Invidia e delirio
Francesco Di Lorenzo - 29-01-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



Anche gli studenti degli Stati Uniti non raggiungono risultati brillati nelle discipline scientifiche. La notizia non è di per sé importante e comunque non serve a fare degli inutili raffronti.
Un'indicazione di rilievo ci viene, invece, per quanto riguarda il dopo, il cosa fare, il come affrontare un problema di questo genere.
Ebbene, gli esponenti governativi degli Stati Uniti, a quanto pare, sono preoccupatissimi. È intervenuto anche il presidente Obama. Ha detto che metterà mano ai programmi del 2002 elaborati dal governo Bush che, guarda caso, prevedevano meno ore da dedicare alle scienze. Poiché l'alto livello di competitività anche nell'istruzione è una delle priorità del governo americano attuale, è certo che si interverrà per cambiare la vecchia legge del 2002. Peccato che da noi, invece, la tendenza sia quella di tagliare le ore per risparmiare. E, quindi, ci tocca solo un po' di invidia.

Forse slitta la data del 12 febbraio come termine ultimo per le iscrizioni alle scuole secondarie superiori. Il problema parte dagli istituti professionali. La riforma Gelmini aveva soppresso, per tali istituti, la possibilità del rilascio della qualifica al termine del terzo anno. Le regioni, che hanno competenza esclusiva in materia di qualifiche professionali, tramite accordi con il ministero, possono però ridare questa competenza agli istituti statali. Ma molte regioni ancora non l'hanno fatto. Se si aggiunge che mancano i programmi per il triennio (sempre dei professionali), si capisce subito il livello di programmazione della nostra scuola. Programmazione allo sfascio, naturalmente.

Continuano i no delle scuole alla sperimentazione su 'qualità e merito' voluta dalla Gelmini. È la volta ora di Milano, dopo che Torino e Napoli avevano dato praticamente forfait. Il ministero, intanto, continua a proporre lo stesso schema nonostante le prese di distanze sul modo previsto di valutare. Sono in disaccordo sia docenti che esponenti qualificati del mondo della scuola. Ma si va avanti lo stesso. Ormai la pratica ministeriale è quella di 'non ascoltare'. Fino a quando saremo in grado di sopportare tale delirio?

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