I saggi
Il documento sulla scuola che i saggi hanno prodotto ha provocato reazioni contrastanti. Ma è fiato sprecato. Essendo solo buone intenzioni, dopo averle lette, chi di dovere le metterà da parte. È successo già altre volte e in forme più variegate e creative di quanto si possa pensare. Forse la più famosa di queste strane uscite che alla fine risultano solo mediatiche, è stata quella del gennaio 1997. Il ministro di allora era Luigi Berlinguer e i saggi che lui convocò furono 40. Poi qualcuno si ribellò perché non era stato inserito nella lista e diventarono 44 (
in fila per sei col resto di due, fu la battuta che circolò al momento).
Erano stati chiamati, come i sei ultimi, a dare indicazioni sul da farsi. La differenza è che i saggi del 2013 hanno dovuto dare indicazioni non solo sulla scuola avendo pochi giorni a disposizione. I 44 ebbero tre mesi. Il documento finale, di qualche centinaio di pagine, che nel maggio del 1997 fu reso noto, tre le altre cose consigliava di far uscire la filosofia, considerata maestra di vita, dallo stretto ambito liceale. I saggi di allora, cioè, proponevano di farla diventare materia di studio anche di altri indirizzi scolastici. Visto poi come sono andate le cose, qualche distratto potrebbe legittimamente chiedersi oggi se i 44 del 1997 erano saggi o marziani.
Ospitalità italiana
Per gli studenti stranieri che attraverso il progetto Intercultura vivono un periodo nelle famiglie italiane, il giudizio su di noi è positivo. Almeno questo. Possiamo vantare la famiglia come emblema e baluardo della nostra specificità. Il fatto di accogliere e di far diventare parte integrante del nucleo familiare lo studente straniero, è una caratteristica che ci contraddistingue. Quindi, se anche un po' mammoni, ma non tanto, l'interesse che i genitori italiani dimostrano per la vita scolastica e non dei propri figli, dà buoni frutti. I giovani che in questo ultimo anno studiano da noi hanno anche detto che una maggiore autonomia concessa ai figli li farebbe crescere prima e meglio. Ma non si può avere tutto. Intanto, più della metà dei nostri ospiti ha evidenziato che la crisi (economica e sociale?) in Italia è più evidente che nei loro paesi di origine. E questo la dice lunga su quanto siamo messi male.
Invalsi
La date sono queste: dal 7 al 16 maggio si procederà nelle scuole italiane all'espletamento delle prove Invalsi. I Cobas, la cui linea su questo punto non ha mai subito tentennamenti, invitano a boicottarle. Nel documento pubblicato sul loro sito hanno lanciato un appello in questo senso. Parlano delle prove Invalsi come momento di s-valutazione degli insegnanti, degli studenti e della scuola in generale. Invitano quindi a prendere posizione contro la scuola-quiz. Sono idee e posizioni che hanno espresso in tanti negli ultimi mesi, ma che non si sono mai concretizzate in una sintesi. Anche perché prima gli altri ministri, e più ancora quello in carica, non hanno mai mostrato un minimo interesse, una piccola volontà di discutere su questi temi. Sono andati avanti per la loro strada segnata senza alcun dubbio. Sempre dal documento dei Cobas, e a sostegno di chi è contrario a questo modo di valutare, c'è una frase dello storico Luciano Canfora che ben sintetizza il problema: "Per vedere la maturità di una persona è necessario che componga un testo di senso compiuto, non che faccia queste prove irrilevanti dove un cretino che ha una buona memoria supera i quiz e una persona di cultura che non ricorda un dettaglio viene esclusa". Ma per ministro e apparato non è un problema. Dal che si evince che ci attende un futuro abbastanza faticoso.