Ministro Profumo: la legge sia la Sua Road Map
Enrico Maranzana - 27-12-2011
Il ministro Profumo ha detto: "Se uno dei miei nonni si svegliasse: capirebbe poco degli strumenti con cui funziona la società italiana .. poi se tornasse a scuola... beh, lì gli si presenterebbe un panorama sostanzialmente uguale .. con gli stessi banchi di formica verde". "I nostri ragazzi sono nativi digitali e a scuola si impara solo il 20%". "Una scuola che ha bisogno di strumenti diversi". "I libri si spostino sui tablet".
La sostanziale immutabilità del servizio è stata riconosciuta mentre la direzione della futura azione del governo non appare convincente in quanto deriva da una visione di superficie e dalla mancata percezione dell'origine del male che ammorba l'istituzione scuola [1,2].
In questa nota si tratteggeranno alcuni interventi di natura culturale, giuridica, sistemica, organizzativa, utili al riallineamento della scuola al mondo contemporaneo.
Il ministro ha ricordato la sua vita professionale e ha ripercorso le più significative esperienze da lui vissute a diversi livelli di responsabilità. Queste gli hanno consentito di acquisire una visione ben strutturata e completa delle problematiche del settore su cui eserciterà la sua funzione ministeriale.
Si tratta di un'asserzione la cui validità è limitata ai contesti statici ove le scelte sono assunte facendo tesoro della conoscenza del passato. Se invece tutto cambia vorticosamente e "bisogna correre con tutte le proprie forze solo per rimanere fermi [3]" la conoscenza pregressa può essere zavorra e d'ostacolo al cambiamento.

La legge è la stella polare
Da oltre quarant'anni la legislazione scolastica ha concepito la scuola come sistema, ridisegnandola: gli operatori scolastici hanno fatto spallucce e hanno continuato a vivere nel passato. Così è avvenuto per i decreti delegati del 1974 [4], strutturati in conformità ai dettami delle scienze dell'organizzazione [5]: essi sono stati snaturati e banalizzati. Fatto ancora più sconcertante è l'assoluta indifferenza rispetto al loro fallimento: nessuna indagine è stata svolta per individuare e rimuoverne le cause. L'insuccesso, invece, è stato più volte utilizzato a sostegno delle argomentazioni sull'inutilità di ogni ammodernamento e razionalizzazione del servizio.

Scegliere collaboratori validi
Alla domanda "ci sarà continuità con l'azione del precedente governo" il ministro ha risposto che è bene valorizzarla: alcune correzioni saranno necessarie ma non avverranno rivoluzioni per non perpetuare la transitorietà. Principio condivisibile ma, quando si tratta di provvedimenti irrazionali o illegittimi, inapplicabile: le decisioni sbagliate sono da cestinare. Si prendano a esempio le indicazioni nazionali del maggio 2010 relative alla riforma delle superiori e le si confrontino con le disposizioni loro sovraoidinate: si accerterà la conflittualità tra norme [6]. La mancanza d'attenzione alla volontà del legislatore e la conseguente assenza d'orientamento hanno generato il contrasto normativo. L'origine dell'anomalia è sintetizzata in una figura che presenta due punti di vista: il primo desunto dalle raccomandazioni del Parlamento Europeo, fondamento dei regolamenti di riordino (marzo 2010) [7]; la seconda deriva dalla rielaborazione del T.U. 297/94 e della finalità del sistema educativo, di istruzione e formazione (legge 53/2003).


Si osservi come le due definizioni, oltre a collocarsi in posizioni diverse sull'asse del processo formativo-educativo-dell'istruzione, nascano dall'assunzione di punti di vista differenti. Il momento della progettazione si caratterizza per la sua generalità e astrattezza mentre quello del controllo è attento alla specifica situazione dei singoli studenti. In questo secondo caso la professionalità docente è fuori scena: l'ibernazione delle attività scolastiche ne è la diretta conseguenza e l'unitarietà del servizio, la sua finalizzazione e il feed-back [8] sono pratiche rimosse.
Si propone un altro spunto. L'incisività e la professionalità di molti operatori scolastici di alto livello è commisurabile al numero degli errori che hanno viziato la batteria di test diramati dal ministero [9] per la prima fase del concorso per dirigenti scolastici. La comprensione di quanto accaduto è facilitata dalle indicazioni fornite da un membro del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione agli operatori dei bienni dei tecnici e dei professionali[10].
Ecco la definizione di due concetti basilari:
· "Capacità da capio, prendere, comprendere in forma potenziale un ampio volume di conoscenza, atto del saper tradurre in fatto un costrutto teorico";
· "Competenze: capacità di servirsi di conoscenze strumentali pre-strutturate in situazioni pratiche di lavoro" Si tratta di due enunciati da cui traspare un'idea di scuola fondata sui saperi, trasmessi ex-catedra, modalità operativa non idonea al conseguimento della finalità istituzionale [1,2].

Valorizzare la cultura informatica
Tablet, lim, wikipedia, smartphone .. sono strumenti utili ma poco incisivi per favorire il cambiamento indotto dalla rivoluzione informatica. L'effetto più evidente riguarda la dilatazione del concetto di disciplina, non più identificata come la mera sistematizzazione delle conoscenze ma come corpo in movimento. La spirale problemi .. metodi .. argomenti .. problemi .. metodi .. esprime la sua dinamica.
Ne consegue che la trasmissione di una fedele e corretta immagine delle discipline implica un profondo e sostanziale cambiamento della didattica [11,12,13,14]: la percezione e la soluzione di problemi, la modellazione, l'algoritmizzazione e la formalizzazione sono capacità che costituiscono l'autostrada della progettazione educativa.

Signor ministro: buon lavoro!
La questione di fondo ha natura culturale e riguarda la professionalità dei docenti.
L'attività che si svolge nelle aule scolastiche deve essere correttamente incastonata in una struttura razionalmente concepita e diventare la fase operativa di un processo che ha affrontato e sciolto nodi di natura strategica e tattica[1,2,5].
E' necessario ridare dignità alla funzione docente, riconoscerne la valenza, specificarne il carattere, differenziarla dall'insegnamento universitario la cui mission ha pochi punti di contatto con quella della scuola superiore. In questa, infatti, la conoscenza è strumento e occasione per lo sviluppo e il consolidamento delle qualità degli studenti [15].

Note

1. CFR in rete "La scuola del XXI° secolo"
2. CFR in rete "La scuola rivedrà le stelle?"
3. Alice nel paese delle meraviglie
4. Anche la loro riformulazione (T.U. 297/94) non ha prodotto cambiamenti
5. CFR in rete "Coraggio! Organizziamo le scuole"
6. CFR in rete "La riforma delle superiori: un buco nell'acqua"
7. CFR in rete "Competenze, poche idee ben confuse"
8. CFR Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 - art. 4 - Il collegio dei docenti " valuta periodicamente l'andamento complessivo dell'azione didattica per verificarne l'efficacia in rapporto agli orientamenti e agli obiettivi programmati, proponendo, ove necessario, opportune misure per il miglioramento dell'attività scolastica"
9. CFR in rete "La scuola è stata imbalsamata"
10. http://www.edscuola.it/archivio/ped/sulle_indicazioni_per_il_ii_biennio.html
11. CFR su matematicamente.it "I numeri naturali e i sistemi di numerazione"
12. CFR su matematicamente,it "Problema-modello-esecutore"
13. CFR su atuttascuola "Problemi, metodi e concetti dell'economia aziendale"
14. CFR in rete "Usiamo I logaritmi per riordinare"

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