Poco più di due settimane sono certamente troppo poche per fare il punto sul cambiamento introdotto nelle organizzazioni scolastiche coinvolte nel progetto di “sperimentazione di riforma”, ma possono essere sufficienti per raccogliere le prime impressioni e le riflessioni che hanno accompagnato l’impegnativo percorso di candidatura.
Dieci domande
rivolte a Fiorella Marcantoni
Dirigente del Primo Circolo di Sora (Frosinone)
scuola coinvolta nel progetto di sperimentazione
seguendo passo passo il
DECRETO MINISTERIALE N. 100 DEL 18 SETTEMBRE 2002
1.
La sperimentazione, da attuarsi nell'anno scolastico 2002/2003, assume le caratteristiche di laboratorio di ricerca sui contenuti attinenti alla riforma degli ordinamenti scolastici nella scuola dell'infanzia e nella scuola elementare e, per quest'ultima, limitatamente alla prima classe.
Cosa di nuovo si aspettano i vostri bambini e le loro famiglie? Quali modalità di informazione/coinvolgimento avete messo in atto al momento dell’assenso alla sperimentazione?
I nostri bambini si aspettano in primo luogo tempi distesi e congrui da destinare all’ascolto e all’interpretazione dei loro bisogni.
Questa esigenza è stata più volte rappresentata dagli alunni in indagini e studi espletati nell’ambito dell’attività di Autoanalisi di istituto che la nostra Scuola svolge da anni.
E’ ragionevole ipotizzare che la presenza di un docente prevalente possa garantire un’accoglienza, più insistita e valorizzante, adeguata a mettere i bambini in condizione di esprimere al meglio la ricchezza, la varietà e la peculiarità dei loro talenti.
Naturalmente non è nostra intenzione ripristinare la figura del docente tuttologo che viene invece affiancato, nel nostra modello, da altri docenti.
In particolare il secondo docente del modulo tipo (due classi) esplica 11 ore in ciascuna classe, configurandosi in questo modo un team ricco di reciprocità e di confronto.
I genitori chiedono una Scuola più rispettosa dei tempi e dei modi di apprendimento dei propri figli, più attenta a promuovere il possesso di competenze solide, da verificare scrupolosamente, superando la logica dell’autoreferenzialità che connota ancora oggi troppe scuole.
Esprimono, inoltre, l’esigenza di meglio valorizzare le capacità degli alunni deboli e degli alunni eccellenti, specco penalizzati da una Scuola troppo fedele a pratiche didattiche fondate sull’uniformità e sull’assolutizzazione della trasmissione frontale e verbale.
Più difficile appare l’interpretazione dei loro bisogni rispetto al tempo scuola perché alcuni chiedono un orario più breve delle attuali 32 ore (30 + 2 ore di mensa), che consenta al bambino di percorrere altri itinerari formativi, eletti liberamente dai genitori; altri sollecitano la Scuola a garantire una ulteriore dilatazione dei tempi.
2.
In presenza di un numero di bambine e bambini eccedente la disponibilità dei posti, il consiglio di circolo o di istituto individua i criteri per l'ammissione alla frequenza anticipata.
Quali criteri avete adottato? Con quali conseguenze (liste d’attesa, rispetto delle norme per la sicurezza…) anche sul piano territoriale?
Per quanto riguarda la Scuola Elementare non abbiamo registrato domande eccedenti la disponibilità di posti, avendo garantito l’accesso ai soli bambini provenienti dalla Scuola dell’Infanzia del circolo.
Le domande di iscrizione alla Scuola dell’Infanzia sono state anch’esse contenute e compatibili con i limiti numerici previsti dalla normativa vigente.
Naturalmente l’accoglienza dei bambini piccoli è stata disposta previa assegnazione, al plesso interessato, di risorse umane in più, grazie ad una convenzione con l’I.P.S.C. “Einaudi” di Sora, che prevede la valorizzazione delle alunne dell’Istituto, in qualità di tutor nel piccolo e piccolissimo gruppo.
L’utilizzo flessibile dell’organico ha consentito al plesso di beneficiare inoltre di una docente in più e di un altro collaboratore scolastico (in part time su due plessi).
Soprattutto i bambini sono stati accolti in spazi ampi, gradevoli, ameni e sicuri
3.
L'adesione al progetto viene deliberata dagli organi collegiali di circolo o di istituto secondo la normativa vigente, con particolare riferimento all'art. 3 del D.P.R. n. 275/99.
Quali sono stati i tempi del percorso di delibera ed approvazione in merito all’adesione al progetto all’interno degli organi collegiali previsti?
La nostra Scuola selezionata per la partecipazione:
1) al Monitoraggio dell’Autonomia -1000 scuola-;
2) al Progetto Alice (Ambito di approfondimento prescelto dalla Scuola “La Valutazione”);
3) al Progetto 5 (Interventi Speciali per la Valutazione di Qualità nella Scuola dell’Infanzia);
4) al Progetto Q.U.A.S.I. (Qualità di sistema nella Scuola dell’Infanzia - Studio di Caso sulla Qualità);
5) al Progetto Pilota (Miur Invalsi) di valutazione delle competenze conseguite dagli alunni in Lingua e Matematica
ha già anticipato alcuni aspetti della riforma Moratti (sperimentazione della prevalenza nel quinquennio precedente in alcune classi del circolo; flessibilità oraria; valorizzazione alunni in difficoltà e alunni di talento attraverso percorsi modulari; ristrutturazione periodica di gruppi; certificazione delle competenze nella lingua inglese a cura di Enti Esterni; esperienze pilota di coinvolgimento dei genitori in qualità di co-lettori e co-animatori nei laboratori di lettura, ecc..
Pertanto la discussione sull’ipotesi di Riforma e la successiva delibera di adesione si sono innestate nel percorso di ricerca/azione pregressa.
Il dibattito forse si può datare a partire dalla pubblicazione del I° Rapporto Bertagna e si è intensificato nel mese di giugno, puntualmente registrato nei verbali rispettivamente del Collegio dei docenti e del Consiglio di circolo di fine anno.
Nel mese di settembre il confronto si è arricchito del contributo dei genitori e degli insegnanti. Infine la formalizzazione della delibera, avvenuta a settembre, è stata contrassegnata e preceduta da un’ulteriore critica e articolata analisi dei punti salienti contenuti nella bozza di decreto e nelle Indicazioni e nelle Raccomandazioni.
4.
Nella scuola elementare l'attivazione dell'insegnamento della lingua straniera (inglese) e dell'alfabetizzazione informatica rappresenta connotazione essenziale del progetto di sperimentazione
Le “nuove” alfabetizzazioni previste erano già state introdotte all’interno della vostra organizzazione, in termini orari e strutturali? Se sì, in che misura?
Abbiamo avviato lo studio della lingua inglese, a partire dalla scuola dell’Infanzia, 5 anni fa, innovandone metodi, collocazioni orarie e istituendo collaborazioni con genitori esperti e con insegnanti di madre lingua.
Anche l’alfabetizzazione informatica è stata introdotta da tempo con l’istituzione di un congruo numero di laboratori e sicuramente riceverà ulteriore impulso grazie all’allestimento di un centro di autoapprendimento dotato del Sistema Ditalab
5.
La sperimentazione è assistita e sostenuta da strutture di supporto, consulenza e monitoraggio di livello locale e nazionale.
Quali collaborazioni territoriali avete avviato in appoggio al progetto di sperimentazione?
La Sperimentazione è assistita da una équipe che stiamo costituendo, formata da uno Psicologo fornito dall’Ente locale, dal Presidente del nostro Distretto che svolgerà la funzione di pedagogista, da esperti dell’Università e dalla scrivente.
Comunque i vari Dipartimenti costituiti all’interno dei due Collegi (Documentazione, Ricerca, Flessibilità e Valutazione) diventeranno altrettanto agili strutture di supporto/consulenza/orientamento alla ricerca.
6.
Aspetti essenziali della sperimentazione sono: a) la progettazione, nel quadro degli obiettivi generali del processo formativo e di quelli specifici di apprendimento, di piani di studio personalizzati, attraverso l'individuazione di obiettivi formativi correlati alla maturazione delle competenze degli allievi, al tempo scuola, all'articolazione delle attività didattiche per sezioni, classi e gruppi laboratoriali ed alle risorse organizzative dell'istituto;
Quale definizione operativa avete dato alla denominazione “piano studi personalizzato” rispetto alle precedenti programmazioni ed offerte educativo/didattiche e all’individualizzazione degli apprendimenti già diffusa nella scuola elementare?
Operativamente stiamo puntando l’accento su percorsi quanto più possibile personalizzati, tesaurizzando tutto il know how da noi maturato nell’ambito della programmazione.
C’è forse un uso più insistito della valutazione diagnostica e in progress, considerata mezzo e risorsa per organizzare e scegliere contenuti, metodi, tempi, spazi, gruppi (medio, piccolo, coppia, ecc.), laboratori.
Naturalmente ogni scelta tenta di valorizzare le conoscenze pregresse del bambino da cui partire sempre, irrinunciabilmente, evitando possibili e pericolose giustapposizioni tra il patrimonio di “saperi” che il bambino già possiede e quelli che la Scuola propone, qualche volta acriticamente.
Tentiamo infine di comporre e armonizzare il più possibile l’ambito cognitivo e quello affettivo, dando senso, spazio e significato alle emozioni del bambino e, nella scelta dei saperi, stiamo censendo quelli più atti a promuovere cittadinanza attiva, senso di identità e di appartenenza al territorio, presupposto per incentivare aperture e sensibilità per altri popoli e culture.
7.
b) la compilazione del portfolio delle competenze individuali ai fini dell'orientamento e della valutazione degli allievi;
Che cosa andrà a testare il portfolio , con quali riferimenti, quali verifiche, quali modalità valutative, quali equilibri tra obiettivi curricolari, trasversali , metacognitivi , socio-affettivi?
Operativamente stiamo puntando l’accento su percorsi quanto più possibile personalizzati, tesaurizzando tutto il know how da noi maturato nell’ambito della programmazione.
C’è forse un uso più insistito della valutazione diagnostica e in progress, considerata mezzo e risorsa per organizzare e scegliere contenuti, metodi, tempi, spazi, gruppi (medio, piccolo, coppia, ecc.), laboratori.
Naturalmente ogni scelta tenta di valorizzare le conoscenze pregresse del bambino da cui partire sempre, irrinunciabilmente, evitando possibili e pericolose giustapposizioni tra il patrimonio di “saperi” che il bambino già possiede e quelli che la Scuola propone, qualche volta acriticamente.
Tentiamo infine di comporre e armonizzare il più possibile l’ambito cognitivo e quello affettivo, dando senso, spazio e significato alle emozioni del bambino e, nella scelta dei saperi, stiamo censendo quelli più atti a promuovere cittadinanza attiva, senso di identità e di appartenenza al territorio, presupposto per incentivare aperture e sensibilità per altri popoli e culture.
8.
c) la flessibilità del modello organizzativo
Prevedete modifiche rispetto al precedente modello , o avete già attuato forme di flessibilità previste nell’orario degli insegnanti (cumuli temporanei, pacchetti orari), nella distribuzione delle competenze (scambi tra docenti in vista dell’organizzazione laboratoriale verticale…), nell’apertura delle classi (intergruppi, sottogruppi, classi aperte…), nella modifica calendario per progetti particolari…?
Abbiano già realizzato significative esperienze di flessibilità tendenti a superare la segmentazione oraria settimanale in funzione di compattamenti orari, computati su base annua, con conseguenti attività di full-immersion.
Positive e frequenti anche le modifiche del calendario in alcuni periodi e lo scambio tra docenti tesi a valorizzare le loro competenze da spendere nei gruppi verticali/orizzontali e nei percorsi modulari intensivi.
Si tratta comunque di un ambito di ricerca che ci vede ancora fortemente impegnati in quanto riteniamo che l’orario rigido rappresenti una delle variabili più perniciose ai fini di un apprendimento efficace.
9.
d) la continuità educativa e didattica per la gestione dell'anticipo scolastico e per la qualificazione del collegamento tra asili nido, scuola dell'infanzia e scuola elementare;
Quali nuovi elementi prevedono la Commissione Continuità ed il Progetto di Raccordo tra diversi ordini al fine di qualificare meglio i collegamenti previsti dall’attuale normativa?
Abbiamo costituito team integrati formati da docenti di scuola dell’Infanzia e di Scuola Elementare.Per quanto attiene alla continuità asilo nido/scuola infanzia intendiamo valorizzare l’équipe psicopedagogica funzionante presso l’asilo nido comunale, già dichiaratasi disponibile ad operare con noi.
Infine sono previsti incontri periodici tra le insegnanti della Scuola dell’Infanzia e della scuola Elementare, come peraltro avviene da anni.
10.
l'organizzazione della funzione docente legata all'espletamento di compiti di tutoraggio, coordinamento, ecc. e le conseguenti esigenze di formazione in servizio, nel rispetto delle norme contrattuali che disciplinano le relazioni sindacali.
Quale dibattito pedagogico si è sviluppato presso il vostro istituto (docenti, famiglie, alunni) rispetto al ritorno di figure docenti prevalenti e d autoreferenziali: quali gli elementi positivi e negativi che hanno giocato nella vostra decisione per il consenso?
Il modello che abbiamo adottato non ci sembra possa prefigurare l’istituzione di figure autoreferenziali.
Infatti in ogni modulo (due classi) la terza insegnante ha un impegno orario congruo, tale da garantire pari dignità a tutte le insegnanti.
Inoltre, grazie ad un utilizzo flessibile dell’organico del circolo, è previsto un ulteriore arricchimento di 4 ore per ogni gruppo classe, al fine di impinguare la contemporaneità, autentica risorsa per promuovere la differenziazione didattica.
Infine la mancanza di pregiudizi ideologici in noi operatori; il rigore della nostra ricerca; la disponibilità che dimostriamo da anni verso forme di valutazione interna ed esterna (perfino nei confronti delle certificazioni); l’umiltà e qualche volta l’impietosità con cui riconosciamo errori, criticità, insuccessi sono state forse le condizioni per una condivisione piena del nostro itinerario.
Siamo assolutamente convinte che la nostra sperimentazione, lungi dal configurarsi come mera anticipazione dei Nuovi Ordinamenti, rappresenti un’ulteriore preziosa occasione di forte crescita professionale, al servizio dei nostri meravigliosi bambini.