La discussione alla Camera sulla Convezione di Istanbul
� avvenuta in un clima d'aula di generale assenza delle persone,
un'assenza strillante e ingiustificabile, mentre auspicabile
sarebbe stata una composta presenza totale di persone attente,
vive, preoccupate, partecipanti, convinte, a una comune riflessione.
Ed eloquente sarebbe stata la presenza/parola degli uomini.
Purtroppo, a causa delle assenze, la discussione � avvenuta
in un clima sociale e culturale di indifferenza generale, colpevole,
di cattivo esempio, irrecuperabile ex post con altre parole.
La "presenza e le parole", dovunque, soprattutto delle persone
degli uomini, quando si discute di violenza nei confronti
delle persone donne, sono fondamentali per una nuova cultura
dei diritti delle persone e segnano una presa di coscienza utile
per trovare le giuste misure per ogni azione di prevenzione,
a partire da un'educazione all'amore.
S�, all'amore. Nelle scuole � arrivato, per fortuna, direi,
nonostante un'ampia confusione di ruoli e di competenze,
ogni tipo di educazione: all'ambiente, alla cittadinanza, alla sana alimentazione,
alla sicurezza stradale, alla legalit�, alla lotta
al bullismo, alla pace, alla dimensione
europea ... ma mai un'educazione all'amore.
E troppo spesso, forse, si � preferita un'educazione sessuale fine a s� stessa,
senza ampliare il discorso ai diritti di ciascuna persona nella relazione
affettiva d'amore.
O no?
Tags: convenzione di istanbul, educazione all'amore
Mena Moretta - 02-06-2013
|
Più di quindici anni fa in un istituto tecnico con alcune colleghe e lo staff del consultorio comunale avevo animato per qualche anno un progetto di educazione alla psicoaffettività e alla sessualità per il biennio.......Prendeva le mosse proprio da quell'educazione all'ascolto di sè e dell'altro/a che tanto bene fa anche alla sessualità dell'adulto.........Ma erano altri tempi....le unità operative dell'asl addette a questo tipo di collaborazione con le scuole sono evaporate o prive di personale disponibile................ |