Disperare e sperare
Francesco Di Lorenzo - 15-01-2011
Dallo Speciale Notizie dal fronte



La distruzione della scuola pubblica continua implacabile. Il disegno è sistematico. Non si abolisce drasticamente nulla, si fa solo in modo che muoia lentamente. Neanche tanto lentamente. Succede ora con la scuola media. Mentre negli ultimi anni gli alunni sono aumentati di 33mila unità, le cattedre in meno sono circa 14mila. Il tempo prolungato, cioè la possibilità della mensa e di lezioni nel pomeriggio per i ragazzi delle medie, è praticamente agli sgoccioli.
Era chiaro l'intento. Rendere il tempo prolungato nei fatti impraticabile con una serie di restrizioni. Alla fine, in meno di cinque anni, ci sono riusciti. Quali sono le conseguenze? Già si iniziano a vedere cooperative private e a pagamento, sia per la mensa sia per servizi di scuola nel pomeriggio. Chi non può permetterselo, si arrangi. Il cerchio si chiude.

È interessante sapere, poi, che il professor Giorgio Israel, membro del Comitato tecnico scientifico costituito "per l´elaborazione delle linee strategiche relative alla costruzione di un sistema nazionale di valutazione", quindi collaboratore del ministro attuale, abbia preso una netta distanza da come è stato gestito alla fine il problema della valutazione di insegnanti e scuole. Per il professore chi valuta deve essere un organismo esterno alla scuola, ma nello stesso tempo consapevole ed esperto della materia: una rete di ispettori.
Come avviene del resto nei sistemi scolastici di mezzo mondo.
Ma è sul metodo di fondo che lo studioso prende le distanze. Pensare che studenti e famiglie siano i principali attori di questo processo , dice, "deriva da un'idea banalmente sbagliata e cioè che la scuola sia un'azienda fornitrice di beni e servizi e che studenti e famiglie siano l'utenza". Bene. Usare solamente tabelle, test e indici di gradimento nella scuola, come per un qualsiasi programma televisivo, risulta quantomeno fuorviante. Come fuorviante e contraddittorio è il clima che si respira in moltissime scuole italiane. Studenti, famiglie e docenti si aggirano in cerca di un'identità perduta. Ma è da almeno dieci anni che chi governa la scuola italiana fa di tutto per confondere le acque, mistificare la realtà e proporre invece un'identità banale e inutile.

Il fatto è che non si vede una via di uscita. Per ora.


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 Giorgio Dellepiane Garabello    - 16-01-2011
Giusto, condivido.
Nella mia scuola «Dante Alighieri» di Volpiano (TO) dopo quasi un decennio è finalmente morta l'iniziativa con cui ogni anno formavo e attivavo "Orchestra e Coro d'Istituto"!
Avrei potuto corrispondere alle richieste dei genitori disposte a pagare una quota, ma non me la sono sentita di insistere verso questa direzione.
Certo nulla o quasi vieterebbe alla scuola di ospitare un servizio esterno "chiavi in mano".
Chi vivrà vedrà.
Intanto "resistere", magari con la poesia e lo swing applicati all'arte della manutezione del cervello proprio ed altrui.

 Prof.ssa Lepore Rosa Anna    - 16-01-2011
Grazie per il tuo articolo, sono una docente di una scuola media , stanno smembrando l'istituto comprensivo dove lavoro da 10 anni e ho notato che quanto affermi è sfortunatamente vero.
Tutto ciò è sotto gli occhi di tutti ma passa sotto l'indifferenza di molti.