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Gian Paolo Trevisani - 17-02-2013 |
Concordo pienamente con l'autore e credo che sul ruolo e sui perché della dirigenza scolastica sia indispensabile iniziare una discussione e un confronto approfondito. A tale scopo inserisco di seguito un intervento del sottoscritto pubblicato qualche tempo fa su Fuoriregistro. " A che cosa serve la scuola in generale, a che cosa serve la nostra scuola così come è concepita dalle diverse parti sociali del nostro paese (ognuno la pensa in maniera anche molto diversa dall’altro). Qual è il suo ruolo sociale, politico, economico. A che cosa servono e che cosa fanno i vari operatori scolastici: in particolare il personale docente e il personale amministrativo; si va da un’alta considerazione a una pessima considerazione. L’investimento economico fatto nelle scuole dà un tornaconto? I cittadini che escono dalla scuola sono preparati in maniera adeguata? E così via, le domande possono essere altre centinaia. Ciò che non emerge quasi mai nella discussione sulla scuola è il ruolo del dirigente scolastico. Proviamo a farci anche in questo caso alcune domande: serve? a cosa serve? Nella scuola la funzione di indirizzo è svolta dal Consiglio di Istituto, la funzione didattica è svolta dal Collegio dei docenti, la funzione amministrativa è svolta dal Direttore dei servizi generali e amministrativi. Se ne deduce che il D.S. dovrebbe avere un ruolo di coordinatore e di gestore di una molteplicità di risorse. Se questo è il suo ruolo, perché anche l’ultimo concorso per dirigente scolastico – a causa di una struttura medievale - ha selezionato persone sulla esclusiva base di conoscenze e non su quella più coerente di competenze? Se questo è il suo ruolo, perché in moltissime scuole vige un clima di competizione e non di collaborazione? Perché in molte scuola le divisioni e le contrapposizioni, gli egoismi e l’arroganza, le antipatie e le insofferenze la fanno da padrone? Se questo è il suo ruolo perché spesso si atteggia a padrone? Se il dirigente scolastico è indispensabile perché migliaia di scuole sono senza?" |
Franco Dore - 17-02-2013 |
Il problema esiste, è posto correttamente senza avere nulla di osceno o comunque improponibile. Chi lo ritiene tale è perchè confonde l'autonomia scolastica con il dirigente scolastico. Una discussione laica sul tema non può non riflettere anzitutto sul fatto che in altri Paesi quel sistema scolastico lo adotta. In Italia occorre riflettere sul concetto di autonomia (dei comuni, delle amministrazioni militari, delle amministrazioni giudiziarie e infine di quelle scolastiche). Se si accetta l'idea di autonomia, ad esempio dei comuni, si ragiona su un modello che vede un consiglio comunale ELETTO insieme ad un sindaco ELETTO e di un segretario generale che ha compiti amministrativi delicati e ben distinti. Se si va a guardare una organizzazione fortemente gerarchica come quella militare, l'Ufficiale decisore responsabile è NOMINATO, ma ogni quattro anni viene sotituito e inviato in altra sede. In modo simile agisce l''amministrazione giudiziaria. L'università elegge un rettore. Come si vede il tema è certamente delicato e va approfondito senza banalizzazioni. Nel sistema scolastico occorre affrontare senza meno l'aggiornamento normativo sul ruolo degli organi collegiali (i decreti delegati risalgono al 1974) e al loro adeguamento al contesto attuale che ha visto una fioritura normativa straordinaria e spesso contraddittoria sopratutto in questo ultimo periodo. Si rifletta sulle competenze in materia di dimensionamento scolastico, di indirizzi di studio, di dotazioni organiche di personale e di efficacia del sistema di istruzione in rapporto all'istruzione universitaria e all'ingresso in produzione. Il lavoro è complesso, non va sottaciuto; nemmeno però va consentito ad alcuno che si introducano artatamente elementi di inutile complicazione. (un motore che funziona è complesso, un archivio disordinato è complicato). La scuola non è di parte politica e al suo riordino sono chiamati tutti perchè rappresenta il nostro futuro tra 15 anni. |