La penombra del prof
Gigi Monello - 04-06-2012
Grande fermento negli ambienti dei consumatori abituali di rivoluzioni copernicane nella didattica. È in arrivo una vagonata di LIM. Per chi non lo sapesse, LIM sta per "Lavagna Interattiva Multimediale": un grande schermo che, mediante videoproiettore, riceve da un PC tutto quanto desiderate; e diventa, all'occorrenza, pannello di navigazione in rete o lavagna tradizionale. Basta far scendere la penombra e il gioco è fatto: il nativo digitale è bello che catturato, preso, immobilizzato e inebetito con le sue stesse armi; l'elettronica multicolore che gli riempie le tasche. Fenomenale. In Sardegna, anni fa sentimmo a lungo parlare di "Marte". La sigla stava per "moduli di apprendimento su rete tecno-educativa"; confesso di avere sempre coltivato il sospetto che chi inventò l'acronimo, pensò prima ad un suono suggestivo e solo qualche ora dopo a cosa dovesse esattamente significare. Si trattava, in sostanza, di immettere massicce dosi di internet e multimedialità nella didattica quotidiana. Il tecno-professore alle prese, puta caso, con l'ironia in Socrate o la provvidenza in Manzoni, doveva guidare ricerche di gruppo tese a realizzare elaborati da scambiare, poi, con le classi sorelle nel web. Ricordo ancora una nauseata collega di matematica, "marziana per caso", che raccontava che mentre lei interrogava, tutti gli altri erano a farsi gli affari loro su Internet. "Didattica flessibile", "fluidificazione del concetto di classe". Se chiedete in giro di "Marte", vi indicheranno il cielo. Svanito nel nulla. Evaporato. Ora è la volta delle LIM. Non ho nulla contro la tecnologia. Anzi. Il punto è che faccio parte di quella categoria di privilegiati che, a differenza di metodologi e venditori, il piedino dentro le aule ce lo mette ogni giorno; e dei nativi digitali ha diretta esperienza; quanto basta per nutrire fierissimi dubbi su queste svolte tecnologiche. L'overdose di stimoli visivi e il caos di messaggi dentro il quale gli adolescenti vivono, pongono, infatti, problemi di segno opposto; siamo oramai di fronte ad un atrofizzarsi degli spazi mentali e ad un affievolimento del pensiero astratto. Per convincersene, i "nativi" bisogna ascoltarli, e soprattutto leggerli (se prima riuscite a decifrarli). Le LIM? Attacchino pure ai muri l'ultimo ritrovato. Magari a due metri da una serranda rotta. Lo userò anch'io. Non ci raccontino, però, la favola che saranno le LIM a salvare la baracca. Conosciamo troppo bene i nostri guai.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Severo Laleo    - 05-06-2012
A scuola bisogna imparare a meneggiare/padroneggiare ogni nuova strumentazioone, anche quella che non arriva in classe, per il suo buon uso nel futuro, quando i piccoli saranno grandi. Ma a salvare la baracca ci vuol ben altro. In didattica poi, finchè resta rigido il trinomio lezione.interrogazione. voto, qualunque sia la tecnologia d'appoggio, non cambierà mai niente. O no?

 Carla Giulia    - 05-06-2012
Uso tutti i giorni e per tutte le lezioni (escluso il laboratorio sperimentale) il video proiettore collegato al mio pc portatile!
è una mia autonoma scelta (fino ad ora) Utile certamente ma sono d'accordo con le considerazioni di Gigi PER PENSARE CI VUOLE TEMPO e il tempo ci è stato tolto dalla riforma voluta dalle stesse persone che impongono la LIM L'obiettivo di tutti questi "signori" , tecnici " de che?" (consapevoli o non consapevoli) è continuare con questa politica economica scellerata che ci vuole tutti GRANDI consumatori per la crescita ...
Scellerata perchè non sostenibile e questo è un fatto!
OVERSHOOT DAY da quel giorno cominciamo a consumare le risorse del prossimo anno: consumiamo il FUTURO!
Non vado avanti non voglio annoiarvi scrivo tutto ciò da diversi anni anche in questo caro spazio ma nessuno mi risponde e noto che in tutte le trasmissioni di informazione, anche in quelle condotte da giornalisti stimati, chi dice quello che ho detto io viene interrotto e difficilmente è inviato nuovamente!
A scuola c'è un'emergenza, la chiamo EMERGENZA " non capisco" Io caro Gigi, leggo quello che scrivono gli studenti e ...