Berlusconi, annotano Vespa e soci per la futura "
vita del santo martire", perdona lo "
squlibrato" e non c'è dubbio, l'investimento è buono: poca spesa e molto guadagno. L'uomo di Arcore capitalizza l'indulgenza - i papi ci costruirono San Pietro - ignora, per il momento, la zelante richiesta d'una legge che impedisca ai monumenti di volare - l'aveva sibilata prontamente l'avvocato Gelmini - e si contenta della crociata televisiva di Fede, Minzolini e compagnia cantante. Al tirare delle somme, per un'ammaccatura sempre più chiaramente provvidenziale, il futuro beato intasca inchini e riverenze d'una opposizione vestita Bersani, targata D'Alema e maritata Casini, colta a metà del guado in un balletto
osé tra riflessioni universali sull'inciucio produttivo, calcoli da pallottoliere sulla resa elettorale dell'antiberluscnismo, e il "
centomilesimo ultimatum" all'
amico-nemico Di Pietro.
Questi tempi viviamo e ognuno ha il Cesare che s'è guadagnato. Quello antico e romano affidò nome e onore alla limpida grandezza dei "
Commentarii", al "
veni, vidi, vici" con cui stupì il Senato e andò incontro al pugnale mentre riformava profondamente la società e il modello di governo repubblicano. Nessuno saprà mai con certezza se lui fu il rinnovatore e Bruto e Cassio i conservatori o viceversa, ma è certo: ebbe nemici e ne fu consapevole. Gli epigrammi di Catullo consegnavano alla storia un'immagine bieca di lui e dei suoi amici "
opprobria Romulei Remique", "
disonore di Romolo e di Remo", per cui veniva voglia di morire: "
Quid est Catulle? quid moraris emori?", "
Che c'è Catullo? A che tardi a morire? /
[...] per governare spergiura Vatinio /
Che c'è Catullo? A che tardi a morire?". Parole sanguinose, ma Cesare non intervenne, "
perdonò" e lasciò che parlasse per lui la sua vita anche quando il grande poeta lo sfidò apertamente: "
Nil nimium studeo, Caesar, tibi velle placere, /
nec scire utrum sis albus an ater homo" - "
non mi sforzo di piacerti, Cesare, /
né di saper se uomo sei bianco o nero".
Ahimè, a noi il perdono viene da Bossi e Berlusconi e, quel ch'è peggio, ci tocca sperare che da questa tragedia ci tirino fuori D'Alema e Bersani. Una cosa davvero preoccupante. "
Amicos medicosque convocate: /
non est sana puella", direbbe Catullo, "I medici e gli amici convocate /
la ragazza sta male".
E mal gliene verrebbe: le aquile di "
sinistra" lo trascinerebbero in tribunale.