Il senno smarrito
Francesco Di Lorenzo - 10-05-2014

Le notizie si rincorrono e ci rincorrono da ogni dove. Mentre il ministro Giannini promette un 'tablet' per banco, apprendiamo che tre milioni di ragazzi negli ultimi 15 anni hanno abbandonato la scuola. Vale a dire: il 31,9% degli studenti che si sono iscritti alle superiori non sono arrivati al diploma. E sono finiti ad alimentare la quota di NEET, cioè quei soggetti che non vanno a scuola, non hanno lavoro e neanche lo cercano. Da noi, in Italia, sono presenti in percentuale maggiore che altrove; i 'Neet' in Germania arrivano al 9,7% in Francia al 14,5%, mentre in Italia la media è del 23,9% con punte di quasi 40% in Sicilia.

Insomma, avremo pure un bel tablet per banco ma, se non si cambia qualcosa, per farne che? Per leggere meglio questi dati? Cambiare per finta, cambiare solo l'abito, è una nostra sperimentata specialità e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Intanto, sappiamo (perché si sa) che il tablet, i ragazzi, lo sanno già usare e pure meglio di alcuni prof., e allora? cosa resta? Resta il tablet per metterlo al posto dei libri di testo? Qualcuno avrà pensato, così almeno non ci saranno le lamentele per gli zaini troppo pesanti. Vuoi mettere?, sconfiggere la scoliosi e far finta di essere all'avanguardia?

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Siamo nella fase politica del 'falso movimento': pensiamo di muoverci ma restiamo fermi, inchiodati al passato. E non a quello migliore! Pensate, il nuovo ministro Giannini ha chiamato 'Cantiere della scuola' quello che il suo predecessore, Carrozza, aveva appena nominato 'Costituente della scuola'. In pratica, prima di varare nuove riforme o prendere una decisione, il ministro consulta il mondo della scuola. In breve, si fa dire quello che deve fare. È una vecchia pratica che non ha mai portato a nulla di concreto, ma è stata sempre ottima per perdere tempo. Mentre, parallelamente, altre riforme 'epocali e distruttive' hanno fatto e bene il lavoro sistematico di demolizione della scuola pubblica.

Apprendiamo dalle notizie, però, che una differenza c'è, tra la Costituente del ministro Carrozza e il Cantiere della Giannini. La prima, aveva in mente di consultare ed avere il consenso dei docenti prima di procedere alla modifica di ordinamenti e didattica; la seconda vuole coinvolgere genitori, studenti, docenti e sindacati, per capire come e in che modo valutare la scuola. Ora, applicando una dose suppletiva di buona creanza (ma le scorte sono esaurite), si può anche eccepire che le intenzioni siano diverse, il fine però è lo stesso: confondere le idee e lasciar correre il tempo.

Quando non si sa che fare, il metodo è sperimentato: si apre una consultazione o si insedia una commissione, adesso meglio se online, e tutto resta come prima. Gli antecedenti hanno fatto storia: si parte dalla commissione del 40 saggi di Berlinguer, si continua con quella addirittura di 228 componenti insediata da De Mauro, e si finisce con la grande consultazione (e audizione del mondo della scuola) ordinata dal ministro Moratti. Poi, per qualche anno non si consultò, infatti il ministro Gelmini non parlava con, e non riceveva nè gli studenti nè gli insegnanti, limitandosi ad informare qualche sindacato amico (poiché a suo dire tutti gli altri erano di sinistra e comunisti), ma questo è un altro discorso.

Intanto, che facciamo? Ci convinciamo che abbiamo bisogno di altre consultazioni per sapere alla fine cose che già sappiamo?

Nel frattempo, qualcuno è alla ricerca della grande sicurezza che il presidente del consiglio Renzi aveva sulla scuola. Era in cima ai suoi programmi e la voleva rivoltare come un calzino, diceva. Ma gli sarà sfuggito qualcosa, speriamo lo ritrovi.

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