Il danno e la beffa
Francesco Di Lorenzo - 17-02-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Se la tendenza fosse confermata, poiché i dati delle iscrizioni alle secondarie superiori sono solo quelli della Lombardia, continuerebbe ad essere il liceo la prima scuola scelta dai nostri adolescenti. È una tendenza in atto già da qualche anno, che lo sbandierato e atteso rilancio dell'istruzione tecnica e professionale avrebbe dovuto frenare. Ma così non è. Anzi, gli istituti professionali perdono terreno, come qualche cattivo consigliere aveva profetizzato. Qualcosa non è andato bene: la riforma degli istituti tecnici e professionali per ora è un mezzo fallimento. Naturalmente non è una situazione definitiva, i dati relativi alle iscrizioni nelle altre regioni italiane non sono ancora pronti. La questione è da tenere sotto controllo.

In Inghilterra se le inventano tutte. Un gruppo di 20 ragazzi adolescenti, che ha frequentato la scuola senza particolare profitto, con la prospettiva di restare disoccupati perché senza competenze, partecipa ad un reality-show nel quale si simula di andare a scuola avendo come insegnanti personaggi famosi. Tra questi conosciuti 'vip' alcuni sono sportivi, rapper, poeti, politici, attori. Alla fine dell'esperienza, i ragazzi sceglieranno se continuare la scuola oppure no. Quello che ad oggi si sa, perché il programma deve ancora andare in onda, è che i famosi in cattedra non hanno avuto vita facile. Il loro prestigio e la loro popolarità sono stati messi in discussione e contestati dagli studenti. Chissà cosa volevano dimostrare gli ideatori del programma. Forse, cose che gli insegnanti non famosi già sanno, perché le vivono tutti i giorni sulla loro pelle. E cioè che gli specchietti per le allodole, le strade facili, utili solo per attrarre, nella scuola non hanno alcun effetto. O è un effetto che subito svanisce, o attrae solo i peggiori e non li migliora. Insomma, contribuisce a creare confusione.

Per finire, la notizia che la riforma Brunetta mostra chiaramente la sua la sua vera identità: è inutile e nefasta. Almeno per la scuola.
Nata per ridurre l'assenteismo, nel solo mese di dicembre le assenze per malattia sono aumentate del 7,5% tra gli insegnanti e del 18,5% tra i tecnici e gli amministrativi. Le misure previste dalla riforma, come quella di procedere alla visita fiscale a partire dal primo giorno di assenza dal lavoro, hanno dei costi altissimi. Tra l'altro, poiché non si sapeva chi dovesse pagare tra la scuola e l'Asl, è arrivata ora una sentenza della Consulta che dice chiaramente: non sono le Asl a dover pagare. Quindi, deve pagare la scuola. Il danno aggiunto alla beffa. Come se ce ne fosse bisogno.

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