La tragicommedia della scuola italiana nel ventennio berlusconiano
Giovanna Lo Presti - 12-10-2013
Quando Andrea ci ha segnalato questo pezzo, a colpirci sono state soprattutto le parole, telegrafiche, di apertura della sua mail, le stesse con cui Viva la scuola introduce il contributo dell'autrice: "Vent'anni dopo".
Non sempre è facile fare un parallelo tra i due ventenni italiani, forse non viene spontaneo, perché pare impossibile che quanto già di negativo accaduto si ripresenti. Cambiando abito, forse, ma non intenzione. Ringraziamo e volentieri diffondiamo.
La Redazione di Fuoriregistro



Da D'Onofrio a Carrozza

Certo non siamo come Ireneo Funes, Funes el memorioso, quel personaggio borgesiano dotato di una prodigiosa e analitica memoria. A Ireneo non sfugge nessun particolare del mondo che lo circonda ed è in grado di ricordare tutto ciò che gli accade, anche nei particolari - e per sempre. La sua straordinaria memoria lo condanna all'isolamento, all'inazione, all'incapacità di formulare idee generali:

"Non solo gli era difficile comprendere come il simbolo generico "cane" potesse designare un così vasto assortimento di individui diversi per dimensioni e per forma; ma anche l'infastidiva il fatto che il cane delle tre e quattordici (visto di profilo) avesse lo stesso nome del cane delle tre e un quarto (visto di fronte)".

Eppure anche la preoccupante mancanza di memoria che caratterizza i nostri tempi rischia di portare alle stesse conseguenze: alla incapacità di formulare giudizi generali che guidino ad una azione conseguente. Se non fosse così, in questi vent'anni noiosi e distruttivi dal punto di vista sociale, i rigurgiti di rabbia sarebbero stati sempre più frequenti e forse si sarebbero trasformati in una protesta attiva e capace di costruire un argine al dilagare del neoliberismo, che io mi rifiuto di definire "pensiero", in quanto nient'altro è che una grezza dottrina, dominata dalla rapacità e dall'egoismo.

A parziale dimostrazione di questa tesi - e cioè che la smemoratezza sta alla base dell'acquiescenza che ha caratterizzato l'ultimo ventennio - porterò un unico e parziale esempio, costituito dal confronto tra le dichiarazioni del primo ministro della (pubblica) Istruzione dell'era berlusconiana (D'Onofrio) e l'ultimo (Carrozza). Ancorché l'ultimo ministro provenga dalle fila del principale partito di opposizione alle truppe berlusconiane, non possiamo dimenticare che il governo attuale è un ibrido, una avvilente contaminazione tra centro-destra e centro-sinistra - e quindi definire Carrozza l'ultimo ministro dell'era berlusconiana sarà (lo vogliamo dimostrare) soltanto una piccola forzatura.

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