Il codice di comportamento del pubblico dipendente nella scuola statale
Intervento alla tavola rotonda sul tema "Democrazia e legalità nella scuola dell'autonomia" - Bologna 17 settembre - FESTA NAZIONALE DELLA SCUOLA - Promossa dal Dipartimento Scuola del Partito Democratico-direzione nazionale in collaborazione con la Federazione PD di Bologna
di Francesco Mele
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Io non sono un esperto di leggi e norme giuridiche, ma come tutti i criminali, una volta condannato, ho deciso di documentarmi sulle regole citate nei documenti che hanno portato alla mia sanzione.
La circolare Limina (27 aprile), le successive azioni messe in atto dal Direttore regionale, con l'ispezione al Meucci del 3 e 12 maggio, le argomentazioni contenute nella relazione ispettiva depositata, le successive dichiarazioni di Limina sia nella risposta all'esposto degli otto docenti del Meucci sia successivamente nella conferenza stampa di inizio anno scolastico, trovano fondamento normativo, a suo avviso, nel "Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni" (vedi tali documenti al link:
http://www.forumscuole.it/liberta-di-insegnamento).
Esso viene addirittura citato con stralci nella circolare Limina del 27 aprile, e lo stesso ispettore, durante i suoi interrogatori leggeva agli interrogati stralci del codice, anche se nessuno capiva di quale testo si trattasse e nessuno si sognava di dichiarare la propria ignoranza chiedendogli la fonte, me compreso.
Ci si accorgeva solo che c'era qualcosa di stonato e, nel mio caso specifico, dopo l'interrogatorio del 12 maggio mi ero ripromesso di documentarmi sulla cosa, ma con la difficoltà di chi non sa dove cercare.
Quando il 20 maggio viene "scoperta" la circolare Limina del 27 aprile, tutto diventa chiaro, i passi letti dall'ispettore a me e a gli altri interrogati erano proprio estratti dal codice di comportamento ...
A quel punto la ricerca è andata tutta in discesa e sulla storia di questo codice ho scoperto quanto segue:
il 23.10.92 (governo Amato 1, ministro Tesoro e FP Barucci) viene varata una legge delega "per la razionalizzazione e revisione delle discipline .. in materia di pubblico impiego";
il 23.12.93 (governo Ciampi, ministro FP Cassese) viene introdotta una modifica ad uno dei DLvi previsti dalla legge delega, il DLvo del 3.2.93 (governo Amato 1, ministro Tesoro e FP Barucci), e si stabilisce la necessità di elaborare tale codice; nel D.Lvo di modifica si stabilisce la necessità di un preventivo accordo con le OOSS rappresentative al fine di recepirlo nei CCNL e raccordarlo con "le previsioni contrattuali in materia di responsabilità disciplinare". Tutto questo verrà poi ribadito in un successivo D.Lvo del 31/3/98 (governo Prodi 1, ministro Bassanini);
il 31.3.94 (governo Ciampi, ministro FP Cassese) viene approvato il codice in una sua prima versione, diciamo generalista, riferita cioè a tutti i comparti della PA.
il 28.11.2000 (governo Amato 2, ministro Bassanini) il codice viene in parte modificato nel suo testo e si decide che ogni settore della PA possa personalizzarlo e adottarlo nei contratti di lavoro nazionali.
E infatti il codice di comportamento, ad es è nel CCNL del comparto scuola ed è ancora presente nell'ultimo contratto, ancorché scaduto, 2006-2009, come allegato 2. Alla lettura, però, non ho rilevato alcun adattamento alla realtà scolastica e nell'intestazione dell'allegato il codice viene riferito indistintamente a "Dirigenti, Docenti e ATA".
Piacque subito il codice di comportamento, infatti subito dopo la sua ultima emanazione ho trovato una CM del luglio 2001 del ministro Frattini - succeduto a Bassanini dopo la vittoria di Berlusconi nelle elezioni del 2001 - che esorta alla sua applicazione e informa delle eventuali "sanzioni nei confronti di coloro che dovessero assumere comportamenti non consoni".
Ma cosa dice il codice che possa interessare Limina nel 2010?
Limina cita due passaggi di quel codice:
"Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa." E ancora: "... (il dipendente) si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all'immagine della pubblica amministrazione..."; su questi due passi basa la sua circolare del 27 aprile che contiene inoltre minacce di sanzioni per gli inadempienti. Per farlo però, cita norme contrattuali riferite al personale ATA visto che l'art. 91 del CCNL 2006-2009 comparto scuola, ha rinviato ad apposita sequenza contrattuale la definizione delle norme disciplinari per i docenti, per i quali valgono ancora quelle previste dal TU del '94.
Ecco allora che nella mia ricostruzione storica, vengo a conoscenza che l'esistenza del codice, e in particolare la formulazione di questi passaggi citati, è dovuta a provvedimenti di almeno quattro governi di centrosinistra, col benestare delle OOSS sindacali rappresentative; se a questo aggiungete che il mio preside è di area PD capite bene che comincio ad essere un po' preoccupato.
Allora mi chiedo, ha senso che qui e in tutti questi giorni sulla stampa e nelle varie occasioni mediatiche, parliamo di democrazia nelle scuole, di libertà di espressione, di libertà di insegnamento, senza impegnarci a rimuovere ostacoli come questi che rappresentano veri e propri macigni sulla strada della concreta realizzazione di tali principi costituzionali?
Se però facciamo una lettura attenta del codice, anche alla luce della sua odierna utilizzazione anti-dissenso, si trovano anche altri passaggi che possiedono analogo potenziale.
E li ha trovati anche qualche altro direttore regionale, e anche prima di Limina.
Segnalo infatti che non solo Limina ha fatto leva su questi aspetti per redarguire i comportamenti dissenzienti dei docenti. Già nel lontano novembre 2008, un altro custode del Palazzo, la direttrice del Veneto, in circostanze analoghe emise una circolare ancora più minuziosa e liberticida di quella del direttore Limina, utilizzando non solo gli stessi ma anche altri passaggi di quello che possiamo ormai definire "famigerato" codice di comportamento.
Quella circolare, peraltro neanche riservata, come invece era la circolare Limina, passò inosservata forse perché i tempi non erano ancora maturi per il rilievo che meritava e, come sempre, a sottovalutare il pericolo questo si materializza in forme ancora peggiori.
Penso allora che sarebbe davvero poco coerente rimproverare a Limina di usare pretestuosamente armi che noi stessi abbiamo ideato, realizzato e messo a disposizione dei guardiani del palazzo, e non fare nulla per rendere inoffensive per il futuro queste armi.
Io credo che da questo dibattito, oggi, debba venir fuori un impegno forte e deciso, di ciascuna delle parti coinvolte, partiti e sindacati, a perseguire l'abrogazione di questi passi del Codice di comportamento del pubblico dipendente che hanno evidenziato tutto il loro potenziale liberticida.
E, badate, non ve lo chiedo io che ho pagato con una sanzione l'essermi ribellato al comportamento liberticida di un dirigente scolastico, ve lo chiedono tutti quei colleghi e quei collegi che sono costretti a subire tali prevaricazioni sotto la minaccia di provvedimenti disciplinari che in questo codice trovano i loro presupposti giuridici, e che voi, probabilmente inconsapevoli, avete offerto loro su un piatto d'argento.
Ma quando la probabile inconsapevolezza assume i contorni della conoscenza certa ed inequivocabile di un pericolo, rimanere inattivi non lascerebbe molte interpretazioni possibili. O no?
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Fin qui il mio intervento alla tavola rotonda del 17 settembre scorso a Bologna, nell'ambito della Festa Nazionale della Scuola del PD. Provo allora a proporre, a futura memoria, una serie di emendamenti a quel codice che di seguito vi elenco, partendo dal testo contenuto nell'allegato 2 del CCNL 2006-2009.
Nel testo le cancellature proposte sono tra parentesi, le aggiunte in grassetto.
ART. 2 (PRINCIPI)
2. Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto di interessi. Egli non svolge alcuna attività che contrasti con il corretto adempimento dei compiti d'ufficio e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi [o all'immagine] economici e/o materiali della pubblica amministrazione.
...
5. Il comportamento del dipendente deve essere tale da stabilire un rapporto di fiducia e collaborazione [tra] con i cittadini [e l'amministrazione]. Nei rapporti con i cittadini, egli dimostra la massima disponibilità e non ne ostacola l'esercizio dei diritti. Favorisce l'accesso degli stessi alle informazioni a cui abbiano titolo e, nei limiti in cui ciò non sia vietato, fornisce tutte le notizie e informazioni necessarie per valutare le decisioni dell'amministrazione e i comportamenti dei dipendenti.
ART. 4 (PARTECIPAZIONE AD ASSOCIAZIONI E ALTRE ORGANIZZAZIONI)
1. Nel rispetto della disciplina vigente del diritto di associazione, il dipendente [comunica al dirigente dell'ufficio] rende pubblica la propria adesione ad associazioni ed organizzazioni, anche a carattere non riservato, i cui interessi siano coinvolti dallo svolgimento dell'attività dell'ufficio, salvo che si tratti di partiti politici o sindacati.
ART. 11 (RAPPORTI CON IL PUBBLICO)
[2. Salvo il diritto di esprimere valutazioni e diffondere informazioni a tutela dei diritti sindacali e dei cittadini, il dipendente si astiene da dichiarazioni pubbliche che vadano a detrimento dell'immagine dell'amministrazione. Il dipendente tiene informato il dirigente dell'ufficio dei propri rapporti con gli organi di stampa].
Attendo ora vostri pareri sulla questione, che a mio avviso non va considerata di secondo piano rispetto ai disastri a cui stiamo assistendo, perché è organicamente inserita nel progetto di società che questo governo sta pervicacemente perseguendo.
Tags: codice comportamento, Limina, pubblica amministrazione, libertà insegnamento