breve di cronaca
Come in un racconto di Borges?
Tiscali.it - 29-04-2013
Il punto interrogativo è nostro.
Marco Lodoli, leggiamo sul sito che riporta questo suo ultimo pezzo, è uno scrittore di poesie e romanzi ma anche un insegnante di Lettere in un istituto professionale della periferia di Roma. Ha vinto per due volte (nel 1992 e nel 1997) il premio letterario Grinzane Cavour con i romanzi "Cani e Lupi" e "Il vento". L'ultimo suo testo è "Il rosso e il Blu, cuori ed errori nella scuola italiana".
L'articolo che riportiamo induce alla domanda, soprattutto sul vento finale, e sulla confusione che, inevitabilmente, genera quando si scatena. E se il disordine è inevitabile all'ordine, forse vale la pena di cominciare a metterci la testa.
La Redazione


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Vent'anni di offese per poi ritrovare destra e sinistra insieme, come in un racconto di Borges

di Marco Lodoli

Fumo e vanità sono le nostre opinioni, riccioli di vapore che il vento sperde in un secondo. Penso a quante ore ho passato a discutere, e a volte anche a litigare, con i parenti e gli amici berlusconiani: cene e riunioni che inevitabilmente per vent'anni sono terminate con frecciatine polemiche che in breve diventavano mazzate, facce che si arrossavano nello scontro verbale, voci che si impennavano, ragionamenti che si trasformavano in maleparole.

Da una parte e dall'altra volavano come pietre le accuse: voi di sinistra che non avete voglia di fare niente, impaludati nella pigrizia del posto fisso, ex comunisti privilegiati, saccenti, presuntuosi, con la verità in tasca! E voi di destra che vi fidate di quell'uomo lì, ma non vedete i danni che ha fatto, il tracollo morale, la cafonaggine, l'uso e il disprezzo delle donne, l'incompetenza assoluta, la corruzione! E giù botte da orbi, rapporti intensi che si incrinavano, offese che poi non era facile cancellare, famiglie spaccate in due da anni e anni di trincea verbale. Si partiva con discorsi di carattere generale e talvolta si finiva proprio sul personale, sullo schizzo di fango in faccia.

All'inizio erano in gioco lo stato sociale e il neoliberismo, la cultura e l'impresa, la giustizia e la libertà, principi assoluti, filosofici, astratti, e poi si arrivava al calcio allo stinco: tu che al 27 del mese ti ritrovi lo stipendio in banca senza fare un tubo, tu che non paghi le tasse che dovresti pagare, parassita, evasore, superbo, ignorante, e la tavola diventava un campo di battaglia micidiale.

Credo che tutti ci siamo ritrovati incastrati in questi scontri incandescenti, spesso ci siamo anche pentiti per aver gridato e maltrattato fratelli e amici, ma non c'era niente da fare, l'argomento principale per vent'anni è stato questo, queste le domande fatte con cattiveria: come fai a stare con Berlusconi? Come fai a essere ancora comunista? Anche a scuola i ragazzi, arrivati all'ultimo anno, si affrontavano sul monotema nazionale: destra e sinistra, anche se meno ideologiche di un tempo, si sputavano addosso insulti di ogni tipo.

E ora facciamo un salto nella buona letteratura, che ha sempre qualcosa da insegnare. In un racconto di Borges due teologi si affrontano e si detestano per tutta la vita. Le loro posizioni sono diametralmente opposte, il pensiero di trasforma in inimicizia totale, le sottili elucubrazioni diventano guerra di posizione. Quando i due teologi muoiono e passano nell'aldilà, scoprono con infinito stupore che nella mente di Dio erano una sola persona.

Forse è lo stesso stupore che proviamo oggi. Vent'anni di offese per ritrovarsi insieme. La Storia sembra indifferente alle nostre opinioni, separa e ammucchia come meglio crede, e noi restiamo muti, attoniti, d'improvviso consapevoli del fumo e del vento.

29 aprile 2013
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