Dai Mille... a un milione... di domande
Lorenzo Bussi - 10-03-2011
L'anno scolastico ha avuto una partenza decisamente difficile: riduzione del tempo scuola, falcidia di precari, aumento degli alunni per classe, scarse risorse finanziarie, blocco delle supplenze. Davanti a questa situazione gli insegnanti hanno cercato di manifestare il loro dissenso, adottando delle forme di protesta. Lo sciopero dell'intera giornata, persa l'incisività conosciuta in altri tempi, quando le organizzazioni sindacali si muovevano di comune accordo, si è trasformato in un boomerang, perché decurta il già scarso stipendio. Si è tentata perciò la strada dello sciopero della prima e dell'ultima ora, meno oneroso dal punto di vista stipendiale, ma molto efficace nel creare disagi all'utenza. Molti collegi docenti hanno poi perseguito altre forme di protesta, tra cui lo sciopero delle gite.
Quest'ultima protesta è stata adottata da una scuola su tre per varie motivazioni:
· i docenti accompagnatori non godono dell'indennità di missione in Italia, abolita dalla Finanziaria 2006, e, con la riforma Gelmini, neppure della missione per i viaggi all'estero;
· gli insegnanti non dispongono di copertura assicurativa per responsabilità verso terzi, per cui devono provvedere personalmente con spese a proprio carico a meno che non sia la stessa scuola di appartenenza a sottoscrivere una polizza assicurativa integrativa d'Istituto;
· visite guidate, viaggi di istruzione e settimane bianche muovono un milione e 300 mila studenti ogni anno e valgono 370 milioni di euro. Un business enorme che coinvolge strutture turistiche, agenzie di viaggio e aziende di trasporto, sul quale far pesare il dissesto della scuola.
La Repubblica del 10 febbraio, ha riportato gli effetti del boicottaggio delle gite scolastiche e dei viaggi di istruzione. Il calo dei fatturati, nel 2011, è valutabile attorno al 35%: centotrenta milioni, un disastro in appendice alla crisi strutturale. Agenzie di viaggio di Milano e Rimini si sono offerte di pagare la diaria ai "prof". Ezio Moretti, amministratore di Caravantours, racconta: «Oggi contiamo duecento gruppi di studenti in meno e a fine maggio saranno ottocento. Una perdita di 5 milioni di euro, un quinto del nostro fatturato. Abbiamo provato a far capire ai sindacati che così si mette a rischio un settore, niente. Abbiamo chiesto un intervento al ministro Brambilla, neppure ci ha risposto. Lavoro da trent' anni con professori e studenti, così male non è mai andata».
E invece la risposta della Brambilla non si è fatta attendere. Il ministro del turismo e quello dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Mariastella Gelmini, hanno presentato, venerdi 25 febbraio, l'iniziativa "Dai Mille ... a un milione ... studenti alla scoperta dell'Unità d'Italia".
Il progetto, che conta su uno stanziamento di 6 milioni di euro, rientra in un protocollo d'Intesa che è stato siglato dai due dicasteri in collaborazione con l'unità tecnica di missione per le celebrazioni dei 150 anni dell'Unità d'Italia, istituita presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri.
"Dai Mille ... a un milione" ha l'obiettivo di promuovere i viaggi d'istruzione dedicati ai festeggiamenti per i 150 anni dell'Unità d'Italia, nei luoghi storici del Risorgimento italiano.
Un milione, dunque, sono gli studenti italiani delle scuole primarie e secondarie di I e II grado coinvolti. Alle loro scuole è destinato lo stanziamento di 6 milioni di euro: permetterà di diminuire la spesa che le famiglie dovranno sostenere per i viaggi dei loro figli.
Questa è la strategia delle Thelma & Luise della compagine governativa: non rimuovono le cause che motivano gli insegnanti ad astenersi dal programmare uscite scolastiche, ma colgono l'occasione del 150° dell'Unità d'Italia per soccorrere l'industria turistica, stanziando una cifra pari al danno subito.
Le due ministre pensano così di comprare l'accondiscendenza dei docenti?
O vogliono additarli alla riprovazione della pubblica opinione se non aderiranno al progetto?
Cosa succederà il prossimo anno, quale altra celebrazione verrà presa a pretesto per salvare il turismo scolastico?
L'unica certezza è che a questo governo non stanno a cuore le problematiche della scuola pubblica.


Tags: visite di istruzione, unità d'Italia


interventi dello stesso autore  discussione chiusa  condividi pdf