Sfigati per sempre
Francesco Di Lorenzo - 28-01-2012
Dallo Speciale Notizie dal fronte 2011-2012


Sulla vicenda, ormai stranota, dell'essere sfigati se non si è laureati a ventotto anni, vengono in mente alcune cose. Una, in particolare, forse avrebbe bisogno di essere presa un po' più di petto ed approfondita. È questa. La constatazione che i bocciati a scuola e nella società sono sempre gli stessi. Come sono sempre gli stessi a comandare. Siamo fermi, quindi, alla denuncia che don Lorenzo Milani fece cinquant'anni fa. I privilegiati si autopromuovono e si permettono di dire quello che vogliono, tutti gli altri devono capirli. Don Milani si chiedeva se non fosse un po' strano che gli sfigati nascessero sempre nelle stesse famiglie (una volta povere, poi disagiate, adesso povere e disagiate insieme). Qualcosa non quadra, concludeva il prete scomodo. E continua ad essere così.

Invece, non dispiace affatto, la prima (prima?) marcia indietro del nuovo ministro. Tutto da rifare per quanto riguarda la valorizzazione del merito dei docenti. Appena un mese fa il neoministro aveva detto che il metodo, iniziato lo scorso anno sotto la Gelmini, per individuare i docenti meritevoli, andava rafforzato e portato avanti. Quando ha presentato le modifiche ai sindacati, si è scoperto che quasi niente andava bene, le contraddizioni erano tante, le finalità senza senso. Così, il ministero ha ritirato tutto. Valorizzare il merito non è semplice. Anche perché ognuno ha una sua idea. Ognuno pensa ad un merito particolare. Anzi, qualcuno ha pensato, finora, che il discorso sul merito valesse per gli altri e non per sé. Che è un bel modo per risolvere la questione. Salvo poi scoprire di non averla risolta affatto.

Constatare il fallimento dell'autonomia scolastica sarebbe doveroso. La legge, nata nel 1997, con il ministro Berlinguer, "Istituzione del Fondo per l'arricchimento e l'ampliamento dell'offerta formativa e per gli interventi perequativi", quest'anno, se tutto va bene, darà alle scuole, un euro per alunno. Lo si è già detto altre volte, le istituzioni scolastiche, per questo motivo, sono costrette a chiedere soldi alle famiglie per organizzare qualsiasi cosa. Ma, così non si riesce a programmare niente. Tanto vale smetterla di prendersi in giro. La bella idea dell'autonomia che avrebbe cambiato la faccia (sempre quella) della scuola italiana, si è rivelata una favola. Per di più di pessimo gusto, perché promette cose che non riesce e non può mantenere.
L'autonomia della scuola, dalla sua nascita, una quindicina di anni fa, è andata sempre di più scemando, diminuendo, spegnendosi. Di autonomo è rimasto talmente poco e di poco conto, che è ridicolo anche solo ricordarlo. Un esempio? Si può scegliere di anticipare di un paio di giorni l'inizio dell'anno scolastico, ma la chiusura deve essere uguale per tutti.
Le belle parole del ministro Berlinguer per magnificare tutto quello che si sarebbe potuto fare con le scuole autonome, sono solamente ricordi sbiaditi, promesse da marinaio, impegni non mantenuti.
Viene il sospetto che, come sempre, si abbia paura delle novità, e che sia il merito, che l'autonomia, creano più problemi di quanti ne risolvano. Allora, si potrebbero pensare un paio di cose di cui nessuno ha paura, e magari cominciare da quelle.

interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf

 Pier Luigi Lunerti    - 30-01-2012
Il sig. Berlinguer è stato devastante per la Scuola Pubblica Italiana. La sua paventata autonomia passerà alla storia come l'inizio della fine di una istituzione fondamentale per la società. E' tanto più dolorosa questa considerazione se si pensa che a procurare il danno è stato un politico di sinistra.
Visto però come è andata a finire la "politica" italiana tutto sembra appartenere all'ordine naturale delle cose.

 Claudia Fanti    - 30-01-2012
Proprio come dite!

 Giovanna Maria    - 11-03-2012
ho capito bene? poichè il ministro Berlinghuer aveva proposto finalmente divalorizzare il merito e l'autonomia, che i suoi successori hanno scardinato, sarebbe stato lui a devastare la scuola? Spesso mi chiedo se gli insegnanti hanno un idea di scuola.