame di Maturità, poi chiamato esame di Stato, ha una storia tutta particolare. Sull'onda del '68 fu semplificato: il ministero sceglieva ogni anno quattro materie: poi due prove scritte due orali, di cui una scelta dal candidato. Era una forma sperimentale di esame che durò trent'anni, fino all'avvento di Berlinguer che alla fine degli anni novanta introdusse la sostanza di quello attuale. Da allora, però, tutti i ministri che si sono succeduti, ad esclusione di De Mauro e Carrozza, hanno cambiato qualche virgola, modificato una breve norma, aggiustato un mezzo cavillo, senza però lasciare grandi tracce oltre il loro immaginario familiare.
Intanto per il ministro Giannini sostenere l'esame di Stato senza membri esterni, con una commissione fatta di professori che già ti conoscono, è il massimo della fantasia. Il discorso sul risparmio potrebbe anche starci, ma sembra fuorviante, senza contare che l'esame di Stato con la commissione interna è stato già fatto all'epoca del ministro Moratti, e non sembra che avesse riscosso grande plauso. Resta il fatto che qualsiasi discorso su un esame finale senza che faccia parte di una riforma complessiva, è solamente un palliativo, oltre che una perdita di tempo. Qualcuno potrebbe azzardare che sia una presa per i fondelli.

Intanto il Tar del Lazio ha dichiarato illegittimi i licei quadriennali. La sperimentazione avviata nel 2013 dal ministro Carrozza, che aveva ridotto di un anno la durata di alcuni licei italiani, è stata bocciata e dichiarata illegittima. In fondo era un metodo già precedentemente sperimentato: introdurre in poche scuole ciò che si vorrebbe fare in tutte. Lo aveva fatto il ministro Moratti che sperimentò pezzi della sua riforma in alcune scuole quando capì che non c'erano i tempi per un definitivo passaggio, ma stavolta non è andata bene. Certo, sono questioni burocratiche. Manca il parere del Cnpi (Consiglio nazionale della pubblica istruzione), che però è stato abolito in quello stesso anno. Ma il Tar non ha sentito ragioni, manca il parere con le motivazioni. La cosa poteva essere by-passata con un decreto ad hoc del governo che però non c'è stato. Intanto gli studenti dei licei incriminati vivono la condizione singolare, il triste primato di aver frequentato un anno intero (e qualche giorno adesso) una scuola fantasma, una scuola bocciata.

L'associazione Cittadinanzattiva nel presentare il 'XII Rapporto sulla sicurezza, qualità e accessibilità' delle scuole italiane, ha fatto rilevare alcune contraddizioni nel piano di ristrutturazione degli edifici scolastici promosso e sbandierato da Renzi. Intanto, se ancora ci fosse bisogno di ribadirlo, la situazione da questo punto di vista è pessima. Il 70% degli edifici rilevati presenta lesioni nelle strutture, lesioni visibili anche esternamente. Oltre la metà degli edifici è ubicata in zone sismiche, le barriere architettoniche sono ancora troppe e pericolose. "Solo nell'ultimo anno scolastico - ha spiegato la coordinatrice nazionale del settore scuola di Cittadinanzattiva, Adriana Bizzari - sono state sfiorate 36 tragedie a causa di crolli di solai, controsoffitti e distacchi di intonaco". Il che non è poco. L'associazione ha fatto poi rilevare che l'essersi affidati ai sindaci per la segnalazione degli edifici da ristrutturare, come ha fatto il governo Renzi, non è stata una grande idea. Infatti, l'istituto Giovanni Caso di Piedimonte Matese, monitorato da Cittadinanzattiva, pur essendo in pessime condizioni in materia di sicurezza, non ha ricevuto finanziamenti. Il metodo andrebbe registrato: manca infatti qualcosa di più serio, ad esempio l'anagrafe dell'edilizia scolastica nazionale e regionale.

Tags: Esame di Stato, Giannini, Berlinguer, Tar, Moratti


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 Emilio    - 21-09-2014
Credo che non si debba minimizzare la possibile controriforma dell'Esame. Oltre al discorso sui risparmi (che sono comunque una motivazione disgustosa per cambiare l'esame) mi sembra che ridurre un passaggio comunque significativo per studenti e scuole a una specie di autovalutazione del lavoro svolto (ma 'sti geni credono che abbia senso esaminare chi si conosce già?)penso che l'esame coi membri interni apra la strada a due possibili sbocchi:
siccome la valutazione degli esami non sarà attendibile
1. la valutazione "seria" la farà l'INVALSI
2. si abolirà il valore legale del titolo di studio.