Se manca un progetto è inutile aumentare l'orario
Cosimo De Nitto - 16-10-2012
Se manca un progetto è inutile aumentare l'orario, così Benedetto Vertecchi su un interessante articolo apparso su l'Unità e riportato dalla rassegna stampa dell' FLC - CGIL. Sono considerazioni giuste, elementari se vogliamo. Infatti, come si fa a toccare l'orario di lavoro degli insegnanti senza tener conto che questo è una variabile che agisce in un contesto complessivo che è il sistema dell'istruzione e formazione italiano? Si interviene rozzamente su cifre, numeri, quantità perché, a quale fine? "Risparmio", diminuzione di spesa. Fanno le stime di quanti soldi si risparmiano, 723 milioni di euro, nessuno fa le stime di quanto danno si arreca al sistema già fiaccato della scuola. Nessuno calcola le "perdite" in termini di "efficacia", "efficienza" e "qualità" del sistema scolastico. Nessuno calcola in cifre cosa vuol dire impedire il turn over nella scuola. Nessuno calcola quanto costa alla collettività la diminuzione della "produttività" del sistema scolastico. Nessuno pensa che questi danni possano ammontare, nell'oggi, ma ancor più proiettati nel domani, a molto, molto di più di 723 milioni di euro. Questa compromissione del sistema i nostri tecnici non sono capaci non solo di valutarla, ma nemmeno di pensarla. Oggi, oggi, oggi. Il loro orizzonte si ferma qui, al pareggio di bilancio che, come uno scalpo, deve essere offerto alle somme e divine autorità di Bruxelles che daranno una carezzina sulla testa e diranno: Bravi, avete fatti i compiti a casa. Bisogna essere proprio ignoranti, o in mala fede, per non capire che quando parliamo di sistema scolastico un anno, ma anche pochi anni, non sono niente. La "produttività" del sistema scolastico va rilevata in tempi lunghi, talvolta lunghissimi. Ma, ahimè, lo sguardo e l'intelligenza di questi "tecnici" non arriva così lontano.

Almeno 22 mila posti in meno. É l'effetto dell'operazione 24 ore, ovvero le 6 ore in più di cattedra la settimana per i docenti di ruolo, prevista dal disegno di legge di stabilità, in queste ore alla camera per l'avvio del suo iter parlamentare.
Ci vorrebbe una sonora pernacchia per Profumo, Rossi Doria, Ugolini, ma anche Monti o Fornero, quando vaniloquiano sul fatto chi i loro provvedimenti (pensioni, concorsone, ecc.) favoriscono i giovani.

Considerando poi che in queste ore i docenti "vecchi" dovranno coprire supplenze Dio solo sa di quale materia, oppure spezzoni di cattedre per i quali è necessario che abbiano il relativo titolo di studio, NON SERVE NEANCHE L'ABILITAZIONE, allora i nostri campioni di pernacchie devono fare uno sforzo supplementare e riservarne qualcuna delle più potenti a lor signori sopramenzionati ogni qual volta parleranno di QUALITA' della scuola e PROFESSIONALITA' dei docenti.

Continuare a spacciare presso l'opinione pubblica che l'orario di lavoro degli insegnanti coincide con l'orario di cattedra è un FALSO!!! E' una "falsa comunicazione sociale", come il falso in bilancio, e dovrebbe essere punita dalla legge. Inoltre viene lesa l'immagine sociale e morale di 700.000 mila insegnanti che sono offerti all'opinione pubblica con un profilo di vagabondi, scansafatiche e talvolta spesso anche incompetenti. Credo che sia giunto ormai il tempo di proporre un'azione eclatante. Gli esperti di giurisprudenza dovrebbero dirci se ci sono margini per intraprendere una class action contro il ministro e tutti coloro che affermano che l'orario di lavoro dei docenti è l'orario di cattedra.

A mio avviso su questo terreno si gioca la partita del cambiamento, dell'alternativa, di un progetto nuovo per il Paese. E' questa una partita discriminante con le ideologie e le politiche di destra, ma anche con le pericolose oscillazioni di settori importanti del centrosinistra "incantati" dalle sirene del "merito", della "modernità" a copertura di una visione rozza e subalterna della formazione e della cultura alle logiche di "mercato". Per questo apprezzo il grido di dolore di Simonetta Salacone che urla: "Basta mortificare la scuola!".


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 Ermenegildo Cassese    - 21-10-2012
Non nascondiamolo a nessuno, non nascondiamocelo. Il 'Maestro di Strada' fa parte integrante della casta: ci sta dicendo di mangiare le brioches, perché il pane è finito. E' un nostro nemico, e come tale va considerato. Alla stregua del presidente del consiglio dei ministri di cui fa parte. A LUI NOI pagheremo la pensione, che a noi verrà tolta, assieme al sostegno scolastico per i disabili e a tutti i diritti che un tempo erano scritti nella Costituzione. Il sottosegretario, ex maestro di strada non lavora per noi, ma per se stesso e per la casta. E questo avviene da sempre. E dunque, nel passato, ha preso in giro coloro che hanno creduto che fosse una persona affidabile. Che altro devo dire?