Con la newsletter n.168 di dicembre il MIUR ha inviato a tutti i docenti, oltre agli auguri di Natale, i risultati dell'indagine internazionale Ocse-Pisa 2009 sulle competenze di base degli studenti quindicenni.
Attraverso l'indagine Pisa 2009 (
Programme for International Student Assessment), sono stati sottoposti a test gli studenti italiani quindicenni per verificarne le competenze acquisite nei tre ambiti di literacy considerati fondamentali: la lettura, la matematica e le scienze. Pisa ha esaminato 74 paesi, di cui 34 membri dell'Ocse e per la prima volta il campione italiano (costituito in totale da 1.097 scuole e 30.905 studenti) è risultato rappresentativo di tutte le regioni e delle province autonome di Trento e Bolzano, a differenza dell'indagine 2006 a cui avevano partecipato solo 12 regioni.
I dati vengono proposti con una certa soddisfazione perché i risultati mostrano un certo miglioramento rispetto alla precedente indagine del 2006, quella che aveva fortemente motivato l'impegno del ministro Gelmini sulla strada della riforma. Nella graduatoria generale comprendente tutti i paesi che hanno partecipato alla ricerca, in "lettura" l'Italia ha un punteggio di 486 rispetto a una media generale di 493 (risalendo di sei posizioni nella graduatoria europea rispetto al 2006).Tuttavia, le ragazze riportano un punteggio medio di 510, significativamente superiore alla media OCSE, e maggiore di 46 punti rispetto a quello dei ragazzi (464). In matematica risale di tre posizioni; nelle scienze recupera una posizione. Ma i miglioramenti non sono certo dovuti alla riforma Gelmini, che solo da quest'anno è stata introdotta nella scuola secondaria superiore, perciò lo slogan cavalcato dalla ministra:
studenti italiani fanalino di coda in matematica e scienze, si è rivelato per quello che era, un bluff!
Intanto la riforma è andata avanti puntando anche su altri slogan: in Italia ci sono più bidelli che carabinieri e i pubblici dipendenti, compresi gli insegnanti, sono tutti fannulloni.
Io non nego che scuola e università avessero bisogno di essere riformate, ma razionalizzando le risorse ed appianando le differenze tra nord e sud, non sforbiciando alla cieca! Che strano modo di avviare delle riforme (leggasi tagli) partendo da slogan che eccitano l'emotività popolare.
Adesso scopriamo che le incompetenze dei nostri quindicenni non erano poi così gravi, che la scuola tutto sommato, quella pre-riforma, ha retto alla prova. Potremo dire lo stesso quando verranno presentati i dati della prossima indagine Ocse-Pisa?
Tags: riforma, Ocse, Pisa