Falso in interesse
Francesco Di Lorenzo - 20-06-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte


La domanda è: che cosa abbiamo fatto di tanto grave per meritarci una classe politica di così basso profilo, di così infimo livello?
Non si sa, non ci è dato sapere.
Il ministro Brunetta che non vuol ascoltare i precari della pubblica amministrazione è il massimo (o il minimo) delle assurdità. Non contento di essere scortese, rifiutandosi di prestare attenzione alle parole di una cittadina, il ministro aumenta la dose dicendo quella dei precari è la 'peggiore Italia'. Che come concetto non ha né capo né coda. Come se essere precari fosse una scelta o un godimento. E ci fosse anche scritto, da qualche parte, che oltre la condizione dell'incertezza, il precario deve essere, in aggiunta, trattato male.
L'arroganza del potere dispiegata all'ennesima potenza. Specie quando poi, lo stesso ministro, ritratta nascondendo l'evidenza, falsificando il suo pensiero. In fondo, c'è la semplice voglia di non essere contraddetti, e nelle parole che usa per discolparsi, vien fuori la pesante conferma: sono i soliti quattro gatti della sinistra che contestano senza ragione. Come se tutti precari fossero un'invenzione e non una tragica realtà. Il fatto è che un ministro, per questi ministri, deve essere solo applaudito, osannato, riverito.
Il resto è noia, e poco altro.
Come sarà noioso, per loro, apprendere che il 18 giugno i precari della scuola saranno di nuovo in piazza, a Montecitorio, per protestare contro il decreto sviluppo, che prevede di continuare con i tagli come se niente fosse. Tanto per non smentire la linea della fermezza, che significa dire una cosa e farne un'altra.
Se poi la lega, per i precari della scuola, chiede di aggiungere 40 punti nelle graduatorie a chi è residente nel luogo dove presenta la domanda, questa è solo una chiosa che confonde ancora di più un quadro pieno di incertezze e di nebbie. Intanto, perché questo tipo di bonus non è costituzionale, detto dalla Consulta. Ma contribuisce a fare un po' di propaganda, a far finta che qualcuno si interessa dei precari.


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