Le vie giudiziarie e i diritti
Francesco Di Lorenzo - 30-03-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Il tribunale del lavoro di Genova, la settimana scorsa, ha condannato il ministero dell'Istruzione a risarcire 15 precari. Poco più di 30 mila euro a testa, questa è la somma decisa come risarcimento dal giudice, per i docenti pagati come precari e utilizzati come personale stabile. La contraddizione è troppo evidente. Ogni anno molti lavorano perché sono tra i primi in graduatoria, ma non percepiscono lo stipendio in estate e hanno meno diritti degli altri.
Ora, tra le motivazioni della sentenza, la novità è che il tribunale ha fatto sua una direttiva comunitaria che obbliga gli Stati a limitare l'uso dei contratti a termine.
Il sindacato Cgil ha annunciato che - dopo tale sentenza - 40mila persone sono pronte a presentare un ricorso simile. Poiché sono 50mila i posti assegnati ogni anno stabilmente ai precari (e sono 150mila in tutto le persone implicate), se dovessero per caso tutti quanti vincere questa faticosa battaglia per i loro diritti, le casse dello stato andrebbero in tilt. Ci vorrebbe il corrispettivo di una mezza finanziaria per risarcire le persone coinvolte. Anche la Cisl, per questo motivo, spinge il governo a prendere una decisione in merito, senza aspettare che la cosa si risolva per vie giudiziarie.
Sarebbe troppo bello, e cioè anormale, che il governo decidesse. Ma per questo siamo abituati a mettere le mani avanti e parare gli eventuali colpi.
Per continuare sulla strada - per così dire - giudiziaria, degna di attenzione la notizia che dopo i tagli della coppia Gelmini-Tremonti anche sugli organici degli insegnanti di sostegno, ci sono state, dall'inizio dell'anno scolastico, ben 4mila sentenze di condanna che i Tar di tutta Italia hanno emesso a favore degli alunni disabili.
È di poche settimane fa la notizia che il Tar pugliese ha condannato l'amministrazione scolastica regionale ad integrare le ore di sostegno a ben 60 alunni disabili di tutti gli ordini di scuola. Altre 88 sentenze sfavorevoli al ministero sono state pronunciate dal Tar di Napoli. Anche la direzione scolastica regionale della Sicilia è stata condannata ad un maxi pagamento delle spese legali.
"Nel solo mese di gennaio - ha denunciato Giuseppe Adernò, preside dell'istituto Parini di Catania - il Tar di Palermo ha emesso 35 sentenze a favore di altrettante richieste dei genitori che reclamavano il diritto di avere assegnato il docente di sostegno" per i figli. La giostra continua. I genitori giustamente reclamano i diritti dei propri figli e il Tar dà loro ragione. Intanto migliaia di euro di spese legali vanno a carico dell'amministrazione.
È chiedere troppo che, sia per i precari che per gli insegnanti di sostegno, l'amministrazione dimostri più lungimiranza ? E invece di sprecare soldi in questo modo, accordi diritti che sarebbe normale accordare?

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