Riflessioni affrante di un insegnante
Re Felix - 21-01-2011
Ringraziamo Felice Dalelio per il suo contributo, pubblicato sul blog "Una finestra sul web 2.0", e volentieri diffondiamo - Red


Che scuola è quella che quando vuoi stimolare gli alunni alla riflessione e spronarli al senso della responsabilità ti chiede di accelerare e di andare avanti più in fretta perché c'è da finire il programma? E non è vero [...] che oggi non si può più parlare di programma ma di programmazione! Sulla carta sarà forse così, ma in pratica il macigno del programma pesa sul collo di ogni docente che giorno dopo giorno è costretto a confrontarsi coi tempi della sua corsa (come fanno i velocisti che si allenano sui centesimi di secondo per poter migliorare le proprie prestazioni): quanto più riesce a correre avanti tanto più riesce a tenere lontano da sé quel macigno che rotola impetuoso dalle pendici del monte (sotto il quale giace la vera cultura che rende uomini liberi di affrontare la vita).

Alunni che barattano al mercato un più o un meno al loro voto come se fosse quel numero l'aspirazione massima alla quale tendere nel percorso scolastico! L'umiltà e la coscienza/consapevolezza del proprio lavoro svolto è una cosa che manca loro del tutto; allo stesso modo di un briciolo di dignità.

Descrivere il sonetto [il metro principe della poesia italiana] come una testa a sei piedi corredata di coda ed avere il coraggio (o meglio la sfrontatezza) di contestare la correzione... semplicemente inconcepibile!

Non è questa la scuola che voglio e non ha senso difenderla per uno sfracello più grande! Vogliono distruggerla? Che facciano pure! Da tempo ormai è già alla deriva sotto tutti quei colpi nefandi ricevuti anno dopo anno da Ministri della Pubblica (D)istruzione sempre più illuminati. Ed io dovrei sprecare la mia vita per non lasciare affondare questo relitto (non più barca) che fa acqua da tutte le parti? Signori, la vita è sacra! E tra queste lo è anche la mia!

Ma prima di chiudere il sipario vi lascio di nuovo il già citato monito gaberiano:

Non insegnate ai bambini
non insegnate la vostra morale
è così stanca e malata
potrebbe far male
forse una grave imprudenza
è lasciarli in balia di una falsa coscienza.
.
Non elogiate il pensiero
che è sempre più raro
non indicate per loro
una via conosciuta
ma se proprio volete
insegnate soltanto la magia della vita.


I nostri padri ci hanno consegnato un mondo peggiore di quello che avevano ricevuto: oggi noi paghiamo il loro egoismo ma non siamo in grado di opporci a coloro che ci governano alla vecchia maniera e che continuano a comportarsi come coloro che ci hanno rovinato il Paese, mangiando quel che c'è da mangiare piuttosto che amministrare la cosa pubblica (è questo il significato di Res Publica, no?) nel nome del popolo (democrazia non significa forse potere al popolo?). Anzi costoro si comportano addirittura peggio dei loro predecessori. E noi cosa facciamo? Restiamo solo a guardare... tanto prima o poi «adda passà 'a nuttata»!

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