Una Scuola Spa per gestire gli edifici scolastici ? No, grazie !
Legambiente scuola e formazione - 30-10-2010
Nelle scorse settimane si è parlato sulla stampa di un progetto allo studio del Governo, al quale stanno lavorando i Ministeri dell' Economia, delle Infrastrutture e dell' Istruzione, per un piano di edilizia scolastica affidato ad una società per azioni, con l'obiettivo di costruire nuove scuole coinvolgendo anche i privati, non si sa ancora se in tutto il territorio nazionale o solo al Sud. La proposta appare preoccupante perché è in controtendenza con la progressiva applicazione del federalismo amministrativo e non garantisce di per sé il recupero di nuove risorse finanziarie, né la gestione trasparente degli appalti e dei lavori, come hanno dimostrato le tristi vicende che hanno interessato organismi simili come la Protezione Civile Spa.
Dopo che Comuni e Province hanno finalmente ottenuto la possibilità di ricevere e gestire direttamente i primi 358 milioni di euro dei fondi CIPE per l'edilizia scolastica, per garantire maggiore rapidità degli interventi appare, contraddittorio, infatti, concentrare in maniera centralista la gestione dell'edilizia scolastica in un unico soggetto privato che potrebbe non trovare remunerativo investire in sicurezza e nell'edilizia scolastica sostenibile o realizzare edifici scolastici nei piccoli comuni e in aree disagiate, non potendo poi percepire dagli Enti Locali fitti vantaggiosi a prezzi di mercato. Si creerebbe, inoltre, un ulteriore livello di competenza, differenziandosi l'ente proprietario da quello gestore, che certo non favorirebbe l'erogazione di un servizio scolastico efficace e a misura delle comunità locali" Invece di pensare ad operazioni confuse, che potrebbero tra l'altro riguardare anche la gestione dei vecchi edifici scolastici, va ribadita l'urgenza di mettere a disposizione le altre risorse per l'edilizia scolastica previste dal Piano CIPE, di realizzare un Piano pluriennale di investimenti che consenta una programmazione degli interventi al di fuori dell'emergenza, di revocare i limiti del patto di stabilità per gli Enti Locali virtuosi favorendo gli investimenti in questo settore, di porre come condizione nella costruzione dei nuovi edifici la realizzazione di interventi di risparmio energetico e di sostenibilità ambientale.
Restiamo in attesa, poi della smentita circa l'estensione delle competenze della "Scuola Spa" ad altri ambiti come il sostegno agli studenti e la qualificazione del personale, che si configurerebbe come una indebita interferenza dei privati nel campo della didattica, al di fuori di un progetto di equilibrata collaborazione tra scuola e mondo dell'impresa che attende di essere regolamentato dalla riforma degli Organi Collegiali.

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