Odi aut amo?
Virginia Mariani - 06-10-2010
Se, come già faccio, incominciassi a utilizzare sempre meno le buste di plastica portando come me quella, più resistente tra l'altro, in tessuto e sensibilizzassi i miei conoscenti a fare lo stesso presentando con forza e determinazione tutti gli aspetti negativi dell'impatto sull'ambiente, nonché sulle nostre tasche, della plastica anche quella dei piatti, dei bicchieri, delle penne (ma avete mai pensato se ritornassimo alla penna personale, quella a cui cambiare soltanto 'l'anima'?)... non credo, o almeno spero, che il comparto industriale preso di mira mi taccerebbe di odio. È evidente che il pianeta Terra è soffocato dalla plastica, così come i poveri delfini e le ignare tartarughe che scambiano le buste per meduse, tanto che in pieno Oceano Pacifico le correnti marine sono riuscite a assemblare una vera e propria isola di oggetti in plastica abbandonati nei fiumi e in mare.
E se, dato l'entusiasmo che mi ha suscitato la scoperta, iniziassi a divulgare che è possibile non usare più i moderni pannolini e assorbenti , che la natura smaltisce in non meno di 400 anni e che un inceneritore (non chiamiamolo termovalorizzatore!) elimina in pochi secondi ma con emissioni dannosissime di micropolveri e diossina, e mi dicessi indignata che i mezzi tradizionali di comunicazione ci tengono all'oscuro di tanta tecnologia e tale progresso (che paradossalmente ci portano indietro nel tempo) a favore degli ormai non troppo oscuri meccanismi dell'economia che ci vuole soltanto consumatori ignoranti, e questo lo dicessi con veemenza portando esempi o presentando fatti e personaggi ... non credo, o almeno spero, che le mie parole di informazione e denuncia diventerebbero nella difesa di qualcuno parole di odio.
E, siccome si è capito dove voglio arrivare, concludo con un ricordo universitario relativo al mio primo esame di Linguistica italiana durante il quale il professore P. Caratù mi chiese quale fosse un altro dei fattori interni di cambiamento di una lingua: non seppi rispondere "l'analogia". Si sa quanto sia più incisivo nella memoria un episodio negativo piuttosto che uno positivo e perciò da allora non l'ho più dimenticata l'analogia.
Dunque, poniamoci con moltissima attenzione e senso critico nell'osservare e interpretare i cambiamenti in atto da qualche tempo nel nostro Paese, prestiamo 'ascolto' al modo in cui vengono usate le parole e il linguaggio, al modo in cui la nostra Storia si sta ripetendo sebbene in forme differenti (ma in fondo neanche tanto), al modo in cui la libertà, la democrazia, i diritti umani e civili sono soffocati dalla plastica degli interessi personali o lobbistici. Perché soltanto a distanza di tempo, quando è troppo tardi, dobbiamo riuscire a prenderne coscienza? Certo l'ispirazione nonviolenta ci indica che ci sono modi e modi di dire e fare le cose, ma prima di tutto c'è il pensarle.


N.B. Nel mentre scrivo apprendo che è stata approvata una norma, ben nascosta in un decreto omnibus, che entra in vigore fra pochi giorni, il 9 ottobre: il Dl 15.3.2010 n. 66 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale l'8 maggio col titolo "Codice dell'Ordinamento Militare". Il decreto comprende la bellezza di 1085 norme e, fra queste, la numero 297, che abolisce il "Dl 14.2.1948 n. 43": quello che puniva col carcere da 1 a 10 anni "chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici" e si organizzano per compiere "azioni di violenza o minaccia". (da www.liberacittadinanza.it )


http://www.legambiente.it/dettaglio.php?tipologia_id=18&contenuti_id=1313

http://it.wikipedia.org/wiki/Pacific_Trash_Vortex

http://www.bellicomeilsole.it/a_2_IT_1_1.html

http://www.nonsolociripa.it/?option=com_content&view=article&id=198%3Acoppette-mestruali&catid=98&Itemid=77


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